La Commissione Europea, a quanto si apprende, ha deciso nel collegio dei commissari terminato poco fa di chiedere all’Italia di presentare un nuovo documento programmatico di bilancio, come adombrato nella lettera inviata la settimana scorsa al ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Roma ha tre settimane per inviare a Bruxelles una nuova versione del testo. E’ la prima volta l’esecutivo comunitario opta per una bocciatura diretta, possibilità prevista dal 2012 dal Patto di stabilità e crescita.
Nella lettera di risposta alle contestazioni di Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, il ministro dell’economia Giovanni Tria ha ribadito che la scelta di aumentare il deficit al 2,4% del pil e non ridurre il disavanzo strutturale del patto è stata una “necessità” alla luce del “persistente ritardo nel recuperare i livelli di pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana”. Ma ha anche aggiunto che “qualora i rapporti deficit/Pil e debito/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato” il governo interverrà “adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rispettati”.
Il premier Giuseppe Conte ha confermato che c’è “disponibilità a valutare un contenimento delle spese delle spese nel corso di attuazione della manovra”. Parole ribadite martedì in un’intervista a Bloomberg Tv in cui ha negato che esista un “piano B” e che “sarebbe difficile accettare” modifiche alla sostanza della manovra, ma anche che “il deficit al 2,4% del Pil è il tetto”.
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