Gennaio, come ogni anno, è il mese del calciomercato invernale, la sessione del cosiddetto mercato di riparazione nel quale tante società cercano di mettere sotto contratto nuovi giocatori per tentare di raddrizzare le sorti di una stagione che potrebbe non essere fin qui esaltante come pensato. Se il grande colpo, quello che ha avuto risonanza mondiale, è il passaggio di Cristiano Ronaldo agli arabi dell’Al Nassr, in Europa c’è un club che sta attirando su di sé le luci dei riflettori e che, senza qualche regolata, potrebbe anche finire sotto la lente d’ingrandimento della Uefa e del Fair Play Finanziario.
Parliamo del Chelsea, club che fino a qualche mese fa se la passava davvero male a causa della cessione obbligata di Abramovich dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. I Blues, però, contro ogni aspettativa hanno messo fiori di milioni sul mercato, arrivando a spendere fin qui delle cifre folli che solo per una trovata davvero astuta potrebbero non finire al centro di uno scandalo.
Le spese folli del Chelsea in barba al Fair Play Finanziario
Da giugno a oggi, ovvero tra il mercato estivo e quello invernale, il Chelsea del neo patron Todd Boehly ha mosso ingenti quantità di denaro in barba al Fair Play Finanziario. Tra gli acquisti di Datro Fofana e dell’ucraino Mychajlo Mudryk, infatti, i Blues hanno speso ben 150 milioni di sterline, ma gli affari non sono di certo finiti qui.
In tanti ricordano i passaggi in estate di Cucurella (65 milioni), Sterling (56 milioni), Koulibaly (38 milioni), ai quali si sono aggiunti in inverno i citati acquisti più quelli di Badiashile (38 milioni) e Maduake (35 milioni). Tirando le somme, con qualche affare minore qua e là, dai conti del Chelsea sono usciti oltre 460 milioni nel corso di un solo anno, numeri che, leggendo i dati di Deloitte Football Money League, schizzano addirittura a 568 milioni di fatturato. Cifre che meriterebbero più di un controllo da parte della Uefa che tanto spesso è stata dura con le italiane in materia di Fair Play Finanziario.
Fair Play Finanziario, la trovata dei Blues
Ricordando che uno dei punti fondamentali dell’FPF è quello di ottenere un pareggio di bilancio al termine dell’anno contabile, com’è quindi possibile che il Chelsea non finisca sotto le mira della Uefa? Senza considerare i costi che il club deve affrontare, infatti, sembra difficile che i londinesi siano riusciti a ottenere tante entrate quante sono le uscite. Infatti è così e alla base del “raggiro” c’è una regola per così dire rubata al mondo del baseball.
Come si evince da uno studio pubblicato sulla rivista Undici, infatti, il patron Boehly ha importato una consuetudine, divenuta trucchetto, nello sport. In cosa consiste? La firma pluriennale. Guardando infatti gli ultimi acquisti del club, si può notare come tutti abbiano trovato accordi quinquennali o più, addirittura con l’ultimo arrivato Mudryk che ha firmato per otto anni. Partendo dal presupposto che la FIFA riconosce come durata massimo di contratto il quinquennale, ma lascia alle federazioni la facoltà di prevedere durata diversa, i Blues hanno deciso di sfruttare il vuoto normativo per avere la meglio sui controlli della commissione Uefa (qui vi abbiamo parlato del possibile ritorno di CR7 in Europa).
Facendo firmare ai giocatori contratti pluriennali, infatti, i costi del cartellino non pesano solo per una stagione, ma vengono spalmati e ammortizzati nel corso di tutti gli anni. Rimanendo su Mudryk, il cui cartellino è costato 70 milioni, nel bilancio del Chelsea l’operazione andrà a costare solo 8,2 milioni per otto stagioni. Con un rapido calcolo, quindi l Chelsea non spenderà nel corso dell’anno più di 80 milioni di euro per i suoi nuovi acquisti, a fronte di cifre otto volte maggiori.
Un trucchetto, però, che potrebbe avere vita breve. A fronte di questo ricorso massiccio ai contratti lunghi l’Uefa potrebbe prendere provvedimenti, arrivando alla regolamentazione di una durata massima dei contratti.