Decreto Salva casa 2024, cambio destinazione d’uso: i nuovi requisiti

Il Decreto Salva casa 2024 è in via d'approvazione e genera numerose polemiche: nuove metrature per monolocali e bilocali e rivalutazione dei sottotetti

Pubblicato: 16 Luglio 2024 10:25

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Nella serata di lunedì 15 luglio è giunta un’importante novità relativa alla legge di conversione del Decreto Salva casa 2024. Modificati quei paletti che stabiliscono se un’abitazione risponda o meno ai requisiti igienico sanitari. Soddisfazione per il leader della Lega Matteo Salvini ma c’è chi parla di sanatoria nascosta. Di seguito riportiamo le nuove regole spiegate.

Parti comuni e unità interne dell’edificio

Non giunge come un’assoluta novità la considerazione di parti comuni e unità interne di un edificio come entità indipendenti. In tema di Superbonus l’argomento è già stato ampiamente trattato, con abusi edilizi interni a un dato appartamento che non impedivano le chance di ottenere il 110% sulle lavorazioni esterne.

Il Decreto Salva casa 2024 torna a battere su questo argomento, stabilendo come eventuali difformità edilizie delle unità interne non possono in alcun modo incidere su quello che è lo stato legittimo delle parti comuni (e viceversa). Ciò si traduce in un via libera a possibili modifiche e riqualificazioni degli spazi.

Nuovi criteri di abitabilità

Il Decreto Salva casa 2024 prevede che il progettista responsabile di un intervento possa indicare come conforme alle norme igienico sanitarie il suo progetto, in casi che normalmente sarebbero in antitesi alle regole generali:

Il Decreto prevede l’accettazione di tali eccezioni a patto di comprovata presenza di interventi di recupero, che migliorino le caratteristiche igienico sanitarie dell’immobile. In alternativa occorre dimostrare l’attuazione di un progetto di ristrutturazione che migliori tali aspetti (ventilazione, riscontri d’aria ecc.).

Cambi di destinazione d’uso

Al centro del dibattito politico anche, se non soprattutto, i cambi di destinazione d’uso. Si opera una semplificazione ulteriore in tal senso. Saranno considerati cambi di destinazione senza opere quelli che prevedono attività in edilizia libera.

Saranno inoltre ammessi cambi con o senza opere. Porte aperte, inoltre, a rivalutazioni di primi piani e seminterrati. Il tutto potrà essere ammesso dagli strumenti urbanistici, a patto che siano consentiti dalla legislazione regionale. Semplificazione inerente anche ai sottotetti: recupero consentito anche in assenza della possibilità di mantenere le distanze minime tra edifici e confini. Si prospettano però iniziative anche per quanto riguarda il sottosuolo. Le strutture ricettive potranno infatti destinare servizi alla clientela in locali interrati e seminterrati.

Per quanto riguarda gli emendamenti sulle aree sismiche, invece, si fa largo la possibilità di ottenere la conformità delle strutture al momento della richiesta di sanatoria. Ciò anche in caso di interventi portati avanti in difformità del titolo abilitativo o in assenza dello stesso. Per evitare conseguenze legali si dovrà soltanto pagare una sanzione pecuniaria che varia dai 516 ai 2.064 euro.

Decreto Salva casa 2024: approvazione e polemiche

I tempi sono decisamente stretti, per quanto manchi ormai poco per il completamento del passaggio alla Camera. Terminati i lavori in commissione Ambiente, sguardo all’Aula. Appuntamento con il Senato previsto per la prossima settimana, di fatto a un passo dalla scadenza, fissata per il 28 luglio 2024.

Nessun dubbio attraversa la mente del ministro Matteo Salvini: “Entro le prossime ore conto che si approvino gli ultimi emendamenti del Salva casa. Arriverà in Aula entro questa settimana e sarà convertito definitivamente in legge entro la pausa estiva”.

Una carezza rivolta a progettisti e imprese, che ritengono i requisiti del 1975 ormai anacronistici. Intanto si solleva il grido di protesta di PD e Movimento 5 Stelle. Ecco le parole della capogruppo dei democratici alla Camera, Chiara Braga: “Salvini sdogana la ‘casetta dei sette nani. Riduce le dimensioni minime per l’abitabilità dei monolocali a 20 metri quadrati. Intanto riduce anche l’altezza minima dei locali abitabili. Scelta scellerata che aprirà la strada ad alloggi sempre meno vivibili e più costosi”.

Sul fronte M5S, invece, ecco il pensiero di Agostino Santillo, vicecapogruppo del partito alla Camera: “La norma ‘Salva-Milano’, aggiunta come emendamento, è un obbrobrio giuridico. Una vera e propria sanatoria a misura di speculatore. In questi giorni più di 50 tra urbanisti e giuristi hanno sottoscritto una lettera al legislatore, così da scongiurare un precedente normativo grave”.

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