Giorgetti dà l’ultimatum alle banche, gli extra profitti saranno usati in Manovra

Giorgetti parla di banche, extraprofitti e tasse, invitando alla collaborazion. Presenta una Manovra che punta su Irpef, pace fiscale e sostegno al ceto medio

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Un discorso a tutto campo, tra banche, fisco e politica economica. A pochi giorni dal vertice di maggioranza che definirà la prossima Legge di bilancio (previsto per il 13 ottobre), Giancarlo Giorgetti è tornato a spiegare la sua visione sul rapporto tra Stato, istituti di credito e imprese.

Dal palco della Toscana, a Livorno il ministro dell’economia ha anticipato i nodi chiave della Manovra: il taglio delle imposte per il ceto medio e la pace fiscale, due questioni di cui ha ampiamente trattato ultimamente.

Il ministro ha poi toccato un’altra questione principale, cioè quella del possibile contributo straordinario dalle banche. Le sue parole arrivano mentre la premier Giorgia Meloni lavora a una Manovra da 16 miliardi, incentrata su Irpef, natalità e pensioni, e la Lega insiste sulla necessità di “fare spazio” a un’economia che chiamano “reale”, come il taglio delle tasse e la Rottamazione.

Ma rimaniamo su Giorgetti e le banche, per il quale:

Le banche fanno mega profitti e per me come ministro dell’economia le banche devono tornare a fare le banche.

Prestiti garantiti dallo Stato e profitti record: la denuncia di Giorgetti

Secondo Giorgetti, il compito delle banche deve restare quello di raccogliere risparmi e sostenere l’economia produttiva, evitando modelli di business troppo finanziarizzati.

La banca nasce per prendere i risparmi, depositi e prestarli all’economia reale e in questo modo fa anche un’attività meritoria. Oggi, molti profitti derivano dalla gestione passiva della ricchezza, più che dall’erogazione di credito a imprese e famiglie.

Il ministro ha osservato che una parte consistente dei finanziamenti viene concessa solo in presenza di garanzie pubbliche.

Oggi, tra l’altro, molti prestiti vengono erogati solo se c’è la garanzia dello Stato, che deve mettere la garanzia dell’80% del prestito che viene dato.

Un sistema, ha detto, in cui i rischi restano pubblici e i guadagni privati.

Quando c’è da prendere gli interessi attivi se li prendono loro, quando c’è la perdita se la deve prendere lo Stato.

Contributo straordinario dalle banche: la proposta del ministro

Nel 2024 le banche italiane hanno incassato utili da capogiro, spinti dai tassi d’interesse alle stelle e da commissioni sempre più generose. Ma tecnicamente di extraprofitti non si può parlare: la tassa straordinaria del 2023, quella pensata per colpire i guadagni fuori scala, non è stata riproposta e tutto è finito nella tassazione ordinaria.

Ed è qui che entra in scena Giorgetti. Il ministro invita a una collaborazione responsabile: chi ha fatto cassa, dice, deve restituire qualcosa.

Infatti, riguardo a un possibile prelievo straordinario sulle banche, Giorgetti ha invitato a non parlare di provvedimento punitivo ma di responsabilità condivisa:

Nel momento in cui si fa uno sforzo di sistema è giusto che tutti facciano una parte di questo sforzo e chi ha la possibilità di farlo di più lo faccia di più.

Ha aggiunto che non si tratta di una misura ideologica, ma di buon senso.

Mi sembra una cosa semplice e di buon senso, credo che la pensino così anche molti cittadini.

Manovra economica 2026: spazio per taglio Irpef e pace fiscale

Anticipando il vertice della maggioranza, Giorgetti ha confermato di aver trovato margini di bilancio per inserire il taglio dell’Irpef e una nuova pace fiscale.

Gli spazi per fare la riduzione delle tasse per il ceto medio e anche per la pace fiscale ci sono.

L’obiettivo, spiega, è alleggerire la pressione su chi è soffocato dai debiti tributari:

Se diamo fiato e possibilità a coloro che sono sommersi oggi dalle cartelle esattoriali forse non uccidiamo l’impresa e l’attività economica può continuare a contribuire.

Quello di Giorgetti è quasi un appello: basta salvataggi miracolosi e bonus a pioggia, serve pragmatismo, quello che fa respirare le imprese senza mandare in apnea i conti pubblici.

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