(Teleborsa)Cosa succederà all’economia italiana del futuro? E’ questa la domanda da almeno 100 milioni di dollari alla quale, però, nessuno sa rispondere con certezza. Per ora, dunque, non è dato saperlo. La parola d’ordine, perciò, resta navigare a vista, registrando i piccoli passi in avanti o indietro, in una dinamica di su e giù e alti e bassi che si alternano.
Intanto, l’indicatore anticipatore sull’andamento dell’economia italiana “rimane positivo ma evidenzia una decelerazione“. Lo afferma l’Istat nella Nota mensile evidenziando che “In Italia i segnali di dinamicità provenienti dal lato dell’offerta e dal commercio estero stentano a rafforzarsi. L’occupazione è in una fase di stabilizzazione mentre i prezzi registrano un nuovo aumento.”
L’Istat, sempre nella nota, ricorda che a febbraio il settore manifatturiero ha registrato variazioni positive dell’indice di produzione e di fatturato dopo la caduta segnata a gennaio. Nella media del trimestre dicembre-febbraio la produzione industriale è aumentata dello 0,7% su trimestre, trainata dall’andamento positivo dell’energia e dei beni intermedi (+2,7% e +1,3% rispettivamente).
Le esportazioni a febbraio sono diminuite dopo quattro mesi di continua espansione.
A marzo è proseguita la crescita dei flussi commerciali con i paesi extra Ue, con un incremento più marcato per le esportazioni (+6,5%) rispetto alle importazioni (+0,5%).
Il mercato del lavoro in Italia – Secondo i dati della rilevazione sulle forze di lavoro la crescita dell’occupazione, nel primo trimestre 2017, è proseguita anche se in misura moderata (+0,2%, 35 mila occupati in più). In particolare, prosegue la crescita degli occupati dipendenti a tempo indeterminato (+0,3%, 40 mila unità in più) e i dipendenti a termine (+1,3%, +33 mila individui). Gli occupati indipendenti hanno, invece, subito una diminuzione (-0,7%, 38 mila unità in meno).
Nel mese di marzo il tasso di disoccupazione si è attestato all’11,7%, valore tuttavia distante da quello dell’area dell’euro (9,5%). Nel medesimo periodo, inoltre, sono aumentati i disoccupati con 50 anni e più (+5,9% a fronte di una diminuzione di inattivi di 50-64 anni), mentre si sono contratti i disoccupati 15-24-enni (-11,9% a fronte, in questo caso, di una crescita di inattivi).