Il Presidente del Consiglio come Amleto: Mes o non Mes? Mentre il Recovery Fund è in ritardo, “ostaggio” del veto di Polonia e Ungheria – con la Presidente della Commissione Ue von der Leyen che giusto poche ore fa è tornata a ribadire che occorre fare in fretta – non si spegne ancora il dibattito su un altro strumento della discordia che, in realtà, sembra piacere a pochi, nonostante gli illustri endorsement ricevuti in questi mesi.
A dire il vero, sembrerebbe che il Premier Conte – che in più occasioni ha velatamente e non bocciato il Mes -, avrebbe deciso per il no e, dunque, di rinunciare al tesoretto messo a disposizione.
Una conferma indiretta è arrivata nelle scorse ore anche dalle parole del Ministro del Tesoro Gualtieri: “tutti gli strumenti che fanno risparmiare sugli interessi sono utili, compreso il MES”, ha detto il Ministro sottolineando però che “c’è un’opinione diversa da parte di una forza della maggioranza e questo non ha consentito di accedere a questa linea di finanziamento”.
Tra i nemici storici del Mes, sicuramente Luigi Di Maio che non perde occasione per bollare la questione come chiusa. Sul carro anti-Mes, fin dalla prima ora, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. che hanno trovato una insospettabile sponda nelle parole del Presidente del PE Sassoli.
“Il Mes è uno strumento del passato, dobbiamo riformarlo per farne uno strumento non governativo ma comunitario”. Ha poi aggiunto: “Credo che l’Italia farebbe bene a ratificare la riforma del Mes perché così potrà contribuire a farlo diventare uno strumento europeo. Poi sul Mes sanitario sono stato il primo a dire che andava usato, che non ha le condizionalità odiose del passato, però dopo 10 mesi nessuno lo attiva. Lì ci sono 400 miliardi, forse dobbiamo usarli e non tenerli nel congelatore”.
Tra gli amici del Mes, invece, il PD, Italia Viva ma anche Silvio Berlusconi, che non ha mai nascosto – a differenza dei compagni di opposizione – di essere a favore. Al di là di colori e casacche politiche, chi la spunterà?