Prezzi della luce ai massimi e aumenti in bolletta a doppia cifra: sono i dati rilevati nel 2018 in Italia da un’indagine condotta da Enea, l’ente pubblico che si occupa di monitorare il settore energetico italiano.
Un trend che non ha precedenti nel decennio appena trascorso e che espone famiglie e piccole imprese ad esborsi davvero consistenti per la sola spesa energetica, a dispetto dei consumi che invece calano lievemente. I dati raccolti da Enea sull’andamento del comparto energetico nazionale, dunque, parlano di bollette della luce mai così salate e un ulteriore calo dell’indice Ispred, lo strumento che misura la transizione energetica dell’Italia.
La ricerca ha evidenziato un’impennata sopratutto nel terzo trimestre dell’anno appena trascorso. A detta degli analisti, la causa è da imputare all’incremento dei prezzi finali dell’energia accelerata dalle cosiddette “commodity energetiche”: gas naturale (+60%), prezzi della borsa elettrica (+33,5%) e petrolio Brent (85 dollari al barile).
Bollette luce record per le famiglie
A far suonare il campanello d’allarme sui costi folli per l’energia elettrica è anche una ricerca del Codacons secondo il quale, negli ultimi 12 mesi, gli italiani sotto mercato tutelato hanno pagato 1,3 miliardi in più rispetto al 2017. Un aumento pari all’11% per la luce e del 13% per la componente energetica gas. In soldoni, ogni famiglia italiana ha pagato in media 93 euro in più rispetto al 2017 al lordo delle tasse.
E per gennaio 2019, i rincari che l’associazione consumatori prevede parlano di un ulteriore 9% sulle bollette per via dello sblocco degli aumenti prima congelati dall’Autorità per l’Energia.
Spesa energetica mai così salata per piccole e medie imprese
Sempre secondo le stime di Enea, le aziende italiane spendono molto più delle concorrenti europee, ad eccezione delle grandi imprese. A parità di consumi annui, infatti, una piccola-media impresa italiana spende per l’energia elettrica circa 70 mila euro l’anno in più di una francese, inglese o spagnola di dimensioni analoghe.
I ricercatori hanno posto la lente di ingrandimento anche sul fronte decarbonizzazione. Nel 2018, il nostro Paese ha registrato una riduzione delle emissioni di Co2 pari allo 0,5% rispetto allo stesso periodo preso in esame nel 2017. Nonostante questi timidi segnali di miglioramento, la competitività delle nostre tecnologie in tema di “low carbon” è calata, sopratutto in settori-chiave come la mobilità sostenibile basata sull’elettricità e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili.