Il Presidente cinese Xi Jinping sbarca a Roma per firmare il tanto discusso memorandum sulla Via della Seta, mentre il Premier Giuseppe Conte e il suo Governo sono all’opera per evitare tensioni interne strizzando contemporaneamente l’occhio a Washington che guarda, interessata e con più di qualche timore, all’operazione. Stando ai rumors, nei giorni scorsi, Trump – che però è a sua volta impegnato con Pechino per mettere fine alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina – avrebbe chiamato più volte l’ambasciatore americano a Roma, Lewis Eisenberg, per far pressione e far saltare la visita. Missione fallita visto che il Governo ha tenuto duro. E anche il punto.
Mai come stavolta, l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella è arrivato come la classica manna dal Cielo, efficace su due fronti: da un lato, rendere “passabile” agli occhi e alle lunghe orecchie di Washington il Memorandum of Understanding, dall’altro non scatenare il ritiro della numerosissima delegazione cinese (Xi è arrivato nel Belpaese con oltre 500 persone al seguito). Un paletto qua, un altro là e il Memorandum è servito: messi, ad esempio, chiari limiti sul 5G e sulla strategicità delle infrastrutture portuali di Trieste e Genova.
Fin qui tutti contenti. Al presidente cinese, infatti, importano poco i ritocchi testuali, per quanto importanti. Pesa molto, invece, l’elemento politico, ossia l’immagine della Cina che la visita proietterà in tutto il mondo, che potrebbe servire per altri Paesi del G7 o dell’Unione Europea che pensano di sottoscrivere accordi simili.
Fatto sta che dopo settimane di moniti arrivati dagli alleati storici Usa, le perplessità di Bruxelles e le liti Lega-M5s, l’esecutivo prova a rasserenare gli animi in vista della giornata di sabato, quando cioè Xi e Conte firmeranno il memorandum. Intanto, il Corriere della Sera pubblica la lettera scritta dal numero uno della Repubblica Popolare Cinese.
LA LETTERA DI XI ALL’ITALIA – “Sono molto lieto, in un momento di grande fermento e rinnovamento come quello attuale, di aver accolto l’invito del presidente Mattarella ad effettuare una visita di Stato in Italia”, scrive Xi. “La Cina e l’Italia sono rispettivamente emblema della civiltà orientale e occidentale e hanno scritto alcuni dei più importanti e significativi capitoli della storia della civiltà umana. Già più di duemila anni fa, l’antica Via della Seta ha permesso il collegamento tra l’antica Cina e l’antica Roma, nonostante le grandi distanze che le separavano.
“Siamo pronti, insieme alla controparte Italiana, a costruire insieme la Belt and Road — la Nuova Via della Seta, sviluppando appieno i punti di forza storici, culturali e geografici che la cooperazione tra i due Paesi sotto l’egida della Belt and Road può portare. Impegnandoci a collegare l’idea di interconnessione e connettività propria dell’iniziativa Nuova Via della Seta ai progetti italiani di costruzione dei porti del Nord e investire in Italia al fine di creare una nuova era per la Belt and Road in settori come la marina, l’aeronautica, l’aerospazio e la cultura”.
Italia – Cina, 44 miliardi di scambi nel 2018 – Come sempre, quando si parla di accordi e prospettive c’è da fare i conti con i numeri guardando al 2018 come anno di riferimento. Per L’Italia i rapporti con la Cina valgono 44 miliardi, 17,6 dei quali per la Lombardia, ossia il 40% del totale italiano.
SEGNALE IMPORTANTE PER SISTEMA ITALIA – “Anno dopo anno la Cina si conferma un mercato sempre più prioritario per l’export italiano ed esistono le potenzialità per un’ulteriore crescita – dichiara Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia –. È necessario dare impulso a questo trend sia attraverso azioni mirate di sistema a supporto delle imprese sia inserendo alcune questioni chiave nell’agenda politica e a questo proposito saranno centrali questi giorni di visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping. La firma del memorandum di intesa per sostenere la Belt and Road Initiative – conclude Da Pozzo – rappresenterebbe un segnale molto importante a livello internazionale per il sistema Italia”.
L’Italia in Cina: si stima che le imprese cinesi a partecipazione italiana siano oltre 1700, con circa 150 mila addetti e un giro d’affari di 22 miliardi di euro. A queste vanno sommate le 450 imprese a capitale italiano presenti a Hong Kong, che contano circa 8 mila addetti per un giro d’affari di oltre 2,3 miliardi di euro. Nel complesso, il numero di imprese italiane direttamente presenti in Cina o a Hong Kong – con uffici di rappresentanza, joint venture o WFOE – supera dunque di gran lunga le 2 mila unità, dato più che raddoppiato negli ultimi quindici anni. (fonte: Fondazione Italia Cina).
La Cina in Italia. Alla fine 2017 risultavano direttamente presenti in Italia, attraverso almeno un’impresa, partecipata 300 gruppi cinesi, di cui 216 cinesi e 84 con sede principale a Hong Kong.