Tim vara l’organizzazione di Netco, il ramo d’azienda che verrà conferito in FiberCop al closing dell’operazione di cessione della rete fissa a Kkr, previsto per l’estate 2024.
Dove verranno ridistribuite le persone
In base alle informazioni sindacali, nella NetCo verrà trasferita l’intera unità diretta da Elisabetta Roma, ad eccezione delle aree mobile, core & platform engineering & competence center, commercial logistic, innovation, Mvno management e mobile wholesale, radio maritime e It oss. Queste aree, che comprendono complessivamente 1800 lavoratori a tempo pieno (FTE), saranno invece integrate in Servco.
La reazione dei sindacati
I sindacati hanno preso atto della situazione e prevedono di chiedere al governo di garantire la stabilità occupazionale sia per Netco che per Servco. Tuttavia, la Uilcom ritiene “quantomeno bizzarro” discutere della divisione delle varie strutture e dell’allocazione delle persone senza avere certezze sul futuro e sulle prospettive dei lavoratori.
Indipendentemente dal numero di dipendenti coinvolti, il sindacato sottolinea che non sono state fornite risposte dettagliate riguardo alle questioni tecniche e ai criteri di divisione di apparecchiature e infrastrutture. La Uilcom nota anche che il governo ha evitato il confronto con le parti sociali per mesi, e l‘ingresso dello Stato nella Netco sembra essere rimandato a una fase successiva, generando preoccupazioni sulla proprietà della rete da parte del fondo speculativo.
La Uilcom esprime inoltre preoccupazione per la possibile chiusura dello stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore da parte dello stesso fondo speculativo americano coinvolto nell’operazione Tim, sottolineando che questa operazione potrebbe mettere a rischio il futuro dei lavoratori del Gruppo Tim. Il sindacato promette di opporsi all’operazione e di manifestare il proprio dissenso in tutte le sedi opportune, criticando il progetto che divide il Gruppo Tim, crea due società con dubbia sostenibilità e cede la rete a un fondo di speculazione americano.
I 5 Stelle chiedono chiarimenti a Giorgetti
Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle (M5S), tramite il deputato Marco Pellegrini, sta sollecitando il Governo, in particolare il responsabile del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) Giancarlo Giorgetti, a fornire chiarimenti in Aula a Montecitorio sulla “vendita di Tim a due fondi speculativi: il kkr statunitense e uno emiratino”.
Pellegrini ricorda che la richiesta era stata avanzata già tempo fa, ma a oltre un mese dalla richiesta né Giorgetti né il resto del governo hanno ancora fornito informazioni, il che è considerato “gravissimo” in quanto si tratta di questioni di sicurezza nazionale. Il deputato sottolinea che i dettagli dell’operazione sono stati resi noti attraverso i media, senza comunicazioni ufficiali da parte del governo.
Secondo Pellegrini, i fondi americano e di Abu Dhabi dovrebbero detenere il 65% della società, mentre al governo rimarrebbe ora solo il 20%. Tuttavia, emergono dettagli aggiuntivi, come gli investimenti precedenti di Kkr in Fibercop. Pellegrini avverte che, con l’aumento del valore della rete secondaria, i due fondi potrebbero possedere fino al 75% quando la Netco sarà operativa, e il Tesoro non potrà più esercitare un controllo pubblico significativo.
Il deputato M5S critica il fatto che le informazioni vengano diffuse attraverso comunicati stampa anziché essere condivise direttamente con il Parlamento e ribadisce l’invito a Giorgetti di fornire chiarimenti in Aula. Il Movimento 5 Stelle assicura di seguire attentamente la vicenda finché non sarà garantito un reale controllo pubblico su questo importante asset, anche per la sicurezza del Paese.