Trump non ha licenziato Lisa Cook dalla Fed: facciamo chiarezza

Trump tenta di rimuovere Lisa Cook dalla Fed citando presunte irregolarità sui mutui, ma la legge pone limiti e apre un delicato scontro politico

Pubblicato:

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La decisione di Trump di estromettere Lisa Cook dal board della Federal Reserve mette in collisione diretta la politica con una delle istituzioni più blindate di Washington.

Donald Trump ha, come sempre, reso pubblica la decisione con un messaggio social che ha trasformato un contenzioso su presunte irregolarità nei mutui in una sfida aperta all’indipendenza della Banca Centrale.

Qui si intrecciano dossier legali, possibili contraccolpi sui mercati globali e il principio, più che mai discusso, dell’autonomia della Fed, un caposaldo che dagli anni Cinquanta ha garantito fiducia e stabilità alla politica monetaria americana.

E c’è di più. Infatti, non basta un annuncio presidenziale per cacciare un membro della Fed: la legge consente la rimozione solo in presenza di una “giusta causa”, concetto mai messo alla prova in tribunale. Per questo la vicenda apre un fronte legale delicato.

Perché Trump vorrebbe licenziare Lisa Cook

Donald Trump ha annunciato di aver deciso la rimozione immediata di Lisa Cook dal board della Federal Reserve. Ha scelto il suo megafono preferito, la piattaforma Truth Social, dove ha pubblicato la lettera.

Truth Social
La lettera di licenziamento di Lisa Cook

Qui, Trump ha parlato di “sufficienti motivi” legati a pratiche immobiliari considerate irregolari.

Ha citato due mutui del 2021, uno in Michigan e l’altro in Georgia, entrambi presentati come residenza principale. Per Trump, questa doppia dichiarazione basterebbe a mettere in discussione l’affidabilità di Cook come regolatrice finanziaria.

La storia è stata alimentata da un documento diffuso da Bill Pulte, uomo di finanza legato a Trump e capo di un’agenzia di vigilanza sul credito. In quella lettera, Pulte ha parlato di “criminal referral” spingendo così per un’indagine. Da direttore dell’authority che sorveglia Fannie Mae e Freddie Mac, è stato lui ad accendere i riflettori sui mutui di Cook.

↓ Espandi ↓

Lisa Cook, come riportato da un’intervista che lei stessa aveva rilasciato alla ABC, aveva già chiarito la sua posizione già due settimane fa, e le accuse riguardano a prima della sua nomina alla Federal Reserve.

Perché il licenziamento non è ancora valido

Ma la lettera di Trump potrebbe non avere valore immediato, e qui bisogna fare un passo indietro. Il Federal Reserve Act del 1913 dice che un presidente può rimuovere un governatore soltanto “for cause”, ovvero per illeciti o gravi mancanze legate alla funzione.

Finora nessun presidente aveva mai osato tanto, e il caso Cook è il primo test reale. Le accuse riguardano mutui stipulati prima della sua nomina, già passati sotto il vaglio del Senato durante l’amministrazione Biden. Per molti giuristi, usarli ora come motivo di licenziamento appare giuridicamente fragile.

Infatti, Lisa Cook può impugnare la decisione (cosa che sta facendo) e farsi valere in sede di giudizio. Finché non esiste una condanna ufficiale, approvata dalla Corte o dal Parlamento, Lisa Cook resta al suo posto. Il presidente Trump, con la sua lettera, ha solo avviato il procedimento.

La replica di Lisa Cook: “Non ci sono i presupposti, non mi dimetto”

Lisa Cook ha subito risposto alle accuse, respingendo l’idea che il presidente possa cacciarla dal suo incarico. Ha infatti dichiarato:

Il presidente Trump ha cercato di licenziarmi per giusta causa e non ha alcuna autorità per farlo.

Ha ricordato che non è mai stata incriminata né accusata formalmente di frodi sui mutui e che quindi non esiste alcun motivo legale per rimuoverla.

Ha chiarito quindi che non intende mollare la poltrona:

Non mi dimetterò. Continuerò a svolgere i miei compiti per sostenere l’economia americana come faccio dal 2022.

Il legale Abbe David Lowell ha bollato la decisione come “un’azione illegale” e ha annunciato una battaglia in piena regola. Ha spiegato che utilizzeranno “qualsiasi azione necessaria per impedire” un intervento che giudicano privo di fondamento. Per lui, la mossa di Trump manca di procedura e di base giuridica.

Le tensioni con la Federal Reserve e il nodo Powell

Il braccio di ferro di Trump con la Federal Reserve non nasce certo oggi. Da mesi il presidente accusa Jerome Powell di non voler tagliare i tassi con la velocità che la Casa Bianca pretende.

Trump non si limita di certo alle critiche accademiche: ha definito Powell un “numbskull” (testa dura) e un “stubborn moron” (idiota ostinato).

Come se non bastasse, ha anche puntato il dito sulla maxi ristrutturazione della sede della Fed, un progetto da 2,5 miliardi di dollari che considera l’ennesima scusa per evocare una rimozione “per giusta causa”.

Perché è così rilevante il licenziamento di Lisa Cook

Lisa Cook, prima afroamericana nel board della Fed, è così diventata il bersaglio perfetto di tipo politico. Cacciarla con un pretesto legale sarebbe un attacco diretto all’autonomia della banca centrale.

E non è solo Cook: se dovesse saltare anche Jerome Powell, i mercati tremerebbero. Trump, chiaramente, vuole piegare la Fed ai suoi interessi. La conseguenza sarebbe un colpo alla credibilità della politica monetaria e un avviso che tutti i nominati di Biden sono ora nel mirino del presidente.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963