Elezioni in Germania, vince il Cdu di Merz e l’estrema destra è seconda

I risultati delle elezioni tedesche sono chiare: Merz vince e Scholz crolla mentre l'ultradestra di Weidel cresce e ridisegna gli equilibri tra i partiti politici

Pubblicato: 24 Febbraio 2025 08:19

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La Germania è tornata alle urne, registrando un’affluenza record (84%), la più alta dai tempi della riunificazione del Paese. Il voto ha segnato un netto cambiamento degli equilibri politici: la Cdu di Friedrich Merz ha conquistato la vittoria con il 28,5% dei voti, mentre l’estrema destra rappresentata dall’Afd di Alice Weidel è salita significativamente, raggiungendo il 20,8%.

A subire pesantemente questo scenario sono stati soprattutto i socialdemocratici di Olaf Scholz, che hanno ottenuto appena il 16,5%, risultato peggiore della loro storia. Anche i Verdi (11,4%) e i liberali della Fdp (4,5%), rimasti esclusi dal Bundestag, registrano sconfitte rilevanti. Bene invece la Linke, che si attesta all’8,8%, spinta soprattutto dal voto dei giovani.

Friedrich Merz riporta al successo la Cdu

Friedrich Merz riporta in alto la Cdu con un risultato del 28,5%, ma non festeggia troppo. La soglia psicologica del 30%, fondamentale per domare le frizioni interne e consolidare la sua leadership, resta un miraggio. Merz sa bene di dover affrontare una salita ripidissima e promette un governo entro Pasqua, giocandosi la carta dell’autonomia totale da Washington.

Tra Elon Musk che fa il tifo e Donald Trump che esulta a distanza per la svolta conservatrice in Europa, Merz piazza una frecciata pungente: l’America può aspettare, la Germania no.

L’ultradestra di Alice Weidel cresce ma rimane isolata

Alice Weidel, tra i candidati alle elezioni tedesche che avrebbero potuto vincere, trascina l’Afd al 20,8%, un exploit che fa saltare i nervi ai moderati tedeschi. Il partito di estrema destra diventa la seconda potenza politica del Paese e conquista l’Est, trasformandolo nel suo feudo personale. Nonostante ciò, Weidel rimane politicamente isolata: il resto della scena berlinese non tocca l’Afd nemmeno con i guanti, mantenendola rigorosamente fuori dalla stanza dei bottoni.

Il crollo storico di Olaf Scholz e della Spd

Olaf Scholz, attuale Cancelliere, esce di scena con un tonfo clamoroso: il suo partito, la Spd, crolla a un umiliante 16,5%, segnando la performance più disastrosa della sua secolare storia. Scholz lascia il palco senza nemmeno provare a salvare la faccia e abdica direttamente dai tavoli delle trattative, cedendo il testimone a una Saskia Esken pronta alla battaglia. La leader socialdemocratica già minaccia barricate contro qualsiasi intesa morbida con Merz, di cui diffida apertamente dopo il flirt ambiguo del cristiano-democratico con l’Afd.

Debacle per Verdi e liberali

Anche i Verdi incassano una batosta politica non da poco, ridimensionati a un modesto 11,4%. Ma la vera disfatta è dei liberali della Fdp, che naufragano miseramente con il 4,5%, finendo fuori dal Bundestag per la seconda volta dal dopoguerra. Christian Lindner e il suo vice Wolfgang Kubicki lasciano il campo politico con stile drammatico, chiudendo la carriera sotto le macerie del partito più liberista d’Europa.

Risveglio della Linke grazie ai giovani

La Linke (la sinistra tedesca), data per politicamente morta fino a ieri, si risolleva clamorosamente all’8,8%, ringraziando soprattutto i giovani che, stanchi delle solite facce, l’hanno incoronata regina indiscussa tra i 18 e 24 anni con il 27% dei voti. Artefice principale di questa rinascita è la travolgente leader Heidi Reichinnek, il volto nuovo che ha conquistato la scena a sinistra.

L’incertezza politica legata a Sahra Wagenknecht

Sahra Wagenknecht, volto simbolo del movimento Bsw, è al limite della sopravvivenza politica con un fragile 4,97%. Un destino ironico per la “pasionaria rossobruna” che rischia di sparire travolta dall’ondata giovanile che ha rilanciato la Linke. L’ingresso di Wagenknecht al Bundestag (che avrebbe più volte paventato un’alleanza con l’Afd) potrebbe far saltare il banco, obbligando Friedrich Merz a cercare alleati improbabili e trasformando il già precario equilibrio politico tedesco in una pericolosa partita di poker.

Da chi sarà formato il prossimo governo tedesco e come

Non è affatto prematuro discutere delle possibili configurazioni del prossimo governo tedesco. Con la Cdu/Csu di Friedrich Merz in testa al 28,5% e l’Spd di Olaf Scholz crollata al 16,4%, la formazione di una coalizione è inevitabile. Merz ha escluso qualsiasi collaborazione con l’Afd, nonostante i risultati.

La “Grosse Koalition” tra Cdu/Csu e Spd sembra l’opzione più probabile, garantendo una maggioranza stabile nel Bundestag. Tuttavia, l’ingresso o meno di Sahra Wagenknecht (Bsw) in Parlamento, con un risultato al limite della soglia di sbarramento del 5%, potrebbe complicare i calcoli. Se il Bsw superasse la soglia, una coalizione a due potrebbe non essere sufficiente, rendendo necessario l’inclusione di un terzo partner, come i Verdi, che hanno ottenuto l’11,4%.

Le trattative saranno influenzate anche dalle dinamiche interne ai partiti. All’interno dell’Spd, c’è chi preferirebbe passare all’opposizione dopo la sconfitta storica, mentre la Csu, partner bavarese della Cdu, avrebbe espresso riserve su un’alleanza con i Verdi.

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