Pensioni, si può prendere l’assegno uguale allo stipendio? Le proiezioni del Mef

Il calo del tasso di sostituzione pensionistico senza previdenza integrativa sarà drastico: fino a 25 punti percentuali in meno per i lavoratori autonomi

Pubblicato: 30 Agosto 2024 21:11

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Chi pensa di potersi ritirare con un assegno pensionistico pari all’ultimo stipendio, farebbe bene a fare due conti. Purtroppo, l’idea di mantenere lo stesso tenore di vita una volta lasciato il lavoro è sempre più un miraggio. A influire pesantemente su questo scenario sono due fattori ben noti: il cosiddetto “inverno demografico” e l’adozione del metodo contributivo per il calcolo delle pensioni.

Tasso di sostituzione: la chiave per capire il tuo futuro pensionistico

Il tasso di sostituzione, ovvero la percentuale dell’ultimo reddito annuo che sarà coperta dalla pensione, è il dato principale per valutare la propria futura condizione economica da pensionato. Secondo il rapporto della Ragioneria Generale dello Stato, senza l’aiuto della previdenza integrativa, il tasso di sostituzione lordo per i dipendenti privati potrebbe scendere di 14,8 punti percentuali entro il 2070, passando dal 66,5% attuale al 51,7%. Per i lavoratori autonomi, il calo potrebbe essere ancora più drammatico, con una riduzione di 25,1 punti percentuali, che porterebbe il tasso dal 67,7% al 42,6%.

La previdenza integrativa: una necessità, non un’opzione

Non si tratta più di un’alternativa, ma di una scelta obbligata. La previdenza complementare può fare la differenza tra una pensione decente e una da sopravvivenza. Le proiezioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze lo confermano: per i dipendenti privati, l’adozione di un piano di previdenza integrativa potrebbe ridurre il calo del tasso di sostituzione a soli 7,1 punti percentuali, portandolo al 58,8% entro il 2070. Per i lavoratori autonomi, l’integrazione potrebbe contenere la perdita a 16,6 punti, con un tasso di sostituzione che si fermerebbe al 55,5%.

Numeri e proiezioni: un futuro sempre più incerto

Se si confrontano i dati del 2010 con le proiezioni per il 2070, emerge un quadro preoccupante: per i dipendenti privati, il tasso di sostituzione lordo potrebbe scendere dal 76,5% al 58,8%, mentre per i lavoratori autonomi la riduzione sarà ancora più marcata, dal 85% al 55,5%. Questi numeri sono il segnale di un futuro in cui, senza interventi correttivi e senza un adeguato piano di previdenza integrativa, l’assegno pensionistico rischia di essere drasticamente ridimensionato.

La simulazione del Ministero: tre scenari per il pensionamento

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha sviluppato una simulazione che prende in considerazione tre diversi regimi per l’accesso alla previdenza obbligatoria: pensionamento di vecchiaia, pensionamento anticipato e pensionamento anticipato basato esclusivamente sull’anzianità contributiva. I risultati sono chiari: senza un solido piano di previdenza integrativa, il tasso di sostituzione può crollare fino a livelli allarmanti, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, anno in cui è entrato in vigore il sistema contributivo puro.

Numeri alla mano: quanto si perde senza previdenza integrativa

Facciamo ora un’analisi dettagliata dei potenziali scenari futuri per diversi redditi mensili lordi, considerando sia lavoratori dipendenti privati che autonomi, prendendo le percentuali previste dal Mef.

Ecco ora la situazione per i lavoratori autonomi:

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