La Banca centrale europea alza i tassi e l’effetto domino investe come uno tsunami le economie di tutti Paesi dell’Unione innescando rialzi in settori chiave.
Salgono i tassi di interesse sui prestiti
Non usa mezze misure e parla di vero e proprio “macigno” Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani): “L’ennesimo aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea rappresenta un altro pesantissimo macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana“.
La decisione della Bce di alzare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale è volta a contenere l’inflazione. Ma il rovescio della medaglia è una bordata a diversi settori produttivi che si riflette poi sulle tasche dei cittadini.
“Con questo ennesimo rialzo del costo del denaro, saranno inevitabili ulteriori innalzamenti dei tassi d’interesse su tutti i tipi di finanziamento”. Traduzione: tutto ciò che si paga a rate con prestiti e finanziamenti subirà aumenti, a partire dai mutui. Secondo la stima di Fabi, le famiglie indebitate in Italia sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale. E di queste 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Già nel 2022 si sono registrati aumenti sui tassi di interesse sui prestiti e questo ha spinto il costo del denaro ad aumentare del +3,75%.
Ulteriore aumento dei mutui dopo la mossa della Bce
Col rialzo dei tassi Bce i mutui sono il settore in cui si sono osservati gli aumenti macroscopici. La fotografia dell’attuale situazione vede infatti aumenti fino al 40%. Sui nuovi mutui, spiegano da Fabi, si prospettano possibili raddoppi nelle rate a tasso fisso, mentre le rate dei mutui a tasso variabile dovrebbero salire del 50-60%.
Una situazione inversa rispetto a quella di alcuni mesi fa, in cui l’incertezza del mercato ha spinto molti cittadini a privilegiare il tasso fisso a quello variabile tanto che il governo a dicembre 2022 ha inserito un emendamento in Finanziaria per permette ai cittadini di passare dal tasso fisso al tasso variabile, fermo restando il rispetto di determinate condizioni.
Ma, come anticipato, l’onda lunga del rialzo dei tassi non investe solo i mutui, ma tutti i beni e i servizi acquistati con finanziamento e prestiti. Comprare un’automobile a rate, fa notare Fabi, costerà di più. Ad esempio acquistare una vettura da 25.000 euro con finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, tirate le somme, potrebbe costare oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021.
Bordata a imprese e occupazione
“I rischi sono due”, afferma Lando Maria Sileoni, ovvero “un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione. Come un film già visto, alla decisione della Federal reserve americana, è seguita la decisione fotocopia della Banca centrale europea”.
Quindi su i tassi, giù settori chiave dell’economia europea e, di conseguenza, il mercato del lavoro.