Le pensioni minime potrebbero aumentare dopo le critiche sui 3 euro al mese

Il governo ha proposto un aumento di 3 euro delle pensioni minime, una misura che ha suscitato molte critiche. La maggioranza ora discute possibili aumenti

Pubblicato: 3 Novembre 2024 10:59

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Il governo Meloni, nella legge di Bilancio, ha previsto un aumento per i pensionati a basso reddito, ma l’incremento è di soli 3 euro al mese. La cifra ha sollevato molte critiche, sia da parte delle opposizioni che all’interno della stessa maggioranza. Alcuni partiti, in particolare Forza Italia, chiedono un intervento più incisivo, mentre la Lega propone soluzioni complementari per garantire una maggiore sicurezza economica ai pensionati. Ma la domanda principale resta: ci sono le coperture per questi aumenti?

Pensioni minime verso l’aumento?

L’incremento delle pensioni minime ha acceso il dibattito nella maggioranza di governo e non solo. La proposta iniziale dell’esecutivo Meloni era di evitare che l’importo delle pensioni minime diminuisse, scendendo a 604 euro. Per questo motivo, ha previsto un lieve aumento del 2,2%, mantenendo così gli assegni sopra la soglia dei 600 euro. Nel concreto però l’entità dell’incremento (solo 3 euro al mese) ha suscitato numerose critiche, perché ritenuto insufficiente per affrontare l’aumento del costo della vita e l’inflazione.

Forza Italia, in particolare, spinge per aumentare l’assegno a 620 euro, una cifra leggermente superiore che, sebbene simbolica, rappresenterebbe un segnale concreto verso i pensionati che si trovano a vivere con un reddito minimo. Il partito azzurro ritiene che un incremento maggiore sia necessario per migliorare la qualità della vita dei pensionati più vulnerabili e ha chiesto di utilizzare eventuali risorse aggiuntive per finanziare un ulteriore aumento delle pensioni minime.

Dall’altra parte, la Lega ha assunto una posizione leggermente diversa. Pur sostenendo l’idea di migliorare le pensioni minime, il partito di Matteo Salvini ha proposto di concentrarsi su interventi a lungo termine, rafforzando la previdenza complementare per i giovani. L’obiettivo è garantire un sostegno futuro a quei lavoratori che, a causa di carriere lavorative discontinue e retribuzioni basse, rischiano di ricevere pensioni molto ridotte.

Quali sono gli scenari

Uno dei problemi principali riguarda le coperture finanziarie. Secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la Manovra 2025 ha margini di manovra molto stretti, con soli 120 milioni di euro disponibili per eventuali modifiche. La disponibilità di ulteriori fondi dipenderà dal gettito del concordato fiscale biennale, recentemente concluso.

Se il gettito dovesse risultare più alto del previsto, alcuni partiti di maggioranza, come Forza Italia, sperano di destinare parte delle risorse al rafforzamento delle pensioni minime. Ma le pressioni sono molteplici: Forza Italia, oltre ad alzare le pensioni minime, vuole anche rinforzare il taglio dell’Irper, mentre la Lega vorrebbe ampliare la flat tax. Al momento è difficile prevedere quale proposta otterrà la priorità, soprattutto considerando che i fondi potrebbero essere limitati.

Parallelamente, la proposta della Lega per i giovani si concentra sull’idea di costruire un “secondo pilastro” pensionistico. L’intento è quello di creare un raccordo tra la previdenza pubblica e quella integrativa, aiutando i lavoratori nati dopo il 1° gennaio 1996, interamente contributivi, ad avere un trattamento pensionistico dignitoso. La Lega propone di facilitare l’accesso alla pensione anticipata a 64 anni, per chi ha almeno 20 anni di contributi, permettendo di includere la rendita della pensione integrativa nel calcolo dell’importo minimo. Un meccanismo che potrebbe ridurre la soglia di accesso per chi ha figli, prevedendo un minimo di 2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 per quelle con due o più figli, ma che non spegnerebbe le critiche sull’aumento irrisorio delle pensioni minime.

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