Tra le tante proposte ancora al vaglio sul tavolo del nuovo Esecutivo, c’è sempre la questione delle chiusure domenicali dei negozi che Di Maio aveva promesso di introdurre con una proposta di legge ad “hoc”.
Qualora ciò avvenga, la nuova normativa andrebbe a demolire definitivamente la liberalizzazione voluta dal precedente Governo Monti per virare su un sistema di turnazione domenicale – a detta dei promotori – più etico e sostenibile per i lavoratori.
Opinione pubblica, associazioni di categoria e rappresentati politici, sono tuttora divisi sull’argomento. Sul fronte del dibattito ancora accesso tra sostenitori e oppositori le polemiche continuano a tenere banco.
Tra coloro che si schierano dalla parte del ‘no’, le argomentazioni convergono sopratutto su una possibile perdita di posti di lavoro, un alleggerimento drastico delle buste paga e il potenziale danno economico per tutto il settore, a vantaggio esclusivo dell’e-commerce.
Secondo una ricerca condotta dalla “Bain & Company” per Confimprese, infatti, sarebbero a rischio ben 34 miliardi di fatturato e circa 90 mila posti di lavoro. Allargando il discorso anche ai comparti connessi – ristorazione, trasporto pubblico, vigilanza, logistica, pulizie – i posti che rischierebbero di saltare secondo i dati elaborati nell’ambito della ricerca, sarebbero 100 mila.
Dall’altro lato c’è chi crede fermamente che i negozi chiusi di domenica siano un atto dovuto verso le famiglie e i lavoratori, una segnale di “civiltà” a sostegno di una categoria sempre più schiacciata da un sistema fondato sullo slogan “Aperto h24”.
Di certo, c’è che il Governo giallo-verde, nella persona del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio, ha promesso che la legge si farà entro l’anno e decreterà la fine delle aperture “selvagge” nei centri commerciali su tutto lo Stivale, andando a disciplinare con nuovi criteri aperture e chiusure dei negozi.
Il meccanismo di turnazione ipotizzato da Di Maio e colleghi, dovrebbe garantire l’apertura a rotazione solo del 25% degli esercizi commerciali. Agli enti locali spetterebbe invece il compito di definire il piano delle aperture straordinarie durante il corso dell’anno.
L’iter parlamentare avviato a Settembre 2018 è adesso arrivato alla Commissione Attività produttive della Camera che dovrà valutarla e stabilire se potrà effettivamente abrogare quanto stabilito nel 2011 dall’articolo 31 del Decreto “Salva Italia” varato dal Governo Monti.