Poste, è caos sui Buoni Fruttiferi Postali: l’Unione Nazionale Consumatori spiega cosa fare

Poste Italiane può modificare retroattivamente gli importi dovuti per i Buoni Fruttiferi Postali: una prassi che è finita al centro di un polverone. Ecco cosa fare

Qualche settimana fa vi abbiamo spiegato come Poste Italiane possa agire retroattivamente rispetto ai Buoni Fruttiferi Postali, modificando i tassi anche in senso peggiorativo. E vi abbiamo raccontato il caso di un cliente di Poste Italiane della provincia di Belluno, Giobbe Mastellotto, che nel 1989 ha acquistato due Buoni Fruttiferi Postali da 5 milioni di lire.

Secondo le condizioni riportate chiaramente sul Buono, passati 30 anni, il signore avrebbe avuto avuto diritto a incassare oggi 61.719,45 euro per ciascun Buono, e cioè un totale di 123.438,90 euro. Ma Poste gli ha liquidato solo 27mila euro a Buono. Una perdita, dunque, di circa 68mila euro totali.

Una prassi che non piace ai clienti

A quanto pare non è un caso isolato, ma si tratta di una prassi di Poste Italiane per i Buoni fruttiferi postali emessi a decorrere da luglio 1986 e prima del 1999, la cui riscossione appunto non rispecchia le caratteristiche riportate dietro al buono. Le Poste sono finite al centro di una polemica che non è affatto piaciuta ai tantissimi clienti che hanno sottoscritto accordi di questo tipo.

Va in questa direzione anche la recente decisione dell’Arbitro Bancario e Finanziario sul ricorso presentato da una risparmiatrice difesa dall’Unione Nazionale Consumatori Calabria contro Poste Italiane, che stabilisce quanto già sancito in precedenza sia dalla Cassazione che dalla Corte Costituzionale, e cioè che i Buoni Fruttiferi Postali equivalgono a veri e propri contratti stipulati con gli utenti.

Il caso di una risparmiatrice calabrese

Nel caso in questione la signora è riuscita a farsi riconoscere che Poste Italiane provveda al rimborso del Buono applicando le condizioni previste nella stampigliatura originaria relativamente all’intero trentennio, applicando le condizioni originariamente risultanti dai titoli stessi.

La prassi sotto inchiesta riguarda i Buoni emessi a decorrere da luglio 1986 e prima del 1999: nonostante riportino sul retro un chiaro prospetto degli interessi maturati dalla data di emissione, Poste Italiane tende a rimborsare una cifra inferiore. Un “brutto pasticcio di Poste italiane” lo definisce l’Unione nazionale consumatori.

Perché si è diffusa questa prassi

Dopo l’entrata in vigore del decreto del 13 giugno 1986 le Poste avrebbero dovuto emettere buoni della serie Q. Ma per un po’ di tempo hanno continuato a utilizzare vecchi moduli delle serie O e P che indicavano tassi superiori ma di fatto non più applicabili. La legge consentiva alle Poste di utilizzare, fino a esaurimento, solo i buoni della serie P (e non quelli della serie O) a patto però che venissero apposti due timbri, uno sul fronte e uno sul retro.

Poste, in relazione a ciascun Buono fruttifero, continua a rimborsare un importo inferiore a quello spettante, sebbene l’intestatario non abbia mai ricevuto alcuna comunicazione sul presunto diverso rendimento dei titoli sulla scorta delle condizioni contrattuali originariamente sottoscritte e unilateralmente modificate.

Cosa fare per chiedere il rimborso

Se avete acquistato un Buono Fruttifero Postale tra il 1986 e il 1999 e avete incassato meno di quanto previsto alla data di sottoscrizione, potreste avere diritto al rimborso. E si parla di cifre non indifferenti.

Potete ricorrere all’Arbitro Bancario e Finanziario o procedere per via giudiziaria, ma prima dovete controllare bene sul vostro Buono fruttifero la data di emissione e la serie.

Se la data di emissione è anteriore al primo luglio 1986, le possibilità sono scarse; se la data è posteriore, dovete verificare la serie. Se è “O” è molto probabile che, in caso di contenzioso, l’Arbitro Bancario Finanziario vi dia ragione. Riguardo alla serie, poi, se è “P” bisogna verificare che siano stati apposti i due timbri: “P-Q” sul fronte e la tabella di tutti i nuovi rendimenti della serie Q, di tutti i trent’anni.