Trombe marine, cosa sono e qual è la loro relazione con la crisi climatica

Tornado e trombe marine in Italia, +50% di eventi registrati dal 2020, con temperature marine che superano i 30 °C che alimentano gli eventi climatici estremi

Pubblicato: 21 Agosto 2024 11:37

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’Italia, come molte altre regioni del mondo, sta vivendo un preoccupante incremento di eventi meteorologici estremi, tra cui tornado e trombe marine. L’affondamento del veliero Bayesian, avvenuto recentemente al largo di Palermo a causa di una violenta tromba marina, ha messo drammaticamente in luce la pericolosità e l’imprevedibilità di tali fenomeni. Questo tragico evento sottolinea come tornado e trombe marine possano causare danni ingenti e minacciare vite umane.

Durante l’estate, si sono registrate temperature record del mare, che in molte aree hanno superato i 30 gradi Celsius. Questo riscaldamento anomalo ha avuto conseguenze allarmanti: la proliferazione di meduse e specie aliene, la formazione di mucillagine, e, non ultimo, un aumento dell’energia disponibile per la formazione di fenomeni meteorologici violenti.

Mentre il legame tra riscaldamento globale e fenomeni come le ondate di calore e l’innalzamento del livello del mare è ben documentato e scientificamente provato, la relazione tra cambiamento climatico e aumento dei tornado risulta più complessa. La formazione di un tornado richiede una combinazione di fattori atmosferici specifici, difficilmente prevedibili, come l’instabilità atmosferica, il taglio del vento (wind shear) e una corrente ascensionale intensa.

Anche se non è ancora possibile stabilire una correlazione diretta tra il riscaldamento globale e l’aumento della frequenza dei tornado, molti scienziati ritengono che il cambiamento climatico possa influenzare le condizioni atmosferiche che favoriscono la loro formazione. Questo è particolarmente evidente nelle zone costiere, dove le trombe marine sono strettamente legate alle condizioni del mare. L’aumento della temperatura dell’acqua e l’evaporazione più intensa possono contribuire a creare le condizioni ideali per la formazione di questi vortici.

Tornado e trombe marine: fenomeni distruttivi e imprevedibili

I tornado e le trombe marine sono tra i fenomeni naturali più distruttivi. Le trombe marine, che si sviluppano sull’acqua di mari, laghi, oceani e grandi fiumi, sono caratterizzate da una struttura a imbuto con venti vorticosi ad altissima velocità, derivante da una nuvola chiamata “funnel cloud” o nuvola a imbuto, che si trasforma in tromba d’aria o marina quando tocca il suolo o l’acqua.

Il National Weather Service e la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) distinguono due tipologie di trombe marine: quelle da bel tempo e le trombe marine tornadiche. Le trombe marine da bel tempo sono meno violente e si verificano in condizioni meteorologiche favorevoli, mentre le trombe marine tornadiche sono legate a forti perturbazioni atmosferiche come le supercelle, temporali con mesocicloni (correnti d’aria ascensionali in rotazione). Queste ultime sono molto più energetiche e distruttive.

Le trombe marine si formano quando l’aria calda risale dalla superficie dell’acqua riscaldata e l’aria fredda scende dal complesso nuvoloso. Lo scontro di queste masse d’aria genera venti vorticosi che formano prima le nuvole a imbuto e poi, quando la base ricca di goccioline raggiunge l’acqua, la tromba marina. Gli scienziati identificano cinque fasi evolutive nella formazione delle trombe marine da bel tempo: macchia scura sull’acqua, segni a spirale, anello di spruzzi, formazione del vortice e decadimento.

In media, le trombe marine durano dai cinque ai dieci minuti, ma quelle più grandi possono persistere anche per un’ora. La tromba marina che ha affondato il Bayesian è durata 12 minuti. La velocità di questi fenomeni può raggiungere gli 80 chilometri orari, sufficiente a distruggere strutture portanti e affondare un yacht, specialmente in mare agitato.

