La campagna elettorale si fa anche sul contante. Ha scatenato polemiche la proposta di Bersani – che rilancia un punto dell’Agenda Monti – di abbassare l’attuale limite di 1.000 euro a 300 euro, per aumentare la tracciabilità dei movimenti di denaro e combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco. Un’azione che si somma ad altre con le stesse finalità come il controllo sui conti bancari.
Un regalo agli evasori o alle banche?
In realtà la battaglia tra favorevoli e contrari alle limitazioni all’uso del contante va avanti da tempo. Le due posizioni contrapposte sono organizzate attorno a siti come War on cash – il cui slogan recita esplicitamente: “Il cash è superato, costoso, pericoloso, inquinante e scomodo” – o, sul versante opposto, Contantelibero, che invece sostiene: “Eliminare o limitare il contante è un regalo alle banche, è un mezzo per il controllo della nostra vita, è un esproprio della nostra ricchezza”.
Cercando di riassumere la questione si può dire che si tratta di uno scontro tra due esigenze prioritarie:
• la lotta all’evasione fiscale che in Italia ha ormai dimensioni colossali: le stime parlano di una cifra che varia dai 255 ai 275 miliardi di imponibile sottratto all’erario, cioè fra il 16,3 e il 17,5% del Pil;
• la libertà di scelta del cittadino e soprattutto l’autonomia dalle banche, che con l’obbligo del denaro elettronico avrebbero molto più potere contrattuale con un temuto aggravio dei costi di gestione.
Ecco le posizioni opposte. Vota e di’ la tua.