Una fotografia della generazione dei Millennials, presentata all’Università Cattolica di Milano dall’Istituto “Giuseppe Toniolo” che ha realizzato il “Rapporto 2016 sulla condizione giovanile in Italia”, rivela ambizioni e paure dei giovani italiani nel 2016, prendendo in esame oltre 9mila giovani tra i 18 e i 33 anni con titolo di studio, condizione lavorativa e residenza diverse. Ne viene fuori un ritratto meno ‘antipolitico’ di quanto si potrebbe pensare, e comunque sfiduciato ed orientato a cambiare aria.
Per tre quarti di essi, infatti, le opportunità offerte dal proprio Paese sono peggiori rispetto alla media degli altri Paesi sviluppati e l’84% è disposto a emigrare pur di migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro.
FIDUCIA NELLA POLITICA – Un dato sorprendente e in leggera controtendenza rispetto agli ultimi vent’anni. Se è vero, infatti, che nella classifica della fiducia verso le istituzioni rimangono al primo posto le forze dell’ordine (52,4%) e la scuola (50,2%), va registrato che tra il rapporto 2013 e l’attuale ci sono delle variazioni rilevanti: l’Unione Europea è passata dal 41,9% di giudizi positivi al 32,9%. A crescere, invece, sono i partiti politici: nel 2013 solo l’8,5% dei ragazzi dava loro fiducia, mentre oggi sono il 14,8%. Ma anche Camera e Senato vengono promossi guadagnando oltre 4 punti percentuali ciascuno.
RELIGIONE – Diverso a seconda del titolo di studio e la tipologia di scuola frequentata, il giudizio rispetto alla credenza e alla pratica religiosa. Solo il 10,6% dei giovani cattolici va a Messa settimanalmente e chi ha un titolo di studio basso si definisce ateo (26,9%).
IMMIGRAZIONE – Trapela un atteggiamento ambivalente: di apertura in senso umano, di timore in senso macroeconomico. L’Italia ha infatti la percentuale più elevata di giovani (88%) che ritengono che gli immigrati siano troppi.
VIA DALL’ITALIA – Per tre quarti dei ragazzi italiani le opportunità offerte dal proprio Paese sono peggiori rispetto alla media degli altri Paesi sviluppati, e l’84% è disposto a emigrare pur di migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro. I nostri ragazzi desiderano avere figli, ma la crisi della fecondità che nel 2015 ha toccato il record negativo mondiale è condizionata dalla reale uscita dalla crisi.
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