Stipendi più alti, miglior equilibrio fra vita e lavoro e nuove opportunità di crescita professionale e maggiore valorizzazione delle competenze.
Sono queste le motivazioni che da sempre spingono i lavoratori a cercare un nuovo impiego, e molto più di prima dopo l’esperienza della pandemia. Il 44% di chi ha già un impiego, oltre 2 persone su 5, è alla ricerca di una nuova opportunità professionale e ritaglia uno spazio all’interno della propria routine quotidiana a tale attività. A livello globale la percentuale sale al 58%.
Indice
Lavori emergenti nel 2025
Per il 2025 e gli anni a venire, si prevede una crescita della richiesta di professioni legate a tecnologia, turismo e creazione di eventi. La lista delle professioni del momento l’ha stilata LinkedIn, intervistando 22.000 persone nel mondo e oltre 1.000 in Italia.
Secondo i risultati raccolti dal social network dei professionisti, i 10 lavori del momento in Italia sono:
- il consulente di viaggio;
- l’ingegnere dell’intelligenza artificiale;
- l’hr administrator;
- l’addetto alle prenotazioni;
- il liquidatore di sinistri;
- il cyber security engineer;
- l’event specialist;
- il responsabile acquisti;
- il technical sales specialist;
- lo specialista marketing e comunicazione.
Equilibrio vita-lavoro
Aristotele riteneva che “lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero” e tale massima è valida ancora oggi, se è vero che appena il 32% degli intervistati si dichiara soddisfatto dell’equilibrio fra vita privata e lavoro (donne 34% e uomini 30%). Il 47% degli intervistati in Italia conferma di voler lavorare per realtà che valorizzano tale aspetto. La quota è più alta fra le donne (51%) che fra gli uomini (43%).
La flessibilità e la possibilità di lavorare da remoto è particolarmente apprezzata dagli esponenti della GenX, i nati fra il 1965 e il 1980, che con il 45% delle preferenze superano di almeno 6 punti percentuali tutte le altre fasce di età sondate.
Chi resta nella propria posizione senza cercare altro lo fa per la comodità di aver trovato il giusto equilibrio vita-lavoro (30%) e per il clima aziendale positivo (24%).
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale gioca un ruolo crescente sia nelle candidature che nei processi di selezione. Il 27% degli intervistati ammette di utilizzarla per inviare candidature, soprattutto tra la GenZ (nati tra il 1997 e il 2012), dove la percentuale sale al 43%.
Il 63% degli intervistati in questa fascia d’età è particolarmente attiva nel cercare nuove opportunità, se messi a confronto con i millennial (nati fra l’inizio degli Ottanta e la metà dei Novanta) dove a cercare lavoro è il 55%.
Per il 39% delle persone sondate restano comunque perplessità sull’efficacia dell’intelligenza artificiale correlata ai processi di candidatura e selezione. Il 37% si dice intenzionato a imparare a sfruttare al meglio il potenziale della nuova tecnologia.
Per quanto riguarda l’AI, dal punto di vista dei candidati il mercato del lavoro presenta difficoltà correlate alla frustrazione per la mancanza di risposte, mentre per i recruiter pesano le candidature non idonee (48%) e la cronica carenza di competenze, soprattutto sotto il profilo tecnico (45).
I rapporti fra generazioni
In Italia, solo il 21% degli intervistati sostiene che i rapporti intergenerazionali sono buoni, con occasionali incomprensioni. Il 19% di chi è stato raggiunto sostiene che a pesare sono soprattutto bias e stereotipi diffusi tra colleghi di diverse fasce di età. E solo il 17% ritiene che un team variegato sotto il profilo delle classi d’età possa portare a un arricchimento in termini di creatività e di capacità di insight.