L’impatto del cambiamento climatico sui tornado in Italia

Il professor Salvatore Pascale, docente del corso “Science of Climate” presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna, ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio dei Medicane, noti come uragani del Mediterraneo. La sua esperienza, maturata anche durante il periodo trascorso a Stanford e in altri istituti di ricerca negli Stati Uniti, lo ha portato a osservare da vicino questi fenomeni meteorologici estremi.

Pascale sottolinea un aspetto cruciale: “I tornado, a differenza di eventi atmosferici più vasti, sono fenomeni di dimensioni molto ridotte, con un diametro massimo che varia tra i 50 e i 100 metri. Si manifestano su scale molto piccole e, proprio per questo, sfuggono alle capacità di previsione dei modelli climatici attuali. Con i soli dati a disposizione, è impossibile stabilire con certezza un collegamento diretto tra cambiamento climatico e la formazione di tornado o trombe marine.”

Pascale richiama l’attenzione anche sulle conclusioni dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), che non evidenziano un trend significativo di aumento di questi fenomeni. Tuttavia, l’Ipcc rileva un cambiamento nel contesto ambientale su larga scala in cui tali eventi si verificano. Sebbene non sia possibile affermare con certezza che il cambiamento climatico stia direttamente aumentando il numero di tornado, è evidente che il contesto climatico globale sta mutando. Questo nuovo ambiente, caratterizzato da temperature più elevate e un’atmosfera più energetica, potrebbe influenzare la frequenza e l’intensità di questi fenomeni, anche se le prove di un legame diretto restano elusive.

La crescita dell’intensità dei fenomeni meteorologici in un mondo più caldo

Il professor Pascale sottolinea che, in un contesto di clima più caldo e umido, possiamo dedurre un possibile aumento dell’intensità di ogni evento meteorologico, inclusi i tornado. Pascale spiega che l’attuale quadro climatico è caratterizzato da temperature elevate, con mari italiani che stanno diventando sempre più simili a quelli tropicali, accumulando grandi quantità di energia, specialmente in aree come l’Adriatico e il Mediterraneo orientale. Questa energia accumulata può liberarsi sotto forma di eventi estremi.

Pascale mette in guardia contro la tentazione di pensare che i tornado possano essere previsti con facilità. Nonostante le evidenze di un contesto climatico che favorisce eventi più intensi, rimangono significative limitazioni nelle capacità di previsione. “Ricordiamoci,” aggiunge Pascale, “che non possiamo prevedere dall’oggi al domani i tornado: i dati e le risoluzioni spaziali attualmente disponibili non sono sufficienti per fenomeni così piccoli, rappresentando ancora un limite alle nostre conoscenze.”

L’importanza di dati e sistemi di allerta per affrontare i fenomeni meteorologici estremi

La crescente complessità e frequenza dei fenomeni meteorologici estremi richiede un impegno sempre maggiore nella raccolta di dati e nello sviluppo di sistemi di allerta efficaci. Come evidenzia Marcello Miglietta del Cnr, uno dei principali esperti italiani in questo ambito, è cruciale destinare sforzi e risorse per migliorare la nostra capacità di prevedere e gestire tali eventi.

Miglietta sottolinea che, oltre alla raccolta di dati scientifici precisi, è fondamentale sviluppare sistemi d’allerta che informino tempestivamente la popolazione. È essenziale che queste informazioni siano comunicate in modo chiaro e comprensibile, affinché le persone possano reagire in maniera adeguata. Lavorare sull’aspetto sociale implica non solo la creazione di sistemi d’allerta avanzati, ma anche la formazione e l’educazione della popolazione, con campagne di sensibilizzazione e programmi educativi.

Inoltre, è essenziale che i sistemi d’allerta siano integrati con piani di emergenza ben definiti e coordinati tra le diverse agenzie e istituzioni. Miglietta sottolinea che una risposta efficace agli eventi meteorologici estremi richiede una collaborazione stretta tra scienziati, autorità locali, organizzazioni di soccorso e la popolazione stessa. Solo attraverso un approccio coordinato e multidisciplinare sarà possibile minimizzare i rischi e proteggere le comunità.

