Intesa manda in pensione migliaia di dipendenti, spazio ai nuovi lavori tech

Intesa Sanpaolo tratta con i sindacati sul piano di uscite, con pensionamenti previsti per lasciare spazio a un ricambio generazionale per dare il via a una riqualificazione delle competenze

Pubblicato: 19 Settembre 2024 14:55

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Importanti novità in casa Intesa Sanpaolo, col gruppo diretto dal Ceo Carlo Messina che ha annunciato un nuovo piano di ricambio generazionale e di competenze che porterà, in contemporanea, all’uscita di oltre 3mila dipendenti. Non licenziamenti, bensì uscite attraverso pensionamento di quei dipendenti che rispettano i requisiti necessari per maturare il diritto entro il 2028. Esodi programmati che portano Intesa a puntare forte, ancora una volta, sulla formazione per arrivare all’obiettivo di riqualificazione delle competenze per rendere l’ambiente lavorativo ancora più tech.

Il piano di riqualificazione di Intesa

Ad annunciare l’arrivo di un nuovo piano di ricambio generazionale e di competenze sono state fonti sindacali al termine del tavolo tenutosi con Intesa Sanpaolo. Gli accordi tra le parti sono ancora da definire, ma secondo quanto riferito pare che il gruppo sia deciso a proseguire con forza e tenacia il processo della riqualificazione delle competenze.

Nel corso dell’incontro con i sindacati, tra cui Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, sono stati avviati i procedimenti per la definizione di un quadro normativo e degli strumenti di riferimento per accompagnare il programma di sviluppo digitale e supportare in via anticipatoria l’avvio del nuovo Piano d’Impresa. L’obiettivo del gruppo, infatti, è continuare a dare supporto ai propri lavoratori, riqualificando diverse mansioni rendendole più tech.

Un processo già ben avviato negli anni passati, che ha portato Intesa a riqualificare 5.300 persone con oltre 30 milioni di ore di formazione a carico dell’azienda stessa. Obiettivi raggiunti tra il 2022 e il 2023, lanciando la sfida agli anni futuri che prevedono il target di 8mila riqualificazioni entro il 2025.

Dipendenti in pensione

Mentre già a partire dalle prossime settimane inizieranno i negoziati con i sindacati, entro la fine dell’anno sono state comunicate diverse uscite dal gruppo. Al piano di riqualificazione di Intesa, infatti, si affianca anche un piano esodi programmato.

Se si deve parlare di cambio generazionale, infatti, per ogni entrata equivale un’uscita. E in questo senso opererà il gruppo, con 3mila uscite in programma per chi ha maturato il diritto alla pensione entro il 2028. Di queste, fanno sapere fonti sindacali, alcune potrebbero arrivare già nei prossimi mesi.

Il piano verrà comunque discusso nel dettaglio con i sindacati tra le ultime settimane di settembre e le prime di ottobre 2024, con i primi pensionamenti previsti già a fine anno.

Un riconoscimento per Intesa

Intanto Intesa Sanpaolo può sorridere, perché chi lavora per il gruppo ha definito l’ambiente di lavoro sano e inclusivo. È quanto emerge dal FTSE Diversity and Inclusion Index – Top 100, l’indice internazionale di FTSE  Russell che stila una particolare classifica sui 100 luoghi di lavoro più inclusivi e attraenti sulle diversità.

Non solo il gruppo è inclusivo come luogo di lavoro, ma si piazza addirittura al primo posto in Italia e al settimo posto a livello globale. L’analisi, condotta su oltre 15.500 aziende quotate in  tutto il mondo in base a 24 parametri riconducibili a quattro categorie chiave come la  diversità di genere, l’inclusione, lo sviluppo delle persone e controversie, ha premiato Intesa che fa del processo d’accoglienza e valorizzazione di ogni forma di diversità le sue armi migliori.

Ennesimo riconoscimento per il gruppo diretto da Carlo Messina, sempre alla ricerca di nuove forze lavoro che possano dare una spinta in più all’azienda.

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