Obbligazioni Eni a ruba, al via il riparto: ma occhio ai rischi collegati al bond

Il successo delle obbligazioni Eni è stato tale che la società ora deve procedere al riparto. Cos'è e come funziona. Quali rischi per gli investitori?

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il successo delle obbligazioni Eni è stato tale che la società è intervenuta per chiudere in netto anticipo le vendite. Cosa succede ora? Si procede con il riparto. Come anticipato nei giorni scorsi, il tasso di interesse nominale annuo lordo è stato indicato al 4,30%.

L’offerta delle obbligazioni, che inizialmente doveva concludersi il 3 febbraio, è stata chiusa anticipatamente il 20 gennaio. La domanda complessiva è stata di oltre 10 miliardi di euro, con richieste pervenute da oltre 310mila investitori, registrando il record italiano per una emissione obbligazionaria corporate single tranche destinata al retail.

L’emissione è di fatto la prima del settore in formato sustainability-linked destinata al pubblico retail, consolidando ulteriormente il legame tra la strategia finanziaria e di sostenibilità di Eni.

Le obbligazioni, della durata di 5 anni, saranno emesse alla data del 10 febbraio 2023 per un ammontare di 2 miliardi di euro ad un prezzo pari al 100% del loro valore nominale. Le obbligazioni come detto pagheranno una cedola annua lorda del 4,30%, che rimarrà invariata sino a scadenza in caso di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità relativi alla capacità installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e al Net Carbon Footprint Upstream (Scope 1 e 2).

In caso di mancato raggiungimento di anche uno solo dei due target, il tasso di interesse relativo alla cedola pagabile alla data di scadenza (10 febbraio 2028) sarà incrementato dello 0,50%, secondo le modalità descritte nel Prospetto Informativo.

Come funziona il riparto

Visto che le adesioni pervenute da parte del pubblico sono risultate superiori all’ammontare complessivo delle obbligazioni, Eni provvede ora al riparto, cioè all’assegnazione dell’ammontare complessivo delle obbligazioni, secondo precisi criteri.

Qualora il numero dei richiedenti non risulti superiore al numero di lotti minimi disponibili, per ciascun richiedente sarà assegnato il lotto minimo. Essendo di 2mila euro, moltiplicato per i circa 310mila sottoscrittori, significa un’assegnazione di 620 milioni di euro.

Nel caso in cui dopo questa assegnazione ci siano ancora delle ulteriori obbligazioni, queste saranno assegnate come segue:

  • assegnazione ai singoli richiedenti delle residue obbligazioni in misura proporzionale alle obbligazioni richieste (e non soddisfatte) da ognuno di essi: si tratta di circa 1,4 miliardi. L’assegnazione proporzionale sarà arrotondata per difetto
  • dove ci siano ancora ulteriori obbligazioni, queste saranno singolarmente assegnate ai richiedenti che abbiano partecipato al riparto proporzionale mediante estrazione a sorte. Tuttavia, è improbabile che si arrivi a questo.

Quali rischi per il “green bond” Eni

Ma quali sono i rischi cui possono andare incontro gli italiani che hanno scelto di acquistare le obbligazioni Eni? Sono sostanzialmente di due tipi: collegati al contesto geopolitico, e al titolo stesso sul mercato.

Per quanto riguarda il primo caso, ci sono rischi connessi alla situazione macroeconomica globale, agli eventi militari e alle conseguenze geopolitiche della guerra russa in Ucraina, rischi connessi alla volatilità del prezzo delle commodities e dei margini operativi, al cambiamento climatico e all’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili.

Ciclicità del settore Oil & Gas

Rispetto alle operazioni di mercato, particolare attenzione va posta alla ciclicità del settore Oil & Gas. I risultati operativi di Eni possono essere influenzati dalle variazioni dei prezzi del petrolio che, come le altre materie prime, è volatile ed è influenzato da diverse variabili, quali l’equilibrio tra domanda e offerta mondiale di petrolio, i livelli globali delle scorte commerciali e la capacità inutilizzata dei Paesi produttori. In particolare, la riduzione dei prezzi degli idrocarburi ha effetti negativi sui ricavi, sull’utile operativo e sui flussi di cassa a livello consolidato, determinando la flessione dei risultati nel confronto anno su anno.

