Inquinamento da plastica, come ridurlo del 96% entro il 2040, il rapporto Ocse

Adottare politiche per migliorare la gestione dei rifiuti e il riciclo, riducendo la produzione di plastica, è essenziale per raggiungere risultati significativi

Pubblicato: 10 Ottobre 2024 17:18

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Tra il 2000 e il 2019, la produzione mondiale di materie plastiche è raddoppiata, passando da 234 milioni di tonnellate a 460 milioni di tonnellate. Questo drammatico incremento è frutto della crescente dipendenza globale da prodotti in plastica, utilizzati in un’ampia gamma di settori, dall’imballaggio all’elettronica, fino ai beni di consumo quotidiani. Tuttavia, senza l’adozione di misure adeguate, le previsioni per il futuro delineano un quadro allarmante: entro il 2040, la produzione globale di plastica raggiungerà 736 milioni di tonnellate, un aumento del 70% rispetto ai livelli del 2020.

Secondo le stime dell’Ocse, questo aumento supererà la crescita della popolazione mondiale, a causa di una domanda globale in continua espansione. La crescita del consumo di plastica non sarà limitata solo ai paesi industrializzati membri dell’Ocse, ma riguarderà in particolare le economie emergenti in regioni come l’Asia, l’Africa subsahariana e l’America Latina, dove l’industrializzazione e la modernizzazione spingono verso un maggiore utilizzo di questo materiale versatile ma problematico.

Uno degli aspetti più preoccupanti di questo scenario è che, se non verranno adottate misure correttive, la quota di materie plastiche riciclate nel 2040 rimarrà estremamente bassa, continuando a rappresentare solo il 6% della produzione totale. Questo significa che la stragrande maggioranza della plastica utilizzata sarà nuova e derivata da fonti fossili, con conseguenti impatti negativi sia sull’ambiente che sulle risorse naturali.

Soluzioni praticabili: riduzione delle emissioni di plastica entro il 2040

Nonostante le previsioni fosche, esistono soluzioni concrete per evitare un futuro dominato dalla plastica. Un rapporto dell’Ocse sottolinea che, attraverso misure globali mirate a intervenire su tutto il ciclo di vita delle materie plastiche, è possibile ridurre del 96% le emissioni di plastica nell’ambiente entro il 2040.

Le politiche necessarie per raggiungere questo obiettivo includono una gestione più efficiente dei rifiuti, con un significativo miglioramento del riciclaggio, nonché la riduzione dell’uso e della produzione di plastica stessa. Questi interventi dovrebbero essere accompagnati da un ripensamento dell’intero modello di consumo, promuovendo pratiche di riutilizzo e incoraggiando il passaggio a materiali alternativi e più sostenibili.

L’adozione di queste misure porterebbe non solo vantaggi ambientali significativi, riducendo l’inquinamento e i danni agli ecosistemi, ma anche risparmi economici. Rispetto ad altre strategie meno efficaci, un approccio olistico e ben bilanciato alla gestione della plastica potrebbe garantire un equilibrio tra lo sviluppo economico e la protezione dell’ambiente, contribuendo a creare un futuro più sostenibile per le prossime generazioni.

L’incremento dei rifiuti da plastica: una minaccia crescente e le soluzioni da attuare ora

In assenza di misure ambiziose, la situazione legata ai rifiuti di plastica mal gestiti è destinata a peggiorare drasticamente. Le proiezioni indicano che tali rifiuti aumenteranno del 50%, passando da 81 milioni di tonnellate all’anno nel 2020 a 119 milioni di tonnellate all’anno entro il 2040. Questo incremento avrà un impatto devastante sull’ambiente: gli scarichi di rifiuti plastici nei corsi d’acqua, negli oceani e nei terreni subiranno un aumento del 40%, intensificando la crisi globale dell’inquinamento da plastica.

Un momento decisivo per agire è ora, come sottolinea l’Ocse. Prima dell’importante ciclo di negoziati che si terrà a novembre sotto l’egida delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di adottare un trattato giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica, l’Ocse ha pubblicato un rapporto cruciale intitolato “Scenari d’azione per l’eliminazione dell’inquinamento da plastica entro il 2040”. Questo documento valuta in modo dettagliato le conseguenze ambientali ed economiche delle diverse strategie proposte per ridurre e, nel lungo termine, eliminare l’inquinamento da plastica. Le decisioni che saranno prese in questo contesto definiranno la traiettoria futura della lotta contro l’inquinamento plastico.

Il rapporto dell’Ocse raccomanda un approccio basato sull’intero ciclo di vita delle materie plastiche, evidenziando l’importanza di attuare misure decisive per promuovere un’economia della plastica più sostenibile. Tra queste misure, l’introduzione di tasse sulla plastica e sugli imballaggi rappresenta uno strumento efficace per disincentivare l’uso eccessivo di tali materiali, spingendo le aziende a ripensare le loro produzioni. L’istituzione di criteri di ecodesign e norme per i prodotti permetterebbe di promuovere la realizzazione di beni più sostenibili, progettati per durare più a lungo e generare meno rifiuti.

