Il canone Rai rimane accorpato alla bolletta della luce per tutto il 2022, ma dal 2023 ci dovrebbe essere un importante cambiamento per la tassa sulla tv. Che non piace ai vertici della televisione pubblica perché potrebbe far aumentare i casi di evasione, portandoli ai livelli del vecchio sistema, quello in vigore prima del 2016, quando si contavano molti furbetti del canone.
Maria Laura Paxia, del Gruppo Misto, ha presentato alla Camera dei Deputati un ordine del giorno relativo al decreto Energia per “adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai” dalla bolletta elettrica. Il Governo ha accolto l’ode prima come raccomandazione, poi con riformulazione, cioè senza essere posto ai voti.
Pur non essendo un impegno vincolante per l’esecutivo, togliere il canone Rai dalla bolletta e prevedere una diversa forma di pagamento andrebbe nella direzione delineata dall’Unione Europea, che considera un “onere improprio” questa voce nelle fatture della luce.
Come si pagherà il canone Rai nel 2023? Le ipotesi e il modello pre 2016
A ogni modo, se Palazzo Chigi dovesse muoversi su questa strada, le bollette elettriche del 2023 si ridurranno di circa 90 euro all’anno. Non poco, considerando l’attuale caro bollette. Non significa però che il canone non andrebbe più pagato. Spetterà al Governo prevedere una nuova modalità per assicurare entrate certe ai bilanci di viale Mazzini.
Il canone Rai si paga in bolletta dal 2016, dopo una decisione molto discussa attuata durante il governo Renzi. Fino al 2015 era possibile pagarlo con un bollettino postale, in tabaccheria o telefonicamente con carta di credito o debito. All’epoca però la spesa poteva essere divisa solo in una rata annuale, in due rate semestrali o quattro rate trimestrali.
È possibile dunque che dal 2023 si torni al modello precedente, ovviamente con nuovi sistemi di pagamento, come PagoPa e la possibilità di rateizzare ulteriormente le cifre dovute. Sarà necessario comunque trovare un modo per impedire che tanti cittadini aggirino la legge.
Perché i giornalisti Rai vogliono il pagamento del canone con la bolletta
L’esecutivo dell’Usigrai, l’Unione sindacale dei giornalisti Rai, ha espresso “forte preoccupazione” per ciò che potrebbe avvenire a partire dal 2023, con l’incasso del canone scorporato dalla bolletta della luce. I rappresentanti dei cronisti del servizio pubblico sottolineano che il canone italiano “è il più basso in Europa“, così come il numero di giornalisti in organico, rispetto alle ore di trasmissione.
Solo a fine marzo i Cdr della Rai chiedevano che ci fosse annualmente la certezza delle risorse disponibili – e la restituzione alla Rai dell’intera quota del canone versato dai cittadini, compreso l’extra gettito da 200 milioni di euro all’anno – con l’obiettivo di rendere l’azienda non più un broadcaster ma una media company capace di sfruttare tutte le nuove tecnologie.
Secondo l’Usigrai c’è il rischio concreto che scorporare dalla bolletta della luce il canone Rai si traduca con una nuova corsa all’evasione. Che graverà sui bilanci dell’azienda e mettere in pericolo il servizio pubblico, già provato dal prelievo forzoso di 150 milioni di euro, su cui pende un ricorso straordinario del presidente della Repubblica e che è stato ripianato collocando in borsa il 33% delle azioni Rai Way.
Per questo i giornalisti della Rai stanno chiedendo al Governo di conoscere al più presto quali saranno gli strumenti che saranno messi in campi per riscuotere il canone televisivo e quali saranno le soluzioni per mettere al riparo il servizio pubblico radiotelevisivo dall’incertezza dell’evasione.