Ubisoft è in vendita, via a tagli da 200 milioni di euro per cercare di riprendersi

In crisi da tempo, la software house francese potrebbe finire nel portafogli della cinese Tencent

Pubblicato: 10 Gennaio 2025 13:00

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Ubisoft, uno dei principali attori nel settore dei videogiochi con titoli iconici come Assassin’s Creed, Prince of Persia e Rayman, è ufficialmente in vendita. L’azienda guidata da Yves Guillemot ha annunciato di aver incaricato consulenti per “esaminare e perseguire varie opzioni strategiche e capitalistiche trasformative al fine di massimizzare il valore per gli stakeholder”.

Ciò confermerebbe l’ipotesi di una possibile vendita dell’azienda, come suggerito da diversi report alla fine del 2023, che riportavano trattative in corso con il gigante cinese Tencent per una potenziale acquisizione.

Missione riduzione dei costi per Ubisoft

La ristrutturazione di Ubisoft è già in atto, con la riduzione dei costi che proseguirà nei prossimi mesi e una maggiore selettività negli investimenti rispetto al passato. L’azienda prevede di ridurre oltre 200 milioni di euro dalla base dei costi fissi entro l’anno fiscale 2025-26, rispetto al 2022-23, su base annua; riduzioni come la chiusura di studi situati in aree ad alto costo e l’annullamento di progetti che non rispondono alle aspettative di mercato, per esempio la chiusura del live-service XDefiant, gioco uscito solo a maggio del 2024 e già chiuso da Ubisoft.

A ciò si aggiunge anche il rinvio di Assassin’s Creed Shadows al 20 marzo, distogliendolo da un periodo ricco di lanci, che lo posiziona ora più vicino alla fine dell’anno fiscale (31 marzo 2025), strategia che potrebbe migliorare i bilanci.

Nonostante le difficoltà, tra cui le delusioni commerciali del già citato XDefiant e Star Wars Outlaws che hanno influenzato le performance natalizie, Ubisoft è fiduciosa di poter raggiungere il pareggio, grazie a prenotazioni nette stimate per 1,9 milioni di euro.

Tencent pronta all’acquisizione

Questa è sicuramente una notizia destinata a ridisegnare gli equilibri europei nel settore dei videogiochi, ma non si tratta di un annuncio inaspettato. Da tempo, infatti, circolavano voci secondo cui Ubisoft, che conta oltre 18mila dipendenti globalmente, di cui 4mila in Francia, fosse in vendita. Come circolavano anche voci che Tencent, azionista di maggioranza al 10%, fosse interessata ad aumentare la propria quota all’interno della multinazionale francese.

Tencent, salita recentemente agli onori della cronaca per essere finita al centro delle attenzioni del governo Usa che, pochi giorni fa, l’ha inserita tra le entità pericolose per via del suo presunto legame con l’esercito cinese, è un vero e proprio colosso, con una potenza mediatica e finanziaria non indifferente. Ha quote in tantissime aziende legate al mondo dell’intrattenimento tra cui Epic Games, Larian, Riot Games e la stessa Ubisoft, solo per restare nel settore videoludico. Tencent già da tempo starebbe tentando la scalata definitiva al publisher di Assassin’s Creed, incontrando a dicembre la resistenza della famiglia Guillemot. Ma con l’annuncio della messa in vendita, forse ora le carte in tavola sono cambiate.

Il valore di Ubisoft

Dal 2021 Ubisoft ha perso l’85% del suo valore di mercato: nel gennaio 2021 era pari a 12,17 miliardi di dollari ed era il leader tra le società di videogiochi europee, mentre attualmente questa cifra corrisponde a 1,78 miliardi di dollari. Solo nell’ultimo anno questa cifra è diminuita del 43%.

E anche dal punto di vista delle sue azioni, Ubisoft sta attraversando una situazione critica. Nel 2024 il valore delle sue azioni è diminuito del 47%, con una perdita di 18,23 euro per azione, portando il prezzo attuale a 11,65 euro per azione, in ulteriore calo nelle ultime settimane. Se si guarda al periodo degli ultimi cinque anni, la perdita complessiva è ancora più marcata, con un calo dell’82%.

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