Biglietti Milan-Inter, esplode il secondary ticketing: cos’è

Nei gruppi social e sui siti internet esplode il secondary ticketing in vista dei due match di Champions League tra Milan e Inter: ecco di cosa si tratta

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Luca Bucceri

Giornalista libero professionista

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e delle due ruote, scrive di cronaca, politica e attualità. Collabora con Virgilio Notizie e Virgilio Motori, Yahoo e SportMediaset.

San Siro si prepara per la festa Champions, con due euroderby nel giro di una settimana che diranno chi tra Milan e Inter conquisterà la finale della massima competizione europea. Andata il 10 maggio con i rossoneri padroni di casa, ritorno sempre al Meazza il 16, con i nerazzurri che potranno contare sulla spinta del proprio pubblico per cercare di beffare i cugini.

Ma a concentrare l’attenzione non è di per sé il match, ma quanto sta succedendo attorno a una delle partite che tutti vogliono vedere e alla quale soltanto “pochi” fortunati riusciranno ad assistere. Da giorni, infatti, impazza la polemica sul secondary ticketing e i prezzi a cifre folli per i biglietti rivenduti per l’andata e il ritorno delle due gare.

Cos’è il secondary ticketing

Ma di cosa stiamo parlando? Quando si parla di secondary ticketing si fa riferimento alla rivendita di titoli di accesso ad attività di spettacolo, biglietti che sono stati acquistati dai canali primari autorizzati come i punti vendita fisici o box offices, siti degli organizzatori e siti internet di rivendita primari. Rivendita sì, ma maggiorata.

Infatti il secondary ticketing è la opzione di rivendita a prezzi superiori rispetto a quelli comunicati dall’ente organizzatore e per questo, secondo la legge italiana, è vietata. La legge 232/2016, infatti, ha introdotto all’art. 1, comma 545, una nuova fattispecie di illecito amministrativo consistente nella “vendita o qualsiasi altra forma di collocamento di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da soggetto diverso dai titolari, anche sulla base di apposito contratto o convenzione, dei sistemi per la loro emissione”.

Viene quindi fatta salva unicamente “la vendita ad un prezzo uguale o inferiore a quello nominale di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da una persona fisica in modo occasionale, purché senza finalità commerciali”.

La violazione “è punita, salvo che il fatto non costituisca reato, con l’inibizione della condotta e con sanzioni amministrative pecuniarie da 5.000 euro a 180.000 euro, nonché, ove la condotta sia effettuata attraverso le reti di comunicazione elettronica […] con la rimozione dei contenuti, o, nei casi più gravi, con l’oscuramento del sito internet attraverso il quale la violazione è stata posta in essere, fatte salve le azioni risarcitorie”.

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Cosa sta succedendo per l’euroderby di Champions

E di secondary ticketing per Milan-Inter e il ritorno Inter-Milan se ne sta vedendo parecchio. Diversi, infatti, sono i tifosi, o presunti tali, che sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto e che ora, vista l’elevata richiesta, lo mettono in vendita a prezzi maggiorati.

Capita quindi di trovare online un secondo anello rosso a 700 euro anziché 169, così come un terzo blu a 800 anziché 69. Prezzi che però non sono di certo i più bassi, con tagliandi che arrivano a costare anche 1.310 euro. C’è chi purtroppo è disposto a scendere a patti con i “bagarini” e chi invece denuncia, con i gruppi Facebook che sono anche presi d’assalto da truffatori che fanno la cresta su ignari tifosi che acquistano lo stesso tagliando arricchendo le tasche dei malintenzionati.

Alcuni siti poi, come viagogo e Ticombo, sono nel mirino dell’Agcom che già in passato aveva denunciato e attenzionato la situazione emettendo multe da oltre 12 milioni. Ma c’è chi continua a vendere e chi, purtroppo, ci casca.

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