Il divieto di alcune materie plastiche monouso, che rappresentano una delle principali fonti di inquinamento ambientale, sarebbe un passo importante verso una riduzione significativa della plastica inutile e dannosa. Infine, il rapporto enfatizza la necessità di istituire programmi di responsabilità estesa dei produttori, sia per gli imballaggi che per i beni durevoli, un approccio che impone alle aziende di assumersi la responsabilità del fine vita dei loro prodotti. Questo sistema potrebbe incentivare pratiche di produzione più attente e favorire il riciclaggio e il riutilizzo, spingendo verso un’economia circolare delle materie plastiche.

Lotta all’inquinamento da plastica, essenziale un approccio globale e ambizioso

Secondo la direttrice della Direzione dell’ambiente, Jo Tyndall, l’analisi condotta dimostra che l’adozione di misure ambiziose, che coprano l’intero ciclo di vita delle materie plastiche, potrebbe quasi eliminare l’inquinamento da plastica entro il 2040, se applicate su scala globale. Questo approccio olistico non solo migliorerebbe la raccolta, il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti, ma contribuirebbe anche a ridurre la produzione e la domanda di plastica, promuovendo al contempo la progettazione circolare. Un cambiamento profondo nel modo in cui la plastica viene prodotta, utilizzata e gestita è essenziale per affrontare la crisi ambientale in corso.

L’adozione di soluzioni parziali non sarà sufficiente a risolvere il problema dell’inquinamento da plastica. Focalizzarsi esclusivamente sulla gestione dei rifiuti, senza intervenire sulla riduzione della produzione e della domanda di plastica, porterebbe solo a una riduzione degli scarichi di plastica nell’ambiente del 55% entro il 2040, rispetto allo scenario di riferimento. Ciò significa che senza un intervento strutturale e completo, gli sforzi per ridurre l’inquinamento plastico sarebbero insufficienti.

Se venissero migliorate solo le pratiche di gestione dei rifiuti, senza adottare misure per ridurre i volumi di produzione, il costo di queste operazioni aumenterebbe notevolmente. I paesi si troverebbero in grande difficoltà nell’eliminare completamente gli scarichi di plastica, con implicazioni economiche e logistiche sempre più complesse. È quindi evidente che una semplice migliore gestione dei rifiuti non può essere l’unica risposta alla crisi.

Inoltre, l’adozione di un insieme di misure poco vincolanti o applicate in modo parziale dal punto di vista geografico non basterebbe nemmeno a riportare i livelli di consumo e di scarico della plastica al di sotto di quelli del 2020. Per raggiungere una riduzione significativa e duratura, è necessario un impegno globale che includa non solo la gestione dei rifiuti, ma anche politiche più severe per limitare la produzione e promuovere l’economia circolare.

Solo con un approccio coordinato e ambizioso sarà possibile affrontare efficacemente la sfida dell’inquinamento da plastica, riducendo l’impatto sull’ambiente e preservando le risorse naturali per le generazioni future.

Proiezioni Ocse: il costo economico e ambientale delle strategie per la gestione della plastica

Secondo le proiezioni dell’Ocse, l’adozione di misure applicate a tutte le fasi della vita della plastica comporterebbe un leggero calo del PIL mondiale, stimato intorno allo 0,5%, entro il 2040. Tuttavia, queste misure presentano un rapporto costi-benefici nettamente migliore rispetto alle strategie che si concentrano esclusivamente sulla gestione dei rifiuti, le quali avrebbero un impatto più pesante sull’economia globale, con una riduzione del PIL che potrebbe raggiungere lo 0,8% nello stesso arco temporale.

L’analisi evidenzia come le strategie olistiche – che affrontano l’intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione alla raccolta, fino al riciclaggio e alla riduzione della domanda – siano economicamente più sostenibili a lungo termine. Questo approccio ridurrebbe l’impatto negativo sull’ambiente e, allo stesso tempo, limiterebbe i danni economici rispetto a strategie più limitate. Affidarsi unicamente alla gestione dei rifiuti non solo sarebbe meno efficace, ma comporterebbe anche costi economici più elevati.

In particolare, i paesi in via di sviluppo e quelli con sistemi di gestione dei rifiuti meno avanzati risentirebbero in modo più marcato delle conseguenze economiche. Questi paesi, tra cui spiccano quelli dell’Africa subsahariana, dovrebbero affrontare i costi macroeconomici più elevati, con ripercussioni significative sui loro settori economici e infrastrutturali. La mancanza di tecnologie avanzate per la gestione e il riciclaggio della plastica renderebbe più complessa l’implementazione di politiche efficaci in queste regioni.

