Bonus occhiali anche nel 2023: come funziona e a chi è destinato

Il bonus per l'acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto correttive è valido per le spese effettuate fino al 31 dicembre 2023, ma non per tutti

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Dopo una lunga attesa il decreto attuativo del bonus occhiali, noto anche come bonus vista, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 292 del 15 dicembre 2022). Il contributo statale, definito dal ministero della Salute e per cui mancava solo il via libera definitivo del Garante della privacy, resterà valido fino alla fine del 2023. L’obiettivo è supportare le famiglie meno abbienti nell’acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto correttive. A beneficiarne non potranno essere quindi tutti i cittadini, in quanto è previsto un requisito di reddito.

In cosa consiste il bonus occhiali e chi può ottenerlo

Il bonus occhiali è un contributo una tantum che ammonta a 50 euro. Secondo quanto stabilito è anche retroattivo. Riferito agli acquisti di occhiali da vista e lenti a contatto correttive effettuati dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023, è destinato esclusivamente alle famiglie con reddito Isee inferiore a 10mila euro. Potrà essere richiesto soltanto una volta per ciascun membro del nucleo familiare. Previsti controlli serrati.

Come richiedere il contributo

L’agevolazione può essere ottenuta secondo due distinte modalità: o come voucher per una spesa ancora da effettuare o come rimborso per un acquisto già fatto. I cittadini che soddisfano il requisito di reddito potranno scegliere quindi in base alle proprie esigenze.

Il bonus deve essere richiesto tramite l’apposita web app del ministero della Salute (stando a quanto scritto in Gazzetta, a partire dal 15 febbraio 2023). La domanda richiede pochi e semplici passaggi. A prescindere dalla formula selezionata i richiedenti devono registrarsi e autenticarsi tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie), o carta nazionale dei servizi (Cns). Occorre fornire una serie di informazioni obbligatorie: nome e cognome, codice fiscale, indirizzo mail e/o numero di telefono, eventuali dati anagrafici del familiare o dei familiari e la dichiarazione Isee.

Chi sceglie l’opzione rimborso deve fornire gli estremi del documento di acquisto, una copia digitalizzata della fattura o dello scontrino e le coordinate Iban. Per chi invece richiede il voucher sarà sufficiente solo il documento di autocertificazione del reddito. Secondo quanto stabilito, la domanda non può essere delegata a soggetti esterni al nucleo familiare e il rimborso può essere effettuato solo sul conto corrente del richiedente o di un componente della famiglia.

L’erogazione del bonus

Dopo aver effettuato la domanda l’Inps verificherà i dati per accertare che i requisiti siano soddisfatti. In caso di esito positivo, il rimborso di 50 euro sarà accreditato sul conto corrente del richiedente.

Il voucher, invece, verrà emesso in formato digitale con apposito Qr code e sarà disponibile nell’area riservata. Non avrà però una durata illimitata: dovrà essere speso entro 30 giorni dalla data di emissione. Scaduto il termine, sarà automaticamente invalidato e il beneficiario dovrà ripetere da zero la procedura per ottenerne uno nuovo, ovviamente al netto della disponibilità.

Il bonus sarà infatti assegnato rispettando l’ordine cronologico di arrivo delle domande, fino all’esaurimento delle risorse complessive. Come previsto dal decreto, sarà cumulabile per il medesimo acquisto con la detrazione Irpef nella dichiarazione dei redditi.

È importante specificare che non tutti gli esercizi commerciali accetteranno il voucher: per spenderlo è necessario consultare sulla piattaforma l’elenco dei fornitori accreditati, e quindi aderenti all’iniziativa.