C’è anche lo sport fra i destinatari del decreto “sostegni ter” approvato nella giornata di venerdì 21 gennaio dal Consiglio dei ministri presieduto da Mario Draghi. Ma le risorse stanziate sono davvero poche, molte di meno rispetto a quanto si erano immaginati (e si auguravano) i vertici delle diverse federazioni. Da Giovanni Malagò (presidente del Coni), passando per Umberto Gandini (capo della Lega Basket Serie A) e Massimo Righi (amministratore delegato della Lega Pallavolo Maschile), tanti dirigenti dello sport italiano stanno lamentando l’inadeguatezza dell’intervento governativo.
I soldi sul piatto per il comparto sportivo sono 100 milioni di euro (su un totale di 1,7 miliardi), di cui però più della metà appartengono ad un fondo già esistente che il decreto autorizza ad usare parzialmente. I ripetuti tentativi della sottosegretaria (ed ex campionessa olimpica nella scherma) Valentina Vezzali di arrivare ad un investimento molto più cospicuo si sono scontrati con i conti presentati dai tecnici del ministero dell’Economia.
Sostegni per lo sport, le voci per gli sponsor e i dilettanti
Scorporando le voci, ci sono 20 milioni di euro per il credito d’imposta per le sponsorizzazioni relative ai primi tre mesi dell’anno. Voce già presente per il 2020 e il 2021, il suo rinnovo era stato bloccato nella legge di Bilancio, mentre ora ricompare con una somma di gran lunga inferiore (nello scorso biennio era di 180 milioni). Inoltre, esiste un tetto che non lo rende applicabile alla Serie A: i destinatari maggiori saranno così le categorie minori del calcio, la pallacanestro e altri sport secondari dal punto di vista del fatturato.
Proprio le categorie dilettantistiche in sofferenza vengono agevolate con lo stanziamento maggiore, pari a 60 milioni di euro. Come specificato nel testo del decreto, per questi soldi esiste un solo vincolo: metà della cifra “è destinata alle società e alle associazioni che gestiscono impianti per l’attività natatoria”. Di fatto, le piscine compaiono fra le “attività economiche che più sono state colpite” dalla crisi pandemica.
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Il rimborso dei tamponi e lo stop delle tasse per la Serie A
Sul fronte delle spese sanitarie, per il campionato di calcio arrivano altri 20 milioni di euro. Anche queste risorse andranno presumibilmente divise con le altre competizioni di vertice, quelle che secondo il controllo devono fare più tamponi. Una prima tranche da 86 milioni (di cui 56 per il mondo del calcio e 5 per la Serie A) era già prevista dai decreti precedenti, ma ora verrà eliminato il tetto da 100 milioni di “valore di produzione” che aveva impedito a diverse società più grandi di usufruirne.
Infine c’è il capitolo che riguarda la sospensione e la rateizzazione dei versamenti fiscali e contributivi. Qui il fronte è ancora aperto. In legge di Bilancio il rinvio era stato limitato ai primi quattro mesi del 2020, ma i tentativi di oggi sono per allargarlo. Su questo punto c’è da tempo una stretta dialettica tra la Federcalcio e il Mef, un dialogo che aveva prodotto risultati positivi già alla fine dell’anno. Si tratta di un provvedimento decisivo per la Serie A, che nel periodo della pandemia ha perso ben 1,1 miliardi di euro.