Bonus 200 euro, quando scatta il blocco del versamento

Non solo per il superamento dei limiti reddituali ISEE, ci sono altri casi in cui il bonus 200 euro destinato ai lavoratori dipendenti può essere bloccato

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Non solo per il superamento dei limiti reddituali ISEE, ci sono altri casi in cui il bonus 200 euro destinato ai lavoratori dipendenti può essere bloccato, con conseguente ritardo del versamento o – se non si provvede a regolarizzare la propria posizione – negazione in toto dell’agevolazione.

Bonus 200 euro ai lavoratori dipendenti, requisiti e regole

Con l’approvazione del decreto legge n. 50 del 17 maggio 2022, è stato stabilito che ai lavoratori dipendenti è riconosciuta per il tramite dei datori di lavoro nella retribuzione erogata nel mese di luglio 2022, una somma a titolo di indennità una tantum di importo pari a 200 euro, a meno che questi non rientrino nelle categorie escluse dall’agevolazione.

Tale bonus viene erogato in via automatica, e spetta una sola volta anche in presenza di più datori di lavoro, ma previa dichiarazione del lavoratore di non essere in possesso di uno o più requisiti che sono considerati ai pari di un’esenzione. Non è cedibile, sequestrabile né pignorabile, e non costituisce reddito, né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali .

Bonus 200 euro senza autodichiarazione: quando il datore di lavoro può negarlo

Se per i dipendenti del settore pubblico e per i pensionati è l’Inps a procedere con la verifica dei requisiti, dalla quale dipende poi il riconoscimento del bonus 200 euro, lo stesso procedimento si arricchisce di un passaggio in più per i lavoratori del settore privato.

Anche per loro, specifichiamolo subito, l’accredito sarà automatico: non dovranno cioè fare domanda e sarà il datore di lavoro a versare la somma, compensando poi il credito con l’F24. Il dipendente, però, in questo caso deve presentare un’autodichiarazione, nel quale attesa di essere in possesso di tutti i requisiti richiesti e necessari per il riconoscimento del bonus, ma anche di non trovarsi in nessuna delle condizioni che ne determinano l’esclusione.

Se tale dichiarazione preventiva non viene presentata, l’intero iter si blocca, poiché il bonus di di 200 euro verrà erogato successivamente all’invio delle denunce dei datori di lavoro. L’Ente erogatore procede alla verifica della situazione reddituale, comunque, in caso di somme corrisposte in eccedenza, provvede alla notifica dell’indebito entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle informazioni reddituali.

Ovviamente, il datore di lavoro non sarà responsabile di eventuali falsità o errori commessi dal dipendente (in buona o cattiva fede) nel compilare l’autodichiarazione. In questo caso, la responsabilità graverà sul lavoratore e sarà lui a risponderne.

Bonus 200 euro, quali categorie di lavoratori (oltre ai dipendenti) spetta l’indennità

Oltre ai lavoratori dipendenti, l’Esecutivo ha previsto il riconoscimento del bonus 200 euro anche a favore dei soggetti residenti in Italia, titolari di uno o più trattamenti pensionistici, a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 30 giugno 2022 e reddito personale assoggettabile a IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, non superiore per l’anno 2021 a 35 mila.

Per i soggetti titolari esclusivamente di trattamenti non gestiti dall’INPS, sarà il casellario centrale dei pensionati a individuare l’Ente previdenziale incaricato dell’erogazione dell’indennità una tantum, successivamente rimborsato dall’Inps a seguito di apposita rendicontazione.

Il bonus 200 euro viene riconosciuto anche a:

  • beneficiari del reddito di cittadinanza;
  • collaboratori domestici;
  • percettori di indennità di disoccupazione agricola nel 2021;
  • titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • lavoratori stagionali;
  • lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che, nel 2021 abbiano almeno 50 contributi giornalieri versati;
  • lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie che, nel 2021 siano stati titolari di contratti autonomi occasionali.

Ai professionisti in possesso di partita IVA, invece, il bonus è stato esteso attraverso l’approvazione di un apposito Fondo.