Unicredit-Banco Bpm, tensioni nella maggioranza: la Lega punta alla riforma di Bankitalia

Unicredit su Banco Bpm agita la maggioranza: Lega punta a riformare Bankitalia, FI difende il mercato libero. Palazzo Chigi valuta il golden power

Pubblicato: 27 Novembre 2024 08:10

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La proposta di Unicredit di acquisire Banco Bpm ha acceso un dibattito economico che mette a nudo le fratture nella maggioranza. Palazzo Chigi mantiene un approccio cauto, valutando se ricorrere al golden power come misura per tutelare la sicurezza nazionale. La decisione, però, richiederà mesi, lasciando spazio a un confronto acceso tra le diverse forze politiche.

Nelle stanze della politica, manco a dirlo, si è acceso l’ennesimo incendio. L’operazione di Unicredit su Banco Bpm sta trasformando l’equilibrio già precario tra Lega e Forza Italia in un terreno minato. Mentre il partito di Salvini punta il dito contro Bankitalia e prepara un disegno di legge sulla sua governance, Tajani risponde senza mezzi termini: “La politica non deve immischiarsi, il libero mercato va rispettato”.

Fratelli d’Italia, intanto, resta in posizione di attesa, osservando le mosse degli altri come in una partita a scacchi. “Si tratta di dinamiche bancarie complesse, aspettiamo di vedere come si evolvono”, fanno sapere.

La lezione della Lega: cambiare le regole del gioco

Non è un semplice malumore quello che arriva dalla Lega, ma una mossa studiata. Alberto Bagnai, vicepresidente della commissione Finanze, ha annunciato un progetto di legge per rivoluzionare Bankitalia, con l’obiettivo di “adeguare la governance ai migliori standard europei”. La sua è una critica diretta al sistema attuale, considerato troppo autoreferenziale.

Salvini non si tira indietro e rincara: “Unicredit è una banca straniera, basta guardare la composizione azionaria. Io non ce l’ho con nessuno, ma il terzo polo bancario che sta nascendo non va toccato”.

Tajani e il mantra del mercato

Tajani non ci sta e mette i paletti. Per il leader di Forza Italia, la politica deve rimanere fuori dai radar delle operazioni di mercato. “Non spetta a me intervenire politicamente”, chiarisce, lasciando il giudizio finale alla Bce. Il presidente dei deputati di Forza Italia, Paolo Barelli, gli fa eco: “Non è Bankitalia a controllare queste operazioni, la vigilanza è compito della Bce”. Anche Maurizio Lupi di Noi Moderati boccia la possibilità di usare la golden power: “Sarebbe un’anomalia. È uno strumento da utilizzare solo in casi eccezionali”.

Forza Italia si schiera quindi senza esitazioni a favore del libero mercato. Paolo Barelli, capogruppo alla Camera, ha spiegato che l’intervento di Unicredit non è soggetto al controllo diretto di Bankitalia, ma alla vigilanza della Bce. “I recenti movimenti non devono sorprendere, fanno parte di un mercato libero e aperto”, ha affermato, dicendo in pratica che le operazioni bancarie seguono standard europei.

Meloni e opposizioni: equilibrio instabile

Fratelli d’Italia mantiene un profilo basso, scegliendo una narrazione più rassicurante: “La priorità è tutelare i risparmi degli italiani e il sistema creditizio, nell’interesse delle famiglie e delle imprese”.

Ma nelle opposizioni le reazioni si fanno più accese. Il Pd non perde occasione per attaccare Salvini: “È ridicolo parlare da sovranisti di una banca con sede legale a Milano”. Benedetto Della Vedova di +Europa alza il tiro e avverte: “Il governo non deve interferire per ragioni politiche negli equilibri del sistema bancario italiano. La golden power non può essere usata come una clava”.

Maggioranza in stallo, tra golden power e mercato aperto

Le tensioni tra gli alleati si riflettono anche sulla questione del golden power, uno strumento che Noi Moderati, per voce di Maurizio Lupi, considera inadeguato in questo contesto. “Lo Stato deve vigilare, ma non può essere il protagonista di operazioni che devono seguire logiche di mercato”, ha dichiarato Lupi, convinto che occorra tutelare azionisti e risparmiatori senza interventi diretti.

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