Non si tratta di un miraggio nel deserto. È tutto vero. L’urlo di Charles Leclerc nell’abitacolo della sua Ferrari, la gioia del team principal Mattia Binotto, le lacrime di commozione dei meccanici di Maranello e le rosse in parata dopo l’arrivo con Carlos Sainz, che completa una doppietta rossa destinata a fare storia.
La nuova era della Formula 1 (che da quest’anno ha apportato diversi cambiamenti al regolamento in termini di assetto delle vetture, miscela delle gomme e utilizzo della strumentistica a bordo) si è aperta sul circuito del Bahrain con un trionfo entusiasmante per il Cavallino, tornato davanti alle rivali Red Bull e Mercedes dopo tre anni a digiuno di vittorie, con il traguardo dei 1000 GP celebrato al Mugello 2020 nell’assoluta mediocrità.
La nuova Ferrari e le modifiche al regolamento
Le speranze di riscatto erano affidate alla F1-75, la nuova macchina che celebra l’anniversario della fondazione dell’azienda, e alla grande opportunità offerta dalla rivoluzione dei regolamenti. Sabato la pole position ottenuta da Leclerc aveva fatto capire che il miracolo era possibile e in gara il Principino monegasco ha fatto il resto, piegando il campione del mondo in carica – l’olandese Max Verstappen – al termine di un duello infuocato.
Charles Leclerc si è preso una doppia rivincita. Poteva sbancare il Bahrain già nel 2019, alla seconda gara da ferrarista, ma fu fermato da un guasto a un cilindro. Domenica il talento cresciuto nella Ferrari Driver Academy ha chiuso il cerchio, centrando il terzo successo della carriera dopo quelli conseguiti sulle piste di Spa e di Monza (sono passati tre anni) e smentendo chi nel 2021 lo aveva visto in crisi nel confronto in famiglia con Carlos Sainz.
La crescita del monegasco e la spalla di Carlos Sainz
Il pilota che possiamo ammirare oggi è cresciuto molto rispetto a quello che tre anni fa era stato piegato dallo stesso Verstappen nel GP d’Austria dopo un duello di fuoco. Adesso è più completo, forte e maturo. Alla vigilia del fine settimana appena trascorso aveva detto di voler vincere, facendo eco alle parole di Mattia Binotto che non avrebbe firmato per un secondo posto, e ieri ha ribadito la convinzione di poter lottare per il Mondiale con questa Ferrari (l’ultimo titolo ferrarista di Kimi Raikkonen risale all’ormai lontano 2007).
Anche Carlos Sainz, pur avendo brillato meno del monegasco, può diventare un osso duro per tutti, compreso quel Lewis Hamilton che ieri è arrivato terzo dopo il suicidio delle Red Bull ma che ieri è sembrato non avere una Mercedes all’altezza e (forse) neppure gli stimoli giusti dopo la delusione all’ultima curva dell’ultimo gran premio dello scorso anno.
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Lo stipendio di Leclerc e la classifica dei piloti
Il risultato in Bahrain ripaga le scelte economiche effettuate dai vertici del Cavallino per la stagione in corso in termini di ingaggi. Infatti, stando ai dati diffusi dalla Fia (la Federazione Internazionale dell’Automobile, presieduta dall’ex bandiera ferrarista Jean Todt), la classifica degli stipendi dei piloti del 2022 vede Charles Leclerc arrivare in doppia cifra per la prima volta in carriera, con un contratto da 10,5 milioni di euro con la Ferrari (sesto posto generale), due in più del suo compagno di scuderia (settimo posto).
A comandare ci sono sempre gli inarrivabili Verstappen (36 milioni di euro) e Hamilton (appena uno di meno), seguiti da un altro ex campione del mondo, Fernando Alonso (che dalla Alpine riceve 17,5 milioni di euro). Completano le prime posizioni Sebastian Vettel (anche lui già vincitore di 4 Mondiali in passato) e Daniel Ricciardo: entrambi percepiscono 13 milioni di euro per il 2022.