Imu, Roma e Milano sono le città più care: dove si spende di più e di meno

La Uil denuncia un sistema Imu frammentato e ingiusto, con forti divari tra città e aliquote non omogenee. La classifica delle città italiane

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La Uil critica il sistema Imu definendolo una vera e propria “lotteria fiscale”. L’allarme arriva in vista della scadenza del 16 dicembre per il saldo dell’imposta, dovuta su seconde case, abitazioni di lusso, immobili commerciali, aree edificabili e terreni agricoli. La causa, secondo il sindacato, sono i valori catastali obsoleti e un mosaico di aliquote comunali che “alimentano ingiustizie e disuguaglianze”.

“Il sistema fiscale immobiliare italiano è confuso – denuncia uno studio del servizio Stato sociale e politiche fiscali della Uil, diretto dal segretario confederale Santo Biondo -. A parità di condizioni economiche, il prelievo varia sensibilmente da un Comune all’altro e tra diverse categorie catastali”.

Su quali immobili si paga l’Imu

In Italia, l’Imu non si applica alla prima casa, salvo che rientri nelle categorie di lusso (A/1, A/8, A/9), ma riguarda seconde case, immobili commerciali, aree edificabili e terreni agricoli. All’abitazione principale sono equiparate anche altre tipologie, come le case popolari, gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa e quelli destinati ad alloggi sociali.

Si tratta di un tributo che interessa la maggior parte delle imprese e, su scala nazionale, un numero molto ampio di contribuenti. Secondo i dati 2020 dell’Agenzia delle Entrate, i proprietari che versano l’Imu sono oltre 26,1 milioni, di cui il 41% è costituito da lavoratori dipendenti e pensionati. Il gettito complessivo generato ammonta a 19,4 miliardi di euro l’anno.

La soluzione, secondo Biondo, per superare questo concetto di “lotteria fiscale” passa attraverso una revisione strutturale del sistema:

Servono valori che rispecchino il mercato, con verifiche periodiche e criteri omogenei su tutto il territorio nazionale.

L’obiettivo è un aggiornamento a gettito complessivo invariato, come basi imponibili attualizzate, un’aliquota di riferimento più bassa e la correzione delle storture, senza penalizzare chi già paga quanto dovuto.

Le classifiche delle città più care e meno care

I numeri confermano un divario geografico marcato. Se la media nazionale per l’Imu sulla seconda casa si attesta a 977 euro, il peso è assai più gravoso per i proprietari delle grandi città del Centro-Nord. Di seguito, la classifica delle città più costose e il saldo da pagare entro il 16 dicembre:

Città Saldo Imu 16 dicembre Costo totale annuo Imu
Roma 1.749 3.499
Milano 1.479 2.957
Venezia 1.168 2.335
Torino 992 1.984
Firenze 986 1.973
Siena 954 1.907
Bologna 930 1.860
Padova 911 1.821
Verona 828 1.657
Salerno 757 1.514

All’estremo opposto, lo studio segnala valori molto più bassi in città come Palermo (391 euro), Pesaro (394), Cosenza (395) ed Enna (460). Una forbice che, secondo la Uil, dimostra la disparità del sistema di prelievo più che reali differenze economiche tra contribuenti.

Città Saldo Imu 16 dicembre Costo totale annuo Imu
Palermo 195 391
Pesaro 197 394
Cosenza 197 395
Enna 230 460
Gorizia 242 484
Caltanissetta 242 485
Trapani 248 495
Agrigento 253 505
Crotone 275 550
Belluno 275 551

La proposta di una banca dati unificata

Per contrastare evasioni e distorsioni, la Uil avanza una proposta operativa: istituire una banca dati unificata, che incroci informazioni catastali, anagrafiche, sulle utenze e sulle locazioni. Questo strumento sarebbe fondamentale per identificare false pertinenze e immobili dichiarati fittiziamente “inutilizzati”.

La visione, però, va oltre il mero accertamento:

Occorre una strategia unitaria che deve comprendere Imu, canone concordato, rigenerazione urbana e social housing per garantire meno penalità sugli affitti calmierati e più incentivi per chi ristruttura e rimette sul mercato l’invenduto e lo sfitto.

Secondo Biondo, solo con una riforma del catasto si può costruire un nuovo patto di fiducia tra Stato e cittadini, che fornisca basi imponibili giuste ed aliquote trasparenti. “Solo così, si può chiedere a tutte e tutti di fare la propria parte senza sentirsi esattori di ingiustizie”.

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