I parlamentari del Movimento 5 Stelle sono tenuti a restituire parte del loro stipendio che sarà destinato a finanziare attività a beneficio della collettività e al mantenimento della piattaforma Rousseau. Lo prevedono lo Statuto e il Codice Etico del Movimento. La restituzione dello stipendio è sempre stato uno dei cavalli di battaglia dei Cinque Stelle, motivo di orgoglio e distinzione dagli altri partiti.
Negli ultimi tempi, tuttavia, le cose sono cambiate. Sono infatti in calo i parlamentari del M5S in regola con i rimborsi. Pochi sono quelli che hanno versato tutti i rimborsi mensili richiesti fino alla fine dell’anno, presentando il relativo rendiconto, con l’indicazione delle somme restituite, sul portale Tirendiconto.it.
Alcuni, poi, non hanno effettuato alcuna restituzione in tutto il 2019, altri solo nei primi mesi dell’anno, altri ancora, invece, si sono fermati alla scorsa estate, quando si è verificata la crisi di governo con la Lega.
Le restituzioni che spettano a ciascun parlamentare comprendono il versamento mensile di almeno 2.000 euro, sul conto di un comitato appositamente creato, e di 300 euro per la piattaforma Rousseau. Il ritardo nei versamenti starebbe creando problemi proprio alla piattaforma di Davide Casaleggio e i leader Cinque Stelle stanno pensando a un modo per spingere i morosi a pagare.
Non sarà, tuttavia, un’impresa facile. Se in passato coloro non in regola con i rimborsi erano pochi e le procedure di messa in mora nei loro confronti, fino all’espulsione dal Movimento decisa dai probiviri, erano più semplici. Questa volta la lista è molto più lunga.
Tra i parlamentari che non hanno effettuato rimborsi nel 2019 ci sono i deputati: Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Santi Cappellani, Daniele Del Grosso, Federica Dieni, il ministro dell’Istruzione dimissionario Lorenzo Fioramonti, Flora Frate, Francesca Galizia, Marta Grande, Mara Lapia, Paolo Nicolò Romano, Gianluca Vacca e Andrea Vallascas. Quindi i senatori: Cristiano Anastasi, Vittoria Deledda Bogo, Alfonso Ciampolillo, Luigi Di Marzio, Fabio Di Micco, Mario Michele Giarrusso e Pietro Lorefice.
Ci sono poi i ritardatari, ovvero coloro che hanno effettuato i rimborsi richiesti ma a cui mancano ancora alcuni mesi del 2019. Tra questi, si segnalano: il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, fermo ad agosto, la viceministra dell’Economia Laura Castelli, ferma a ottobre, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, ferma a febbraio, il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, fermo ad agosto.
Altri esponenti di spicco del Movimento in ritardo sono Vito Crimi e Danilo Toninelli, fermi a maggio, poi Carla Ruocco e la ex ministra della Salute Giulia Grillo, entrambe ferme a marzo.