Polizze vita dormienti, cosa sono e cosa fare per incassare

Cosa sono esattamente le polizze vita dormienti, come evitare che cadano in prescrizione e che diritti si hanno di recuperare le somme che non sono state mai riscosse

Pubblicato:

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Le polizze vita sono una forma di protezione che si attiva per se stessi e per la propria famiglia per eventi come una grave malattia, un’invalidità o la morte. Funzionano in questo modo: chi le contrae versa dei premi a una compagnia, che in cambio si impegna a versare una somma di denaro al beneficiario alla scadenza del contratto o per decesso dell’assicurato.

Può succedere che esse non vengano riscosse perché gli eredi non erano a conoscenza della loro esistenza. Continuano quindi a giacere presso le società che le hanno stipulate, per cui diventano dormienti, in attesa che vadano in prescrizione. Dopo quanto tempo avviene quest’ultima e cosa fare per incassare?

Polizze dormienti come funzionano?

Come abbiamo visto, le polizze sono dei contratti di assicurazione sulla vita, che diventano dormienti quando il capitale dovuto non viene riscosso dal beneficiario. Ciò può accadere perché:

In questi casi che fine fa la somma? Ebbene, resta in giacenza presso la società di assicurazione. Se poi il beneficiario legittimo presenta la documentazione necessaria, le polizze dormienti vengono “risvegliate” e liquidate. C’è però un arco temporale preciso da rispettare altrimenti esse vanno in prescrizione.

Quando vanno in prescrizione le polizze vita dormienti

Dopo dieci anni dalla scadenza del contratto, o dal decesso dell’assicurato, le polizze vita vanno in prescrizione. Tale regola vale per tutti gli eventi successivi al 20 ottobre 2010, in quanto prima di tale data il termine era solo di due anni.

Se la polizza va in prescrizione, la compagnia assicurativa non può più liquidarla e l’importo finisce nel Fondo Rapporto Dormienti, che è gestito dal Consap, ovvero dalla Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblico.

Nel fondo confluiscono tutte le somme derivanti da polizze assicurative mai riscosse e inoltre quelle relative al conto corrente dormiente, al libretto di risparmio e agli altri rapporti finanziari inattivi da più di dieci anni.

Questo fondo, poi, viene utilizzato dallo Stato per delle finalità sociali come ad esempio per:

Come scoprire se un familiare deceduto aveva una polizza vita

È possibile che una persona sottoscriva una polizza vita senza comunicarlo ai suoi familiari. In questo caso, qualora l’assicurato dovesse morire, cosa succede alla polizza? Ebbene, come abbiamo visto, resta bloccata presso la compagnia fino a quando qualcuno non la richiede. Ma se il familiare non è a conoscenza che il suo parente aveva stipulato un’assicurazione, cosa può fare?

Il primo passo da compiere è quello di rivolgersi alla compagnia assicurativa, alla banca o all’intermediario di fiducia, chiedendo in forma scritta se il loro parente aveva un contratto di assicurazione. Ogni istituto di credito ha un suo modello di richiesta che va compilato allegando la documentazione anagrafica di chi fa la richiesta e della persona deceduta.

C’è anche la possibilità di utilizzare il servizio di ricerca polizza dell’Ania, l’Associazione Nazionale fra le imprese assicuratrici. Si può accedere ad esso collegandosi alla sezione dedicata sul sito dell’Ania previa registrazione ed è necessario compilare un modulo online con i dati della persona deceduta di cui si vuole verificare la posizione e quelli del richiedente.

Anche l’Ivass consiglia di utilizzare tale canale. Suggerisce inoltre a ogni potenziale erede di presentare la propria richiesta per ampliare la possibilità di individuare una polizza. Nel caso, ad esempio, una persona deceduta lasci un coniuge e due figli sarebbe opportuno che tutti e tre facciano la richiesta.

La domanda può essere presentata anche dalle persone delegate oltre che dai familiari diretti come ad esempio un amministratore di sostegno o un avvocato di fiducia. L’importante è che siano dotate di una procura o di una delega.

Cosa fare per rendere la riscossione più semplice?

Chi sottoscrive un’assicurazione sulla vita fa una scelta importante di previdenza e di tutela. Lo fa non solo per proteggere il proprio futuro ma anche quello delle persone care. Per far sì che queste ultime possono ricevere veramente le somme previste, bisogna però prestare attenzione ad alcuni dettagli durante la stipula del contratto.

L’Ivass raccomanda di indicare sempre il nome e cognome dei beneficiari. Inoltre, sarebbe preferibile anche fornire all’assicurazione i dati di contatto di questi ultimi come:

Il motivo è che in questo modo le compagnie assicurative possono rintracciare con più facilità gli eredi nel caso del decesso dell’assicurato.

Un altro aspetto da non dimenticare è quello di comunicare almeno a una persona di fiducia dell’esistenza del contratto in modo tale che quest’ultima possa informare al momento opportuno i beneficiari dell’esistenza della polizza e delle modalità per ricevere il rimborso.

Bisognerebbe inoltre conservare sempre una copia del contratto in un luogo sicuro ma accessibile anche se alcune compagnie danno la possibilità di gestire online la propria posizione. In questo caso sarebbe preferibile controllare con periodicità i dati e mantenerli aggiornati così da ridurre il rischio che la polizza diventi dormiente.

Infine, si dovrebbe sempre avvisare la compagnia assicurativa ogni volta che i dati personali dei beneficiari cambiano in quanto anche un piccolo aggiornamento può fare la differenza per ottenere un pagamento più veloce.

Decadenza e prescrizione delle polizze vita

Le compagnie assicurative secondo il regolamento Ivass numero 41 del 2018 hanno l’obbligo di informare i contraenti e i beneficiari qualora siano stati indicati sui termini di prescrizione della polizza almeno trenta giorni prima che quest’ultima scada. In questo modo si evita che essa diventi dormiente e che nessuno la reclami.

Di solito quando le polizze vanno in prescrizione i beneficiari non le possono più riscattare. Lo scorso anno, però, in via eccezionale è stato concesso ai beneficiari di polizze prescritte di ottenere fino al 50% dell’importo devoluto al Fondo.

Si è trattato però, ripetiamo, di un’eccezione e non della regola per cui per evitare di perdere la possibilità di chiedere il rimborso è importante seguire tutte le indicazioni fornite.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963