Il Daspo, acronimo di divieto di accedere alle manifestazioni sportive, è una misura disciplinata all’articolo 6 della legge dicembre 1989 n.401 ed è stato introdotto con un obiettivo preciso: contrastare la crescente violenza che si è manifestata negli stadi di calcio in particolare negli ultimi anni. Sono state molte infatti le violenze perpetuate in questo contesto sportivo che hanno causato anche la morte di civili e forze dell’ordine. Questo provvedimento vieta ad un soggetto ritenuto pericoloso di accedere alle manifestazioni sportive: ecco in che cosa consiste il daspo e come viene messo in pratica.
Daspo che cos’è
Il Daspo è un provvedimento che viene emanato dal questore competente a livello territoriale, con cui si vieta a persone ritenute pericolose di accedere a delle manifestazioni sportive. Per rendere questo provvedimento massimamente efficace, il Daspo può essere manifestato anche attraverso un obbligo, per le persone destinatarie, di recarsi presso un ufficio delle forze dell’ordine durante lo svolgimento della manifestazione sportiva in questione.
Dopo aver capito come funziona il Daspo, è importante definire il suo obiettivo, che consiste nel salvaguardare la sicurezza sociale di un grande numero di persone che sono rinchiuse in uno spazio chiuso dove si tiene una manifestazione sportiva o nelle sue vicinanze limitrofe.
Daspo preventivo e Daspo penale: cosa sono?
Nel paragrafo precedente si è definito cosa significa Daspo, ma ora è fondamentale fare la prima distinzione tra Daspo preventivo e Daspo penale:
- il Daspo preventivo viene emesso dal Questore della provincia di riferimento, dopo una denuncia o una segnalazione di pericolosità per la sicurezza pubblica in carico ad un soggetto o a seguito di una condanna non definitiva;
- il Daspo penale è un provvedimento emesso dal giudice, dopo una condanna penale per reati commessi durante manifestazioni sportive: in questo caso il Daspo con fedina penale sporca può avere una durata che va dai 2 agli 8 anni.
Il Daspo quindi può essere emesso dagli organi competenti sia dopo una condanna penale sia dopo una denuncia. Altri aspetti importanti sono che il Daspo può essere rivolto anche a minorenni che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età e si può applicare a manifestazioni sportive che si tengono all’estero.
Cos’è il Daspo urbano?
Inizialmente il Daspo aveva una connotazione specifica, legata alla natura sportiva di un evento, ma ora si può applicare anche a soggetti diversi da quelli che vengono ritenuti pericolosi durante le manifestazioni. Sia il sindaco che il prefetto di zona possono multare e allontanare da determinanti luoghi della città le persone che minano la salute di altri cittadini e il decoro urbano. Il Daspo cittadino, come il Daspo sportivo, riguarda anche le persone indiziate per reati di terrorismo.
Cos’è il Daspo per corruzione
Un altro tipo di Daspo è quello che viene esteso ai corrotti, cioè le persone che sono state condannate in via definitiva al delitto di corruzione; in questo caso si tratta di un’interdizione dai pubblici uffici e un’esclusione da qualsiasi forma di contratti con la pubblica amministrazione. Questa tipologia di Daspo prevede un’interdizione che va dai 5 ai 7 anni per condanne fino a 2 anni di reclusione, mentre per condanne superiori è previsto un Daspo a vita.
Come avviene la convalida del Daspo
Nel caso in cui il Daspo sia accompagnato dall’obbligo di presentazione in un ufficio di polizia durante la manifestazione vietata, viene comunicato sia all’interessato che alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di riferimento, ed entro le successive 48 ore dalla notifica il G.i.p. lo convalida. Questa convalida avviene dopo un controllo pieno riguardante sia la persona coinvolta sia le modalità di applicazione e la ragionevolezza della misura. Per legittimare questo provvedimento bisogna individuare:
- l’attribuibilità delle condotte imputate alla persona sottoposta alla misura;
- le ragioni di necessità e urgenza del provvedimento;
- la valutazione di sussistenza di pericolosità del soggetto individuato;
- la congruità della durata della misura.
Le novità del decreto Salvini
Con il decreto Salvini (D.L.113/2018) è stata ampliata l’operatività del Daspo, rivolgendosi anche a comportamenti che rientrano nel codice antimafia e tutti i gruppi o le singole persone che pongono in essere atti preparatori o esecutori con l’obiettivo di sovvertire l’ordinamento dello Stato attraverso numerosi reati come banda armata, devastazione, saccheggio e strage e molti altri.