Djokovic espulso, sentenza definitiva: quanto perde per la mancata partecipazione all’Australian Open

Il tennista serbo ha dovuto lasciare l'Australia in seguito al contenzioso col governo a causa delle sue posizioni No vax

Caso Djokovic, atto finale: il tennista serbo numero 1 al mondo è stato espulso dall’Australia e non potrà partecipare all’Australian Open. A mettere il punto sulla vicenda andata avanti per 13 giorni è stata la sentenza definitiva della Corte federale che, non potendo pronunciarsi sul merito, si è limitata a valutare la correttezza formale del provvedimento di espulsione per motivi sanitari da parte del governo. Novak Djokovic ha dunque perso la sua battaglia contro il vaccino, obbligatorio per mettere piede sul suolo australiano, diventata un vero caso internazionale.

Djokovic espulso, sentenza definitiva: il “rischio sanitario”

Il campione No vax si è visto respingere il ricorso contro la decisione del ministro dell’Immigrazione Alex Hawke di ritirargli il visto per la seconda volta, presa anche alla luce degli errori e delle omissioni sui documenti di viaggio, in quanto ha ritenuto Djokovic un “rischio sanitario”.

I giudici della Corte federale hanno rigettato all’unanimità l’appello del tennista per rimanere nel Paese e difendere il titolo dell’Australian Open che si apre domani.

“Una decisione presa per motivi di salute e sicurezza, nell’interesse pubblico degli australiani. Così si è deciso di mantenere forti i nostri confini e proteggere la popolazione”, ha dichiarato il primo ministro australiano Scott Morrison.

“Sono estremamente deluso dalla decisione della Corte federale” è stato il commento subito dopo il verdetto di Novak Djokovic.  “Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in merito alla mia partenza dal Paese” ha dichiarato l’atleta, che subito dopo si è imbarcato su un volo in direzione Dubai. “Ora mi prenderò un po’ di tempo per riposarmi e riprendermi” ha aggiunto ringraziando la famiglia e i tifosi che l’hanno sostenuto.

Djokovic espulso, sentenza definitiva: le conseguenze

Il 34enne serbo, numero 1 della classifica Atp, non potrà dunque difendere il suo titolo all’Australian Open, il primo dei tornei dello Slam della stagione 2022 al via il 17 gennaio, e cercare di centrare il traguardo del suo 21esimo Slam in carriera, che gli permetterebbe di lasciare le altre due leggende Rafa Nadal e Roger Federer a quota 20.

Il verdetto fa crollare anche il sogno di Djokovic del Grande Slam, cioè la vittoria in un anno solare di tutti e quattro i trofei principali del tennis mondiale: Australia, Parigi, New York e Wimbledon. Ma potrebbe avere conseguenze non circoscritte soltanto a questa stagione.

Il divieto partecipazione a quello che è uno dei suoi tornei preferiti potrebbe essere esteso anche ai prossimi tre anni, arco di tempo al quale viene interdetto solitamente l’ingresso in Australia da una sentenza come quella subita dal tennista serbo.

Djokovic espulso, sentenza definitiva: quanti soldi potrebbe perdere

Nonostante abbiano sottolineato l'”irrazionalità” dell’annullamento del visto, gli avvocati di Djokovic non hanno presentato ricorso e dunque il tennista è condannato, tra le altre cose, a pagare le spese legali del processo: la cifra non è ancora nota, ma probabilmente non saranno costi contenuti visto il lungo iter giudiziario della vicenda.

Inoltre a causa della mancata partecipazione all’Australian Open (qui abbiamo scritto quanto perde) il numero 1 al mondo non potrà concorrere alla vittoria di 2,8 milioni di euro destinati al vincitore, né ovviamente potrà incassare i guadagni relativi al raggiungimento di tutte le altre posizioni nel torneo (qui per sapere quanto vince il primo classificato all’Australian Open).

Infine la vicenda rischia di compromettere l’immagine di Djokovic, diventato ormai atleta simbolo dei No vax, mettendo in pericolo almeno 50 milioni di euro di contratti con i suoi sponsor (qui abbiamo scritto di quanto rischia di perdere dagli sponsor).