STMicroelectronics nella bufera legale: avviata class action dopo crollo in Borsa

STMicroelectronics affronta una class action dopo il drastico taglio delle previsioni di ricavi 2024, con una conseguente forte caduta del titolo in Borsa

Pubblicato: 26 Agosto 2024 22:10

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Dopo Intel e Stellantis, ora tocca all’azienda italo-francese STMicroelectronics a finire al centro di una nuova azione legale. Lo studio di New York Levi & Korsinsky ha infatti avviato una class action contro il gruppo europeo specializzato in semiconduttori, in seguito a un annuncio finanziario che ha scosso profondamente il mercato. La notizia della class action ha innescato una forte reazione da parte degli investitori, con le azioni dell’azienda che hanno subito un drastico calo in Borsa. Questa è stata una prevedibile conseguenza delle preoccupazioni per il futuro della società.

Un ridimensionamento inatteso delle previsioni per il 2024

Il 25 luglio scorso, STMicroelectronics ha comunicato un taglio importante alle stime sui ricavi per il 2024. Se all’inizio dell’anno l’azienda puntava a un fatturato di circa 17 miliardi di dollari, le nuove previsioni sono state abbassate a un range compreso tra 13,2 e 13,7 miliardi.

Un aggiornamento inatteso che ha generato però una profonda revisione delle aspettative del mercato. La società, nel suo annuncio, ha attribuito il ribasso a una diminuzione della domanda nei settori automotive e industriale, due pilastri fondamentali del suo business. La riduzione ha pesato soprattutto sui profitti operativi previsti, aprendo un vuoto di quasi un miliardo di dollari rispetto ai guadagni dell’anno precedente.

Il crollo del titolo e la reazione del mercato

L’impatto dell’annuncio sui mercati finanziari è stato immediato. Il titolo di STMicroelectronics ha perso quasi il 14% nel giorno successivo alla revisione delle previsioni, con una discesa che ha portato il valore delle azioni da 37 euro, registrati il 24 luglio, a un minimo di 26,6 euro nei primi giorni di agosto.

Nonostante un debole tentativo di stabilizzazione, che ha visto il prezzo fermarsi sui 28,145 euro a fine agosto, l’azienda ha visto scomparire in poche settimane un quarto della sua capitalizzazione di mercato. L’ulteriore annuncio della class action, avvenuto il 26 agosto, ha aggravato la situazione, con una nuova flessione del titolo sia a Piazza Affari che a Wall Street.

Gli investitori ora si mobilitano

La causa intentata dallo studio Levi & Korsinsky rappresenta un gruppo di investitori, guidati da Liyu Wang, che hanno acquistato azioni di STMicroelectronics tra gennaio e luglio di quest’anno. La tesi della denuncia si basa su presunte comunicazioni fuorvianti e poco chiare da parte dell’azienda riguardo alle sue prospettive finanziarie. Gli investitori sostengono che l’improvvisa revisione delle previsioni abbia causato gravi perdite per chi aveva puntato sul titolo, e accusano la società di non aver gestito adeguatamente le informazioni sui suoi risultati economici.

C’è anche il coinvolgimento dei vertici aziendali

A complicare ulteriormente la posizione di STMicroelectronics ci sono le accuse rivolte ai vertici della società. Il Ceo Jean-Marc Chery e il Cfo Lorenzo Grandi sono stati direttamente coinvolti nelle polemiche per la gestione delle previsioni finanziarie.

La brusca riduzione dei ricavi è stata collegata al rallentamento della domanda di chip per il settore automobilistico e all’assenza di un miglioramento significativo degli ordini nel settore industriale. Questi due segmenti, che rappresentano rispettivamente il 40% e il 30% dei ricavi dell’azienda, non hanno risposto come previsto, lasciando STMicroelectronics in una posizione delicata sul fronte economico.

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