La necessità di dati per comprendere i tornado: l’iniziativa dell’Essl

La mancanza di dati dettagliati è una delle principali sfide nello studio dei tornado in Europa. Per affrontare questa lacuna, l’istituto indipendente Essl (European Severe Storms Laboratory) ha lanciato l’European Severe Weather Database (Eswd), un’iniziativa che mira a raccogliere il maggior numero possibile di informazioni sui fenomeni meteorologici estremi, con particolare attenzione ai tornado. Recentemente, l’Essl ha promosso una campagna denominata “Twisters”, coinvolgendo ricercatori, citizen scientist e cittadini di 14 Paesi europei. L’iniziativa punta a raccogliere dati cruciali, anche attraverso l’uso di drone meteorologici, per identificare tendenze specifiche e migliorare la comprensione della frequenza e dell’intensità di questi fenomeni.

Un primo database Eswd ha mostrato una mappa dell’Europa colorata di triangoli rossi, simbolo che rappresenta le trombe d’aria e marine. L’Italia si distingue per il numero di eventi segnalati, con almeno quindici tornado registrati tra il 13 agosto e la fine del mese in regioni come Sicilia, Puglia (inclusi i recenti eventi a Castro e Tricase), Sardegna, Lazio, Liguria, Toscana e Campania. Questi dati suggeriscono che le condizioni atmosferiche favorevoli alla formazione di tornado si verificano con crescente frequenza, probabilmente a causa del cambiamento climatico.

Le condizioni che favoriscono lo sviluppo dei tornado includono un elevato contenuto di umidità, un forte gradiente verticale di temperatura e una significativa variazione della direzione e intensità del vento con l’altezza, fenomeno noto come “shear”. L’aumento della temperatura dei mari, combinato con la crisi climatica, può contribuire a queste condizioni atmosferiche. Tuttavia, è cruciale sottolineare che queste osservazioni necessitano di ulteriori dati scientifici per essere confermate. Solo attraverso uno sforzo collettivo nella ricerca e raccolta dati sarà possibile comprendere appieno i fenomeni meteorologici estremi e prepararsi adeguatamente alle sfide che essi pongono.

In sintesi, l’Italia, come molte altre aree del mondo, sta affrontando un aumento preoccupante di eventi meteorologici estremi, inclusi tornado e trombe marine. Il riscaldamento globale e le temperature record del mare stanno contribuendo a condizioni più favorevoli per la formazione di tali fenomeni. Mentre la relazione tra cambiamento climatico e tornado è complessa e ancora oggetto di studio, è evidente che il contesto ambientale in cui questi eventi si verificano sta cambiando. Per affrontare queste sfide, è essenziale migliorare la raccolta di dati, sviluppare sistemi di allerta efficaci e aumentare la consapevolezza pubblica attraverso l’educazione e la formazione. La collaborazione tra scienziati, autorità locali e la popolazione è fondamentale per minimizzare i rischi e proteggere le comunità in un mondo dove i fenomeni meteorologici estremi sembrano diventare sempre più frequenti e distruttivi.

Affrontare i Fenomeni Meteorologici Estremi: Strategie e Prospettive Future

La crescente incidenza di tornado e trombe marine in Italia e in altre regioni del mondo solleva interrogativi cruciali riguardo alla nostra capacità di prevedere, gestire e mitigare questi fenomeni estremi. Con l’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi, diventa sempre più evidente che migliorare la nostra comprensione scientifica e la capacità di risposta è fondamentale per minimizzare i danni e proteggere le comunità vulnerabili.

In conclusione, l’aumento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni meteorologici estremi come i tornado e le trombe marine rappresenta una sfida significativa per l’Italia e il mondo intero. Per affrontare questi rischi crescenti, è necessario un impegno coordinato che comprenda avanzamenti tecnologici, educazione pubblica, collaborazione internazionale e politiche ambientali mirate. Solo attraverso un approccio integrato e multidisciplinare sarà possibile migliorare la nostra capacità di prevedere, mitigare e rispondere efficacemente agli eventi meteorologici estremi, proteggendo le comunità e salvaguardando il nostro ambiente in un mondo in continua evoluzione climatica.

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