Guerra Ucraina Russia, verso sud-est di Sudzha: ponte distrutto rende difficile evacuazione

Prosegue in territorio russo la guerra con l'Ucraina. Nella notte è stato fatto saltare un ponte, che blocca l'evacuazione dei civili dalla regione del Kursk

Pubblicato: 17 Agosto 2024 09:37

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Prosegue l’avanzata ucraina nel Kursk. Nella notte arriva la conferma della distruzione di un ponte sul fiume Seim, nel distretto di Glushkovsky. Un rappresentante regionale della polizia ha confermato, come riporta l’agenzia Tass, che: “L’evacuazione via terra da una parte del distretto di Glushkovsky è interrotta”.

Attacco Ucraino al ponte sul Seim: blocco evacuazione civili

Nella notte un attacco ucraino al ponte sul fiume Seim nella regione di Kursk ha bloccato l’evacuazione dei civili dalla zona. Secondo quanto dichiarato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, l’attacco è stato condotto con l’utilizzo di razzi Himars, una tecnologia di fabbricazione statunitense.

La distruzione del ponte ha avuto conseguenze rilevanti per la logistica russa, complicando l’evacuazione dei residenti del distretto di Glushkovsky e ostacolando il movimento delle truppe e dei rifornimenti nella regione.

Sebbene la Russia abbia dichiarato che l’attacco ha avuto un impatto significativo, le affermazioni non sono state ancora verificate da una fonte indipendente.

Utilizzati missili Himars: proprietà Usa

L’utilizzo dei missili Himars (High Mobility Artillery Rocket System) da parte delle forze ucraine non è nuovo, ma ogni volta è molto efficace. Questi sistemi d’arma, forniti dagli Stati Uniti, sono infatti altamente mobili e noti per la loro precisione nel colpire bersagli strategici.

Ciascun Himars può trasportare fino a sei razzi o un missile tattico a lunga gittata, rendendolo uno strumento versatile e letale sul campo di battaglia. Nel contesto del conflitto in Ucraina, gli Himars sono stati utilizzati per colpire obiettivi strategici come depositi di munizioni, centri di comando e infrastrutture chiave, indebolendo le capacità operative delle forze russe.

L’attacco al ponte sul Seim è un esempio di come questi sistemi siano stati impiegati con successo per colpire infrastrutture vitali e riescano a contribuire a mettere in difficoltà le forze nemiche e a modificare l’equilibrio delle operazioni militari.

L’avanzata Russa da un lato e incursione ucraina dall’altro: il punto

Nonostante le incursioni ucraine nella regione russa di Kursk, le forze russe stanno rapidamente avanzando verso la città di Pokrovsk, un’importante hub logistico e militare nell’Ucraina orientale. La città, che prima della guerra contava circa 60.000 abitanti, è strategica per l’esercito ucraino grazie alla connessione diretta con Kostiantynivka, un altro centro militare per il rifornimento delle linee del fronte e l’evacuazione dei feriti verso Dnipro.

Secondo Serhii Dobriak, capo dell’amministrazione militare di Pokrovsk, le truppe russe si trovano a poco più di 10 chilometri dalla periferia della città. La situazione appare in rapido deterioramento. Dobriak ha quindi esortato la popolazione locale a evacuare senza indugio, poiché il nemico si sta avvicinando rapidamente

L’avanzata russa dimostra che Mosca non ha allentato la sua pressione sulle altre aree dell’Ucraina, nonostante la riuscita incursione di Kyiv oltre il confine.

Nel frattempo, l’esercito ucraino ha riferito di aver avanzato tra 1 e 3 chilometri in alcune aree della regione di Kursk, spingendo la Russia a distogliere diverse migliaia di truppe dal fronte per affrontare la nuova minaccia. Gli sforzi russi per avanzare nella regione di Belgorod non si sono fermati, con intense battaglie in corso a Pokrovsk e Toretsk.

L’Istituto per lo Studio della Guerra ha confermato che le forze russe mantengono un ritmo offensivo “elevato” nell’area di Donetsk, il che evidenzia la volontà del comando militare russo di portare a casa gli obiettivi, nonostante tutto, con anche l’ennesimo rifiuto di portare avanti i negoziati di pace.

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