Il cosiddetto “deposito cauzionale”, più semplicemente noto con il termine “caparra”, è una somma che il conduttore di un’immobile versa al locatore a garanzia del contratto di affitto.
Questa serve a garantire che l’inquilino assolva a tutti gli adempimenti del caso, compresi i pagamenti dei canoni mensili e delle eventuali spese condominiali a suo carico. Il versamento della caparra d’affitto garantisce anche che il conduttore conservi la casa nelle stesse condizioni in cui gli è stata consegnata e restituisca le chiavi dell’immobile al termine del periodo di locazione.
Per questo motivo, la caparra è inserita a pieno titolo nelle clausole del contratto di affitto e va versata alla sottoscrizione dello stesso. La restituzione, invece, avviene al termine della locazione con la restituzione delle chiavi e nelle modalità previste dalla vigente normativa.
Caparra d’affitto: importo
Per la legge italiana la caparra non può mai superare le tre mensilità di canone salvo accordi diversi tra le parti e deve essere distinta dal pagamento anticipato delle mensilità. Anche in quest’ultimo caso, l’importo deve comunque risultare congruo e non deve essere finalizzato a riconoscere al locatore un canone maggiore di quello previsto dal contratto.
Allo stesso modo, il proprietario non può imporre il versamento di un secondo deposito cauzionale nel corso della locazione o un aumento del deposito cauzionale già versato, nemmeno in caso di variazioni del canone mensile o degli aggiornamenti Istat annuali.
Restituzione della caparra d’affitto
Come detto, la caparra deve essere restituita alla scadenza del contratto di affitto con la restituzione delle chiavi. La condizione essenziale è che l’immobile venga reso nelle medesime condizioni di partenza, ovvero senza danni, modifiche o altre alterazioni varie. Inoltre, è necessario che l’inquilino abbia corrisposto tutti i canoni e le spese condominiali dovute.
Se tutte queste condizioni sono rispettate, oltre la cauzione, il proprietario è tenuto al versamento anche degli interessi legali annui maturati. Gli interessi possono essere corrisposti anno per anno o in un’unica soluzione, sempre alla scadenza del contratto, anche qualora il conduttore non ne faccia esplicita richiesta.
Nel caso in cui e l’inquilino abbia recato danni all’immobile, invece, il proprietario ha diritto a trattenere la caparra ma deve avviare una causa contro l’inquilino che rimandi ad un giudice la decisione di stabilire l’esatto importo del danno contestato.