Libretti postali, scatta l’allarme disattivazione: cosa sta succedendo

Poste Italiane ha deciso di agire per regolare i depositi "dormienti", inviando una comunicazione agli interessati. Questi ultimi hanno 180 giorni per rispondere

A partire da marzo, Poste Italiane ha provveduto a disattivare alcuni libretti, creando agitazione tra i contribuenti. La misura agisce sui depositi che presentano somme pari o superiori a 100 euro, ma che non sono stati più incrementanti o utilizzati da 10 anni. Si tratta dei cosiddetti libretti postali “dormienti”, per i quali le autorità hanno previsto nuove regole.

Il libretto postale: cos’è e chi può aprirlo

Da oltre un secolo ormai, le Poste offrono a ogni cittadino italiano di acquistare e aprire un libretto postale. Si tratta di uno strumento di investimento classificato a basso rischio, molto diverso in questo senso dal suo omologo bancario. Il motivo è principalmente uno: l’investimento viene garantito direttamente dallo Stato italiano ed emesso da Cassa depositi e Prestiti (qui invece abbiamo parlato di come il Governo è intervenuto sui prezzi di benzina e diesel).

Il libretto postale è a tutti gli effetti un libretto di risparmio, che presenta diversi vantaggi per il contraente. Innanzitutto evita che i propri risparmi siano messi semplicemente in deposito. Una realtà che però, d’altro canto, può essere soggetta a inflazione e far perdere il potere d’acquisto sui soldi versati. Soldi che comunque non sono pignorabili e che possono essere collegati a un codice IBAN (da segnalare all’Inps) per l’accredito di stipendio e pensione. Il libretto garantisce infine un contenuto ma costante incremento degli interessi.

La disattivazione dei libretti dormienti: cosa succede

Essendo un risparmio a basso rischio, molti contribuenti versano sul libretto somme di denaro a intervalli regolari. Ma non è sempre così. Da tempo ormai Poste Italiane si è ritrovata a fare i conti da tempo col fenomeno dei libretti dormienti, che non vengono cioè modificali o prelevati per un periodo superiore a 10 anni. Per essere definiti tali, però, i libretti dormienti devono soddisfare un’altra condizione: un saldo di deposito che risulti pari o superiore alla cifra di 100 euro. Tale stato di cose sta però per cambiare, visto che l’apertura e la gestione dei libretti comportano dei costi per il gruppo Poste Italiane.

A partire infatti dal 22 Marzo 2022, i libretti postali dormienti verranno disattivati dallo Stato. Una decisione non certo presa e attivata dal nulla, visto che le Poste hanno inviato una specifica comunicazione a tutti gli utenti coinvolti. Tutti i fondi residui sui depositi “cessati” saranno spostati all’interno di un fondo Consap (qui trovate il nuovo modo di pagare bollette, bollo e multe anche a rate). Se l’utente però non risponde alla comunicazione dopo un periodo pari a 180 giorni, il gruppo procederà in automatico all’estinzione del libretto.

Che fine fanno i soldi? cosa fare dopo la disattivazione

Il regolamento ha previsto regole ad hoc per i risparmiatori “dormienti”. I cittadini titolari dei libretti postali disattivati avranno comunque la possibilità in seguito di richiedere i propri fondi presentando regolare domanda alla Consap. Chi invece ha intenzione di intervenire prima della chiusura del libretto, deve in primo luogo recarsi presso gli uffici di Poste Italiane e chiedere una verifica.

Se il proprio nome è inserito nella lista dei conti dormienti, e dunque non utilizzati da oltre 10 anni, saranno gli impiegati a illustrare la procedura per evitare la chiusura. I libretti dormienti possono essere “trovati” a questo indirizzo.