Il reddito di cittadinanza fino a 780 euro al mese “sarà messo su carta elettronica”. L’ideale, ha detto il ministro del Lavoro Luigi Di Maio parlando a Quarta Repubblica su Rete 4, “sarebbe usare la tessera sanitaria con il chip”. Si ricorrerà alla carta tipo bancomat “perché questi soldi si devono spendere presso gli esercizi commerciali italiani per far crescere l’economia e limitare al massimo le spese fuori dall’Italia. Questo – ha spiegato – ci porterà un gettito superiore alle aspettative. Questi soldi inonderanno il commercio, negozi e piccole imprese“.
Di Maio ha poi precisato che il reddito di cittadinanza sarà dato anche ai residenti in Italia “da almeno 10 anni”.
L’ASSEGNO VIA CARD – L’idea sarebbe quella di assegnare il reddito senza “passaggio di contanti” ma attraverso carte di pagamento, compreso il proprio bancomat, o la tessera sanitaria provvista di chip. Secondo il viceministro “basterà dare il bancomat al fornaio che riconoscerà il codice della tesserina tramite un apposito software e scalerà la cifra dell’acquisto”. Un meccanismo simile a quello dei buoni pasto elettronici con la differenza che sarà lo Stato “a ripagare in giornata” i commercianti. La carta servirà per pagare beni di prima necessità e dovrebbe essere “destinata al consumo”. Per i pagamenti che richiedono bonifico bancario, come l’affitto di casa, si starebbe invece pensando ad una apposita app.
A CHI SI RIVOLGE – La platea sarebbe composta da 6,5 milioni di persone. Il reddito personale deve raggiungere i 780 euro quindi dovrebbe essere erogato per intero a chi parte da zero, mentre per chi ha qualche forma di entrata si tratterebbe di una integrazione. A beneficiarne sarebbero gli italiani e i residenti da almeno 10 anni. L’accesso potrebbe essere legato all’Isee. Per evitare abusi il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dato mandato alla GdF di mettere a punto un piano specifico di controlli.
COME AVERNE ACCESSO – Per ottenere il sussidio bisognerà impegnarsi in un percorso di formazione professionale, prestare 8 ore di lavoro gratuito a settimana nel proprio Comune e non rifiutare, senza motivo, più di tre offerte di lavoro.
CENTRI PER L’IMPIEGO – Il primo passo per far funzionare il sussidio sarà rafforzare i centri per l’impiego. Ad oggi infatti, secondo gli ultimi dati Eurostat, in Italia meno di 1 su 4 cerca lavoro attraverso le strutture pubbliche, che comunque già non riescono, soprattutto al Sud, a gestire l’attività ordinaria. Per la riforma si punta ad utilizzare circa 2 miliardi dai fondi europei.
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