L’esame della legge di Bilancio entra nella fase più delicata, ma il confronto parlamentare continua a procedere a rilento. Alla Commissione Bilancio del Senato restano ancora numerosi nodi da sciogliere e il calendario si fa sempre più stretto. Il testo deve essere approvato entro la fine dell’anno, ma le mediazioni politiche e tecniche non sono ancora arrivate a una sintesi definitiva. L’ennesimo rinvio pone l’attenzione su tutto ciò che ancora non è stato definito. Non si tratta soltanto di coperture finanziarie o di aspetti tecnici, ma di scelte che hanno un impatto diretto a seconda del contesto. Il rinvio della seduta della Commissione Bilancio del Senato, inizialmente convocata in serata per avviare l’esame degli emendamenti e lo stop anche agli incontri bilaterali tra governo e gruppi parlamentari, certifica che le mediazioni non sono ancora mature.
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Gli enti locali e il nodo delle risorse
Uno dei capitoli più rilevanti riguarda il pacchetto destinato agli enti locali. Nelle ultime ore è stata messa a punto una revisione che riguarda Roma Capitale, con l’uscita dalla componente perequativa del Fondo di solidarietà comunale e la definizione preventiva delle risorse destinate al Campidoglio. Una scelta che punta a garantire maggiore certezza finanziaria, ma che richiede ancora un passaggio formale in Commissione. Il tema degli enti locali è centrale perché coinvolge l’equilibrio tra autonomie territoriali e finanza pubblica. Le modifiche in discussione incidono sulla capacità dei Comuni di programmare la spesa e di sostenere servizi essenziali, in un contesto già segnato da vincoli di bilancio stringenti.
Iperammortamento e incentivi alle imprese
Altro dossier aperto è quello dell’iperammortamento. L’ipotesi in campo è un’estensione pluriennale dello strumento, molto atteso dalle imprese per sostenere investimenti in beni strumentali e innovazione. Il confronto riguarda sia la durata dell’agevolazione sia le risorse necessarie a renderla strutturale. La misura ha un peso economico rilevante perché incide direttamente sulle decisioni di investimento del tessuto produttivo, soprattutto manifatturiero. Proprio per questo è oggetto di una mediazione complessa, che coinvolge esigenze di crescita e compatibilità con i saldi di finanza pubblica.
Oro di Bankitalia e rapporti con l’Europa
Tra i nodi più delicati c’è la riformulazione dell’emendamento sull’oro della Banca d’Italia. Il confronto, seguito direttamente dal ministro dell’Economia, riguarda il bilanciamento tra una rivendicazione di principio, legata all’appartenenza delle riserve auree al popolo italiano, e il rispetto dell’indipendenza di Bankitalia e dei Trattati europei. La soluzione allo studio dovrebbe ribadire che le riserve restano gestite e detenute dalla banca centrale, nel pieno rispetto delle regole Ue. Si tratta di un passaggio politicamente sensibile, ma anche rilevante per i rapporti con la Banca centrale europea e per la credibilità finanziaria del Paese.
Tagli ai media e sicurezza sul lavoro
Restano aperti anche altri fronti. In particolare, è in discussione il dietrofront sui tagli alla Rai e alle emittenti locali. Un emendamento che prevedeva una riduzione delle risorse è stato contestato all’interno della maggioranza, con richieste di modifica per evitare un impatto diretto sul sistema dell’informazione. Sul tavolo ci sono poi alcune novità in materia di sicurezza sul lavoro, che attendono di essere depositate e valutate. Anche in questo caso il confronto riguarda il punto di equilibrio tra nuovi obblighi, costi per le imprese e tutele per i lavoratori.
Professionisti e pubblica amministrazione
Un’altra partita della Legge di Bilancio 2026 riguarda la stretta sui compensi dei professionisti che collaborano con la pubblica amministrazione ma non risultano in regola con il fisco. La norma, così come formulata inizialmente, ha suscitato critiche trasversali. Sono stati presentati correttivi per sopprimere il filtro fiscale, con l’obiettivo di evitare effetti distorsivi sui rapporti tra Pa e professionisti. Il tema resta aperto e rappresenta uno dei punti di frizione più evidenti all’interno della maggioranza.
La tassa sui pacchi e il rischio di doppio prelievo
Ancora in sospeso è il capitolo della nuova tassa sui pacchi provenienti da Paesi extra Ue. L’emendamento governativo prevede un prelievo di 2 euro sulle spedizioni di valore inferiore a 150 euro. A partire dal prossimo luglio, è atteso anche un contributo analogo deciso a livello europeo. Il rischio segnalato dagli operatori della logistica e dalle associazioni dei consumatori è quello di un doppio prelievo sulla stessa spedizione, con effetti sui costi e sui prezzi finali per i consumatori.