Negli ultimi mesi abbiamo letto di testamenti che valgono milioni, quello di Giorgio Armani, pianificato nei minimi dettagli; quello di Pippo Baudo, custodito nel riserbo; e il caso Alain Delon, già conteso tra gli eredi.
Ma oltre la curiosità mediatica, dietro ogni eredità, grande o piccola, c’è spesso l’incertezza, dove si trova un testamento quando una persona muore?
Indice
Dove si trova un testamento dopo la morte?
Dopo un decesso, potrebbe non essere chiaro se il defunto abbia lasciato un testamento. La legge non prevede un archivio unico di tutti i testamenti, ma diversi luoghi di conservazione a seconda della forma di testamento scelta.
Il testamento olografo ex art. 602 c.c., è quello scritto, datato e firmato di pugno dal testatore. Non passando dal notaio, può trovarsi in casa, in una cassetta di sicurezza o presso una persona di fiducia. È valido solo se autografo e firmato, ma finché non viene pubblicato non produce effetti. Chi lo trova ha l’obbligo di consegnarlo a un notaio per la pubblicazione (art. 620 c.c.). Da quel momento il documento diventa pubblico e vincolante.
Il testamento pubblico ex art. 603 c.c., è ricevuto dal notaio alla presenza di due testimoni e rimane custodito nel suo studio. La conservazione è sicura perché fa parte dell’archivio notarile; la pubblicazione avviene subito dopo la morte del testatore.
Diverso ancora è il testamento segreto ex art. 604 c.c., che viene consegnato in busta chiusa al notaio e sigillato. Di questo tipo il notaio redige un verbale, che viene registrato e depositato presso l’Archivio Notarile Distrettuale. Il suo contenuto resta ignoto fino alla morte.
Il ruolo del notaio e il Registro Generale dei Testamenti
Il notaio accerta l’esistenza, l’autenticità e la pubblicazione del testamento. Se il documento è depositato o ricevuto da un notaio, i suoi estremi vengono comunicati al Registro Generale dei Testamenti (RGT), gestito dal Ministero della Giustizia.
“Il RGT non contiene il testo del testamento, ma solo l’indicazione del notaio o dell’ufficio dove è depositato. È quindi un indice nazionale, non un archivio dei contenuti”.
Il Registro, collegato alla Convenzione di Basilea del 1972, raccoglie:
- testamenti pubblici e segreti;
- testamenti olografi formalmente depositati da un notaio;
- atti di revoca o sostituzione.
Invece, non contiene i testamenti olografi tenuti privatamente o affidati a terzi senza deposito. Per questo un esito negativo della ricerca non esclude che il testamento esista.
Come si fa la ricerca del testamento all’Archivio Notarile
La ricerca inizia spesso tra i documenti personali del defunto. È buona norma controllare cartelle, archivi familiari, cassette di sicurezza o chiedere al notaio di fiducia se ha ricevuto un deposito fiduciario. Tuttavia, per sapere se una persona ha lasciato un testamento occorre fare una ricerca presso l’Archivio Notarile Distrettuale. È l’unico canale che consente di verificare, con valore legale, se un notaio ha ricevuto o depositato un testamento e se il nome del defunto è registrato nel RGT.
La ricerca può essere richiesta da chi ha un interesse legittimo, ossia un erede, un legatario, un avvocato. Occorre una documentazione minima:
- certificato di morte del defunto (in copia conforme);
- dati anagrafici completi: nome, cognome, data e luogo di nascita;
- eventuale indicazione del luogo di residenza o domicilio al momento del decesso.
La richiesta può essere presentata presso l’Archivio Notarile Distrettuale competente per territorio, consegnandola di persona oppure inviandola per posta o PEC, se previsto dall’ufficio. È possibile anche delegare un familiare o un avvocato, purché muniti di procura scritta.
Il modulo di domanda è disponibile presso gli Archivi Notarili o scaricabile dal sito del Ministero della Giustizia. Le spese sono contenute, serve una marca da bollo da 16 euro ogni 4 facciate o 100 righe e piccoli diritti di segreteria, che variano a seconda del distretto.
