È stata certamente una mossa non convenzionale quella di Donald Trump, il quale ha annunciato che il miliardario Elon Musk e il patriota Vivek Ramaswamy dirigeranno un inedito Department of Government Efficiency (Doge). In pratica, una squadra “fuori dalle righe” pensata per riformare la macchina governativa senza farne realmente parte.
La loro missione sarà quella di fare a pezzi la burocrazia, riscrivere le regole e risparmiare miliardi. Trump vuole trasformare il governo in una struttura agile e “privata”, in stile Silicon Valley, con Musk e Ramaswamy incaricati di introdurre metodi che il governo federale non ha mai visto.
Nel suo discorso alla folla, il presidente eletto ha indicato che il duo opererà come una forza esterna, come dei consulenti, collaborando con il Tesoro e l’Ufficio di Bilancio per iniettare un nuovo approccio imprenditoriale che intende rivoluzionare l’intero assetto del settore pubblico.
Zero regole, trasparenza online garantita
Donald Trump non si è risparmiato. Questo nuovo progetto vuole “far esplodere” le inefficienze, ma questa volta nelle pieghe della burocrazia statunitense, demolendo quella che Trump definisce come una macchina governativa paralizzante. Con questo dipartimento, Musk e Ramaswamy saranno le armi non convenzionali dell’amministrazione Trump per stravolgere gli apparati federali.
Musk, entusiasta del nuovo incarico, ha promesso massima trasparenza sui lavori del dipartimento, con aggiornamenti regolari su X, la piattaforma che lui stesso possiede. Col tocco fuori dalle righe, tipico della sua comunicazione, Musk ha proposto di creare una “classifica delle spese più folli” per mettere in luce i peggiori sprechi delle finanze pubbliche.
Ma c’è un dettaglio significativo: non essendo formalmente parte dell’apparato federale, Musk e Ramaswamy non saranno tenuti agli obblighi di trasparenza e indipendenza richiesti ai funzionari pubblici. Niente obbligo di dichiarazione dei beni, niente conflitti di interesse dichiarati: una situazione perfetta per muoversi senza troppi vincoli.
Una struttura “Doge” e la spinta alla deregulation
L’acronimo del dipartimento, “Doge,” non è, ovviamente, una coincidenza. Musk non ha perso l’occasione per connettere l’iniziativa alla sua amata criptovaluta Dogecoin, che ha già registrato un’impennata dalla notizia, segno che il mercato attende una regolamentazione più “morbida”. E non è neanche la prima volta che parla di voler far parte di un gabinetto non governativo dal nome Doge.
E non solo Dogecoin: le azioni Tesla hanno guadagnato circa il 30% dalle elezioni, segnalando come questa riforma possa avere conseguenze dirette sulle società collegate a Musk, e non solo. Questo è un chiaro segnale che gli affari interni ormai sono anche affari di una delle personalità più ricche del pianeta.
Deregulation e spinte private al comando
La tempistica non è casuale: il lavoro del Department of Government Efficiency dovrebbe terminare entro il 4 luglio 2026, giusto in tempo per celebrare l’indipendenza con un “governo ridotto” che Trump vede come un “regalo” per l’anniversario.
Ramaswamy, già noto per il suo stile aggressivo in ambito corporate, si è detto pronto ad affrontare i tagli con il piglio dell’uomo d’affari, con proposte che vanno dalle riduzioni di personale a una politica orientata verso tagli radicali e l’introduzione di figure apertamente conservatrici nelle aziende.
Un cocktail esplosivo di interessi e polemiche
Non sono mancate le critiche. Public Citizen, un’associazione che monitora gli abusi di potere nelle imprese e nei governi, ha definito Musk inadatto, accusandolo, come se non risultasse piuttosto palese, di voler sfruttare il nuovo incarico per demolire le regolamentazioni che frenano le sue imprese. Ramaswamy, dal canto suo, promette tagli e un approccio manageriale, ma l’opposizione teme che questa “task force” si traduca in un vantaggio per pochi, mascherato da interesse pubblico.