Tari, la classifica delle città più care: ecco dove si paga di più

L’imposta per i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti varia da comune a comune a seconda delle tariffe applicate: la graduatoria dei capoluoghi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’anno che si appresta a terminare verrà ricordato come uno dei più complicati per le famiglie di tutta Italia dal punto di vista economico. La stabilità dei conti di milioni di contribuenti è stata messa a dura prova da una serie di emergenze concomitanti che hanno gravato in maniera pesante sulle loro tasche.

Tra tasse, imposte, fatture e spese vive, sono moltissime le persone che dichiarano di dover stringere la cinghia in questo finale di 2023, nonostante l’arrivo del periodo natalizio porti da sempre a un incremento degli acquisti per i regali, gli arredi e gli addobbi.

Tasse, imposte e rincari: il 2023 è l’anno più duro di sempre?

Nel corso dell’autunno l’emergenza energetica ha raggiunto un livello mai visto prima nella storia recente del nostro Paese: il costo dell’elettricità ha subìto un rincaro senza precedenti, provocando l’aumento della spesa media per le bollette della luce.

Contemporaneamente, anche il carrello della spesa ha visto schizzare alle stelle il prezzo di moltissimi alimenti, anche quelli di uso comune. L’inflazione galoppante non ha risparmiato neppure i beni di prima necessità, costringendo i nuclei più fragili a compiere delle scelte drastiche su quali acquisti privilegiare.

Tari, la classifica delle città italiane in cui si paga di più

Nel computo complessivo delle uscite pro-capite rientra anche la Tassa sui rifiuti, che ognuno di noi paga per il mantenimento dei servizi di raccolta e smaltimento previsti dalle amministrazioni comunali e svolti dalle società territoriali preposte. Parliamo di un’imposta il cui valore non è standard, ma varia di città in città a seconda della tariffa che ogni comune applica nel calcolo del valore.

E così assistiamo ad una differenza di spesa tra i cittadini a seconda della zona di residenza. Come ogni anno, grazie alla raccolta capillare dei dati svolta dalle associazioni di categoria su tutto il territorio nazionale (in particolare, la Uil è una di quelle organizzazioni che svolge un monitoraggio costante nell’arco dei dodici mesi), è possibile stilare una classifica delle città italiane in cui la Tari costa di più.

Quanto vale la Tassa sui rifiuti: la graduatoria dei capoluoghi italiani

Nel corso del 2023 sono stati decisi una serie di rincari della Tari in diversi capoluoghi italiani. Sicuramente uno degli aumenti più importanti che sono stati annuciati è stato registrato a Napoli, dove l’imposta è lievitata del 20%. Perugia ha annunciato un aumento del 4,2%. Nel corso del 2022, proprio il Comune di Perugia era riuscito ad incassare qualcosa come 48,9 milioni di euro. Con gli aumenti deliberati l’aspettativa è di riuscire ad incassare un miliione in più.

Secondo la Uil, le città nelle quali la Tari risultava essere più alta nel corso del 2022 sono le seguenti

  • Pisa: 519 euro medi l’anno a famiglia;
  • Brindisi: 518 euro;
  • Genova: 489 euro;
  • Benevento: 481 euro;
  • Messina: 476 euro;
  • Catania: 475 euro;
  • Siracusa: 472 euro;
  • Agrigento: 471 euro;
  • Taranto: 459 euro;
  • Trapani: 457 euro.

Nel corso de dei due anni compresi tra il 2021 ed il 2022 per la Tari queste sono le città nelle quali sono stati registrati i maggiori aumenti:

  • Potenza: 85,9%;
  • Cosenza: 42,2%;
  • Taranto: 29,9%;
  • Viterbo: 29,0%;
  • Rovigo: 27,0%;
  • Gorizia: 22,4%;
  • Arezzo: 20,9%;
  • Forlì: 20,7%;
  • Firenze: 20,1%;
  • Pistoia: 19,2%;
  • Media nazionale: 3,7%.

L’immondizia continua ad essere un salasso per le famiglie.