I tempi di rilascio dipendono dal carico di lavoro del singolo Archivio, ma in genere la risposta arriva nel giro di pochi giorni o settimane.
Se la ricerca è negativa: cosa comporta?
Se nessun testamento risulta depositato, si presume che la persona non abbia disposto per testamento e si apre automaticamente la successione legittima, regolata dagli articoli 565 e seguenti del Codice Civile. In tal caso, l’eredità si devolve per legge ai parenti più prossimi: coniuge, figli, genitori, fratelli o, in mancanza, allo Stato.
Tuttavia, in molti casi la ricerca va ripetuta anche in altri distretti se il defunto aveva spostato residenza o aveva rapporti con notai di altre città. È utile anche fare una ricerca informale presso Consigli Notarili locali, che possono verificare se un notaio del distretto custodisce un testamento fiduciario o olografo.
Chi può chiedere di vedere un testamento?
Il testamento è un atto personale e riservato fino alla morte del suo autore. Solo dopo il decesso il documento acquista efficacia e può essere conosciuto da chi ne ha diritto. Infatti, Il contenuto del testamento rientra a pieno titolo tra i dati personali sensibili, tutelati dal Codice Privacy (D.lgs. n. 196/2003) e dalle Linee guida del Garante. L’accesso è quindi vincolato alla dimostrazione di un interesse concreto e proporzionato.
Possono chiedere di vedere o ricevere copia del testamento solo:
- gli eredi legittimi o testamentari;
- i legatari menzionati nell’atto;
- i procuratori o gli avvocati muniti di delega;
in alcuni casi, il curatore dell’eredità giacente o l’esecutore testamentario nominato dal defunto.
La richiesta va rivolta al notaio che ha pubblicato o custodisce il testamento. Il notaio redige un verbale di pubblicazione, trascrive integralmente il documento e ne dà comunicazione agli interessati. Da quel momento il testamento diventa pubblico, ma l’accesso resta limitato a chi ha titolo per partecipare alla successione.
Cosa succede se il testamento non si trova
Se il testamento non si trova, le cause possono essere testamento olografo mai depositato; la distruzione o smarrimento accidentale; oppure l’occultamento doloso, qualcuno per qualcuno, per interesse, lo nasconde o lo fa sparire per favorire un diverso assetto ereditario.
In quest’ultimo caso la condotta può integrare il reato di soppressione di testamento previsto dall’art. 490 c.p., punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
La Cassazione ha chiarito che:
“L’occultamento del testamento olografo, anche senza distruzione, integra il reato di cui all’art. 490 c.p., poiché impedisce l’accertamento della volontà del testatore (Cass. pen., sez. V, n. 25045/2022)”.
Se non emerge alcuna volontà scritta
Quando, nonostante ogni ricerca e accertamento, il testamento non viene trovato né provato, la successione diventa legittima ex art. 565 c.c.
Questo significa che i beni si devolvono secondo l’ordine stabilito dal Codice Civile: prima il coniuge e i figli, poi gli ascendenti, i fratelli, e infine gli altri parenti fino al sesto grado. In mancanza di eredi, l’eredità si devolve allo Stato.
Cosa fare dopo aver trovato il testamento?
Trovare un testamento non basta per renderlo efficace. Finché il documento resta chiuso in un cassetto, non ha valore giuridico, deve essere aperto, pubblicato e trascritto dal notaio nel Registro delle successioni. Solo allora le disposizioni testamentarie producono effetti e gli eredi possono agire.
Dopo la pubblicazione ex art 620 c.c., gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione entro 12 mesi dal decesso, ai sensi dell’art. 28 del D. lgs. n. 346/1990. L’adempimento si effettua online tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate o con l’assistenza di un notaio o un professionista abilitato.
La dichiarazione serve a:
- comunicare all’amministrazione finanziaria il trasferimento dei beni;
- calcolare e versare le imposte di successione, ipotecaria e catastale;
- registrare il subentro degli eredi nei beni immobili e nei conti correnti.
Le imposte variano in base al grado di parentela:
- 4% per coniuge e figli (con franchigia di un milione di euro ciascuno)
- 6% per fratelli, sorelle e altri parenti fino al quarto grado
- 8% per gli altri soggetti.