L’attività Oil & Gas è un settore che necessita poi di ingenti risorse finanziarie per l’esplorazione e lo sviluppo delle riserve di idrocarburi e, storicamente, gli investimenti upstream sono stati finanziati attraverso l’autofinanziamento, gli incassi da dismissioni e ricorrendo a nuovo indebitamento. Un calo dei prezzi del petrolio e del gas per periodi prolungati potrebbe quindi avere effetti negativi.

Rischio di credito

Sottoscrivendo o acquistando le obbligazioni, l’investitore diviene finanziatore di Eni e titolare di un diritto di credito, connesso al pagamento degli interessi e al rimborso del capitale a scadenza, assumendosi il rischio che la società divenga insolvente o che, comunque, non sia in grado di adempiere ai propri obblighi di pagamento.

Attenzione anche a un altro passaggio che si legge nel prospetto informativo: eventuali prestazioni da parte di Eni o di terzi di garanzie reali o personali in relazione a titoli di debito diversi dalle obbligazioni potrebbero conseguentemente comportare una diminuzione del patrimonio generale disponibile per il soddisfacimento delle ragioni di credito dei possessori delle obbligazioni, e quindi portare a una diminuzione anche significativa del valore di mercato delle obbligazioni.

Rischio di mercato e di tasso

Altro rischio è quello di mercato. Il prezzo di mercato delle obbligazioni successivamente all’emissione potrebbe subire l’influenza di diversi fattori, la maggior parte dei quali al di fuori del controllo di Eni. Il rendimento reale, o il rendimento aggiustato rispetto al tasso di inflazione, potrebbe persino essere negativo.

Il valore di mercato delle obbligazioni potrebbe variare nel corso della durata delle medesime a causa dell’andamento dei tassi di mercato a cui l’investitore è esposto in caso di vendita prima della scadenza. Conseguentemente, nel caso in cui decideste di vendere le obbligazioni prima della loro scadenza, il valore di mercato potrebbe risultare inferiore anche in maniera significativa all’importo inizialmente investito.

Rischio di liquidità

Non c’è alcuna garanzia che in relazione alle obbligazioni ci sia un mercato secondario, o che questo mercato secondario sia un mercato liquido. Il portatore delle obbligazioni potrebbe quindi trovarsi nell’impossibilità o nella difficoltà di liquidare il proprio investimento prima della sua naturale scadenza.

Rischio connesso alla possibilità di modifiche del regime fiscale delle obbligazioni

Occhio anche al regime fiscale, che si basa sulla legislazione vigente alla data del prospetto informativo ma rimane soggetto a possibili cambiamenti. Non è possibile prevedere se il regime fiscale applicabile agli interessi e altri proventi, inclusi eventuali plusvalenze, possa subire eventuali modifiche nel corso della vita delle obbligazioni. Saranno a carico degli obbligazionisti ogni eventuale imposta e tassa, presente o futura.

Rischio connesso alla possibilità che le obbligazioni non siano un investimento adatto agli investitori green

Da notare che le obbligazioni non sono commercializzate come vere “obbligazioni green”, visto che Eni prevede di utilizzare i relativi proventi netti per scopi societari generali e non intende destinare i proventi netti a progetti o attività commerciali che soddisfino criteri ambientali o di sostenibilità. Inoltre, non ci può essere alcuna garanzia sulla misura in cui il Gruppo riuscirà a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

Rischio connesso al mancato soddisfacimento della Condizione del Net Carbon Footprint Upstream o della Condizione della Capacità Installata da Rinnovabili

Sebbene Eni intenda ridurre il Net Carbon Footprint Upstream e aumentare la propria capacità installata da rinnovabili, non può esserci alcuna garanzia che riuscirà a farlo. Un insuccesso in questo senso potrebbe far scattare un impatto negativo sul prezzo di negoziazione delle obbligazioni e sul prezzo al quale un obbligazionista sarà in grado di vendere le obbligazioni prima della scadenza: il prezzo potrebbe essere inferiore, anche sostanzialmente, rispetto al prezzo di emissione o al prezzo di acquisto pagato.