Associazioni di categoria, imprese edili e inquilini ci speravano, ma alla fine la proroga del Superbonus per ultimare i lavori nei condomini non ci sarà. Il governo ha deciso che il Superbonus va rimodulato (al ribasso) e dunque sono stati bocciati tutti gli emendamenti al decreto Asset, attualmente in discussione al Senato, che riguardavano le proroghe, a 12 mesi o anche solo a 6 mesi, della misura.
Superbonus edilizio al 70%
Il Superbonus, già passato dal 110% al 90%, si ridurrà ulteriormente al 70% nel 2024. Si tratta di una doccia fredda per aziende e cittadini. Questi ultimi in particolare hanno deliberato l’avvio dei lavori a normativa favorevole e si ritroveranno a dover coprire la parte eccedente di tasca propria.
“A nulla sono serviti gli appelli forti non solo di migliaia di cittadini e lavoratori preoccupati, ma anche di rappresentanti di categorie economiche come l’Ance considerata testualmente dal governo come portatrice di interessi tra tanti: governo e maggioranza sono sordi davanti alle difficoltà che mettono in ginocchio famiglie e imprese”, hanno dichiarato i senatori del Pd, Michele Fina, Lorenzo Basso e Nicola Irto.
Il nodo dei crediti incagliati
Le aziende speravano invece che un Superbonus ancora alto potesse incoraggiare il mercato, sul quale pesano le ombre dei crediti incagliati: senza cessione del credito le ditte non possono andare avanti e i cantieri si fermano.
E i crediti incagliati sono la criticità più grande dal momento che “mettono in ginocchio esodati del Superbonus e imprenditori onesti che si sono fidati dello Stato ma sono oramai relegati, sempre più, nel totale disinteresse del governo. Si chiude così l’ennesima giornata di lavori parlamentari nella quale le legittime aspettative di un intero comparto sono state ancora una volta mortificate e tradite”, dichiarano i senatori Pd.
Secondo Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa) sarebbero circa 20mila i condomini in cui i lavori di ristrutturazione non sono ancora terminati.
Il governo denuncia la sofferenza dei conti pubblici
Il Superbonus era stato pensato dal governo Conte per stimolare l’economia e ammodernare il patrimonio immobiliare venendo incontro alle tasche degli italiani. La misura, lamenta l’attuale maggioranza, ha invece sortito l’effetto di affossare le finanze pubbliche: il conto da pagare è di 109 miliardi di euro, di cui solo 13 miliardi sarebbero frodi, secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E il conto aumenta di 3 miliardi al mese.
Sempre secondo fonti governative, il rapporto deficit/Pil nel 2023 è salito dal 4,3% al 5,3% nel 2023 solo e unicamente per gli effetti del Superbonus 110%. E avvicinandosi la fine dell’anno si avvicina anche la scadenza per presentare la legge di Bilancio: possibile che, data la minore liquidità in cassa dovuta agli effetti sui conti pubblici del Superbonus, il settore a risentirne maggiormente sarà quello a sostegno del caro vita.
“Il motivo del fatto per cui il debito non diminuisce come auspicato è perché il conto da pagare dei bonus edilizi, in particolare il Superbonus, sono i famosi 80 miliardi, ahimè in aumento, in 4 comode rate”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.