La corsa al recupero dei fondi pensione continua a ritmo serrato. Dopo la caduta avvenuta nel 2022, causata dalle frequenti fluttuazioni dei mercati finanziari, i primi sei mesi del 2023 hanno mostrato una significativa ripresa per tutte le forme di previdenza complementare. I risultati sono stati positivi, con un aumento medio del +3,2% per i fondi chiusi, del +4,6% per quelli “aperti” e del +4,8% per i Piani individuali pensionistici (Pip) “nuovi”, rispetto alla fine dell’anno precedente.
L’ultimo monitoraggio della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, relativo al periodo gennaio-giugno 2023, ha catturato questa tendenza al rialzo. Il dossier sottolinea il continuo incremento degli iscritti, che sono saliti a 9,430 milioni, rappresentando un aumento del 2%. Allo stesso modo, le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto la cifra di 214 miliardi, ossia 9 miliardi in più rispetto ai 205 miliardi registrati alla fine dell’anno precedente.
Adesioni in aumento
La Covip, con Francesca Balzani come presidente facente funzione in attesa della nomina del successore di Mario Padula da parte del governo, ha sottolineato che a giugno 2023 le “posizioni in essere” nelle forme pensionistiche complementari ammontano a 10,5 milioni, segnando un incremento del 2% rispetto alla fine del 2022. Queste posizioni includono anche coloro che hanno aderito contemporaneamente a più forme pensionistiche, portando il totale degli iscritti a 9,430 milioni, con un aumento del 2%.
In particolare, nei fondi negoziali si sono registrate 121mila posizioni in più rispetto alla fine dell’anno precedente, segnando una crescita del 3,2%, per un totale di 3,928 milioni di aderenti.
Si amplia la forbice tra i rendimenti dei fondi e quello del Tfr
Secondo il dossier dell’Autority, nei primi sei mesi del 2023, tutte le tipologie di forme pensionistiche e comparti hanno registrato risultati positivi in media, specialmente nelle gestioni con una maggiore esposizione azionaria, permettendo di recuperare almeno parzialmente le perdite subite nel 2022 a livello di conto capitale.
Per i comparti azionari, i guadagni medi sono stati del 6% nei fondi negoziali, del 7,6% nei fondi “aperti” e del 7,2% nei Piani individuali pensionistici (Pip).
Per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono stati del 3,4% nei fondi negoziali, del 4,8% nei fondi aperti e del 3,7% nei Pip. I comparti obbligazionari e garantiti hanno avuto rendimenti più contenuti, nell’ordine medio dell’1-2%.
Inoltre, analizzando il periodo che va dal 2013 ai primi sei mesi del 2023, si è notato che i rendimenti medi delle diverse forme di previdenza integrativa sono quasi interamente superiori al rendimento medio del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), che è stato del 2,3%. Questo indica una performance complessivamente migliore delle forme di previdenza complementare rispetto al TFR in un arco temporale più ampio.
Salgono le risorse, in crescita i contributi
Alla fine di giugno 2023, le risorse destinate alle prestazioni delle forme pensionistiche complementari sono salite a 214 miliardi, rispetto ai 205 miliardi registrati a dicembre 2022. Nel dossier viene spiegato che poco più della metà dell’aumento è dovuta al miglioramento dei corsi dei titoli in portafoglio, mentre la parte restante dell’incremento è attribuita ai flussi contributivi netti, al netto delle uscite.
Nei fondi negoziali, l’attivo netto è aumentato a 64,4 miliardi di euro, registrando una crescita del 5,4% rispetto a dicembre dell’anno precedente. Nei fondi aperti, l’attivo ammonta a 30,3 miliardi, rappresentando un aumento dell’8% rispetto alla fine dell’anno precedente. Per quanto riguarda i Piani individuali pensionistici (Pip), l’attivo è di 47,3 miliardi, segnando un incremento del 4,1% rispetto alla fine dell’anno precedente.
Durante i primi sei mesi del 2023, i contributi incassati dai fondi negoziali, fondi aperti e Piani individuali pensionistici (Pip) sono stati pari a 6,6 miliardi di euro, segnando una crescita del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. La Covip afferma che questo incremento si riscontra in tutte le forme pensionistiche, con variazioni che vanno dal 7,7% nei fondi negoziali, al 6,5% nei fondi aperti e al 3,1% nei Pip. Ciò indica un aumento significativo dei contributi versati in tutte le tipologie di previdenza complementare durante la prima metà del 2023, rispetto all’anno precedente.