Una manovra espansiva nel rispetto delle regole UE con la Spada di Damocle del debito pubblico sulla testa: questo il rompicapo con il quale è alle prese il Governo giallorosso in vista dell’ormai prossimo appuntamento con la Legge di Bilancio.
Prossima data da segnare in rosso sull’agenda politica italiana è lunedì prossimo, 30 settembre, quando cioè dopo un piccolo slittamento rispetto alla scadenza non perentoria, fissata per oggi, la Nota di aggiornamento al Def, (NADEF), ossia il quadro macroeconomico che farà da impalcatura alla manovra, approderà in Consiglio dei ministri. L’esecutivo, infatti, ha deciso di prendersi qualche giorno in più di lavoro mentre il Tesoro è impegnato a fare il punto su proiezioni di crescita e conti pubblici.
In vista del CdM di lunedì, ieri a Palazzo Chigi si è tenuto un lungo vertice, alla presenza del Premier Conte e del Ministro dell’ Economia, Gualtieri. C’è da sciogliere il nodo sul deficit programmatico che definirà gli spazi di manovra entro i quali il Governo potrà muoversi per tener fede alle misure annunciate, su tutte lo stop all’aumento Iva (23 miliardi), considerata una priorità assoluta, e un inizio di riforma fiscale che pesa 4-5 miliardi, con l’operazione cuneo fiscale, tanto cara all’esecutivo e, per questo, ribadita a doppio voce sia sponda Pd che pentastellata.
Si punta –Bruxelles e flessibilità permettendo – ad alzare l’asticella del deficit intorno al 2,2-2,3%% ( sponda M5s c’è chi vorrebbe spingersi fino al 2,5%, con il Tesoro che invece fissa una soglia più prudente) che permetterebbe di liberare risorse per una decina di miliardi.
TESORETTO DA QUOTA 100 E REDDITO – Intanto, ieri il Presidente dell’Inps Tridico al Forum dell’ANSA, ha comunicato che ammontano a 2,5 miliardi di euro i risparmi stimati per quest’anno da Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, spiegando nel dettaglio, che circa 1,5 miliardi sarebbero da Quota 100 e circa un miliardo dal Reddito. Invece “per il prossimo anno si prevede un risparmio più importante” da Quota 100, ovvero la misura sperimentale che consente di andare in pensione anticipata con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi.
A complicare un quadro di certo non rassicurante, il rallentamento dell’ economia in buona parte della zona euro, sul quale pesa l’incertezza legata alla Brexit e la guerra dei dazi, come ha segnalato il bollettino economico diffuso ieri dalla Bce.
La coperta, insomma, resta corta. Continua la caccia del Governo alle risorse, mancano all’appello circa una quindicina di miliardi con i Tecnici del Tesoro, impegnati in un delicatissimo slalom tra spending review, revisione degli sgravi fiscali e lotta all’evasione, cavallo di battaglia sul quale l’esecutivo non intende indietreggiare.