Superbonus, strappo del governo: come cambia per le case private

Il ministro Giancarlo Giorgetti ha illustrato le intenzioni dell’esecutivo sull’agevolazione per le ristrutturazioni: stretta in arrivo per le villette

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

C’è un aspetto in particolare su cui il governo di Giorgia Meloni sta confermando le stesse valutazioni espresse a suo tempo dal precedente esecutivo guidato da Mario Draghi. Si tratta del Superbonus 110%, la misura che prevede agevolazioni di carattere economico per tutti coloro che decidono di intervenire sulle proprie abitazioni (siano esse case private o appartamenti inseriti in un contesto condominiale) tramite lo svolgimento dei lavori per l’efficientamento energetico.

È stato uno temi più dibattuti nel corso della campagna elettorale che ha portato al voto dello scorso 25 settembre. Misura bandiera del Movimento 5 stelle (che ne ha fatto un tratto identitario dopo averla approvata durante la scorsa legislatura), nelle ultime settimane è diventata terreno di sconto non solo tra la maggioranza e l’opposizione, ma anche tra gli stessi partiti alleati che formano la coalizione di centrodestra.

Superbonus, la stretta del governo per le villette

Per comprendere la posizione del governo sul Superbonus occorre rileggere le ultime dichiarazioni pronunciate dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa organizzata per elencare le nuove norme contenute nel decreto Aiuti quater, da poco approvato in Consiglio dei ministri.

Il numero due della Lega arriva davanti ai giornalisti accompagnato dalla premier e non vuole farsi distrarre dal clamore suscitato dai primi interventi messi in campo dall’esecutivo (in particolare su rave party ed emergenza migranti): è concentrato sulle misure economiche con cui dovrà rilanciare la difficile situazione del nostro Paese, con milioni di famiglie e migliaia di imprese ridotte in ginocchio a causa della crisi energetica che ha fatto schizzare alle stelle il costo delle bollette della luce.

Quando arriva il suo turno, l’esponente del Carroccio punta dritto al sodo. A chi gli chiede come mai il governo voglia abbassare al 90% la soglia per le ristrutturazioni edili, lui risponde categorico: “Non si era mai vista una misura che impiegasse così tanti soldi pubblici destinati a così poche persone“. La stoccata è di quelle pesanti ed è rivolta direttamente a Giuseppe Conte, che da Palazzo Chigi si intestò i meriti della riforma: grazie a questo intervento l’ex premier ha sempre sostenuto di aver evitato il tracollo del settore delle costruzioni.

Superbonus, i dati dell’Ance e la spesa per le casse dello Stato

Difficile dire se sia andata davvero così. Di certo sono innegabili i benefici sul tasso di occupazione apportati dal Superbonus, come confermato dagli ultimi dati diffusi dall’Ance (l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili), che mostrano una crescita del numero di addetti ai lavori dall’inizio del 2021 ad oggi.

Certo, rimane forte la preoccupazione per il buco lasciato dall’agevolazione nelle casse dello Stato. Al 31 ottobre, l’esposizione dell’erario pubblico per gli interventi di efficientamento energetico ammonta a 60,5 miliardi di euro (di cui, per dare un’idea, ben 42,7 miliardi nei primi nove mesi del 2022). Parliamo di una cifra complessiva che supera di circa 37,8 miliardi di euro le stime calcolate dai tecnici ministeriali ad inizio 2020.

Per questo, un’eventuale proroga della misura anche nel 2023 sarà riservata solo alle palazzine e ai condomini. Per quanto riguarda le villette e le case private, continueranno a ricevere gli aiuti pubblici solamente quelle che al 30 settembre 2022 avranno presentato uno stato dei lavori pari almeno al 30%.