È fondamentale che il percorso verso la sostenibilità della plastica sia supportato da un approccio globale che tenga conto delle differenze economiche tra le nazioni e che favorisca lo sviluppo di soluzioni innovative per migliorare la gestione dei rifiuti, in particolare nei contesti più vulnerabili. Le politiche internazionali dovranno includere meccanismi di supporto per i paesi con meno risorse, al fine di minimizzare gli impatti economici negativi e garantire una transizione efficace verso un futuro a minore impatto ambientale.

Investimenti globali per la gestione dei rifiuti di plastica

Nell’ipotesi di politiche invariate, il fabbisogno globale di investimenti per la gestione dei rifiuti di plastica è destinato a crescere in modo significativo, raggiungendo i 2.100 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2040. Questa cifra include gli investimenti necessari per mantenere il sistema attuale, senza adottare ulteriori misure per ridurre la produzione o migliorare la gestione dei rifiuti.

Le politiche che affrontano l’intero ciclo di vita della plastica offrono però un’alternativa più sostenibile. Queste misure, infatti, ridurrebbero la necessità di investimenti aggiuntivi in infrastrutture dedicate alla gestione dei rifiuti, limitando tali investimenti a 50 miliardi di dollari nello stesso periodo, tra il 2020 e il 2040. Ciò è reso possibile grazie al riorientamento dei flussi di investimento verso il miglioramento della raccolta differenziata e del riciclaggio, piuttosto che continuare a fare affidamento su soluzioni meno avanzate o obsolete.

In caso contrario, se i paesi decidessero di concentrare i loro sforzi esclusivamente sulla gestione dei rifiuti per eliminare gli scarichi di plastica, i costi aumenterebbero in maniera considerevole. In questo scenario, si renderebbero necessari investimenti aggiuntivi per un totale di 300 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2040, rispetto allo scenario attuale del business as usual. Questo incremento dei costi deriverebbe dalla necessità di espandere le infrastrutture esistenti per gestire i crescenti volumi di rifiuti, senza però affrontare le cause profonde del problema, come la riduzione della produzione e il contenimento della domanda di plastica.

L’approccio che si concentra sull’intero ciclo di vita della plastica si rivela quindi non solo più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche più efficiente in termini di costi. Investendo in soluzioni innovative e potenziando la raccolta differenziata e il riciclaggio, si ridurrebbero gli oneri economici a lungo termine e si eviterebbero spese ingenti in infrastrutture obsolete o poco efficienti. Inoltre, questo approccio contribuirebbe a creare un sistema più resiliente e capace di gestire in modo più efficace la crescente crisi dei rifiuti di plastica.

La scelta di investire in politiche integrate che affrontano l’intero ciclo di vita della plastica rappresenta una soluzione più lungimirante e conveniente per i paesi, rispetto a una strategia che si limita alla sola gestione dei rifiuti. Solo in questo modo sarà possibile contenere i costi e, al contempo, ridurre l’impatto dell’inquinamento plastico sull’ambiente globale.

Un approccio olistico per combattere l’inquinamento da plastica

Il rapporto Ocse, pur fornendo indicazioni dettagliate su tassazione, investimenti, criteri di ecodesign, divieti e gestione dei rifiuti, sottolinea la necessità di un approccio ancora più ampio per affrontare le molteplici sfaccettature dell’inquinamento da plastica.

Oltre alla gestione dei rifiuti, infatti, è fondamentale concentrarsi su altre importanti problematiche:

  • Microplastiche: le minuscole particelle di plastica che contaminano gli oceani, i suoli e gli organismi viventi rappresentano una grave minaccia per l’ambiente e la salute umana. Sono necessarie misure specifiche per prevenirne la produzione, la dispersione e l’accumulo;
  • Sostanze chimiche preoccupanti: molte plastiche contengono sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute e l’ambiente. È fondamentale restringere l’uso di queste sostanze e promuovere l’utilizzo di alternative più sicure;
  • Emissioni di gas a effetto serra: la produzione e lo smaltimento della plastica contribuiscono in modo significativo al cambiamento climatico. È necessario ridurre le emissioni legate al ciclo di vita della plastica e promuovere soluzioni a basse emissioni di carbonio;
  • Inquinamento ereditato dal passato: la plastica ha una lunga durata e si accumula nell’ambiente per decenni. È fondamentale rimuovere la plastica dai siti contaminati e prevenire la dispersione di vecchi rifiuti plastici.

Un’azione coordinata a livello globale è essenziale per affrontare queste sfide complesse. Solo attraverso un approccio olistico e multidisciplinare sarà possibile raggiungere gli obiettivi di un’economia circolare della plastica e di un futuro più sostenibile.

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