(Teleborsa) Quello dello spreco alimentare è sicuramente un paradosso insostenibile specie se inserito in un quadro generale in cui la povertà fa la voce grossa rappresentando un problema etico e di sostenibilità del nostro presente e del nostro futuro in un mondo dove ogni giorno migliaia di persone muoiono, appunto, per mancanza di cibo. Spreco alimentare e povertà: due facce di una stessa medaglia.
LA SPESA A KM ZERO TAGLIA GLI SPRECHI – Fare la spesa a chilometri zero in filiere corte con l’acquisto di prodotti locali taglia del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali. Lo rivela una analisi della Coldiretti per la giornata nazionale contro lo spreco alimentare del 5 febbraio in occasione della presentazione dei nuovi dati sullo spreco di cibo in Italia da parte del Ministero dell’Ambiente dai quali emerge che ogni famiglia getta 84,9 chili di cibo all’anno per uno spreco, a livello nazionale, di 2,2 milioni di tonnellate e un costo complessivo di 8,5 miliardi di euro, pari allo 0,6% del PIL.
In Italia sta crescendo, ha sottolineato ancora la Coldiretti, la sensibilità ambientale con 30 milioni di italiani che fanno la spesa dal contadino almeno una volta al mese, in aumento nel 2017 dell’11%. Il risultato è che, secondo l’analisi Coldiretti su uno studio Ispra, lo spreco alimentare scende dal 40-60% per i sistemi alimentari di grande distribuzione alimentare ad appena il 15-25% per gli acquisti diretti dal produttore agricolo.